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martedì 11 settembre 2007

a proposito del GrilloUrlante e del VDay

Segnalo la dichiarazione che segue con relativi commenti e risposte. Riflessioni che condivido.



NUOVO MASANIELLO

DALLA PADELLA NELLA BRACE?

Scalpore ha suscitato il successo di pubblico di Beppe Grillo al "Vaffanculo day".
Il comico genovese, nelle vesti di un moderno Masaniello, ha proposto una giornata contro i partiti sottoponendo ai cittadini un progetto di legge con il quale da una parte si vorrebbe restituire alla sovranità popolare la possibilità di scelta degli eletti, mentre da un'altra parte si propone una limitazione della stessa ritenendo i cittadini incapaci di scegliere deputati e senatori.

Impedire che possano essere eletti coloro che sono stati condannati in via definitiva ( *ndr: anche Pertini così non sarebbe potuto essere presidente della repubblica) per la commissione di un qualsiasi reato e coloro che abbiano già assolto a due mandati parlamentari (ad esempio Marco Pannella e, in passato, Alcide De Gasperi) significa limitare la possibilità di scelta degli elettori, ritenuti poco capaci di scegliere con cognizione di causa.

Ossia significa mettersi sulla stessa lunghezza d'onda dei sostenitori dell'attuale legge elettorale che, impedendo ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti, limita la sovranità popolare permettendo la mera ratifica delle scelte fatte dalle oligarchie partitiche.
E' vero che la richiesta di reintrodurre il voto di preferenza attenuerebbe il "porcellum", ma sarebbe ben poca cosa, perché i partiti continuerebbero a infarcire le proprie liste di funzionari, il che non favorirebbe la nascita di una diversa classe politica. Forse apparentemente più "perbenista" e meno "rapace", ma sempre funzionale al regime degli sprechi e dei privilegi, in parte, descritta dal libro "La casta" di Rizzo e Stella.

Inoltre il successo di Grillo, pur sembrando un "urlo di protesta" nei confronti del regime, lo rafforza facendo apparire, i leaders dell'antipolitica, dei giganti di serietà.
Sostenere la strampalata tesi secondo la quale la legge Biagi avrebbe innescato la precarietà nel lavoro giovanile, significa allinearsi sulle posizioni massimaliste degli antiriformatori e dei controriformisti, complici dell'immobilismo politico produttore di prebende.

Il successo di pubblico, perciò, è un altro segnale del degrado del regime.
Se l'alternativa all'antipolitica degli antiberlusconiani e degli anticomunisti è l'antipolitica di sapore "girotondino -giustizialista" , siamo messi proprio male.
Di qui la necessità di costituire al più presto un soggetto politico "di" liberali che sappia ovviare ai difetti del progetto del Partito democratico e a quelli del partito unico di centrodestra.

Giuseppe Lamedica"
Lun 10 Set 2007

R. 1------da: "galgano "
Mar 11 Set 2007

ottimo articolo. che condivido tranne sull'ultimo punto.
paradossalmente credo che i difetti del Prtito Democratico siano genetici e non vi sia possibilità alcuna di intervenire, quelli del nascente Partito della Libertà al contrario, possono e devono essere corretti, anche attraverso la formazione di un forte moivmento liberale che, tanto sarà più forte e coeso, tanto più sarà in grado di evitare lo scivolamento o deriva del PdL verso ideali non compatibili col "metodo liberale".
Non so chi tra i due (progetti) sia più utopico ma dobbiamo almeno provarci, a cambiare l'Italia, in senso Liberale, intendo. E lo stiamo facendo. Staremo a vederre se ci riusciremo. un saluto libero e liberale

Galgano
Unione per le Libertà _ITALIA MODERATA
Costituente per il "Partito delle Libertà"
http://www.upl.ilcannocchiale.it
http://www.circolodellalibertà.it
Si può essere più furbo di un altro, ma non più furbo di tutti gli altri.
François de La Rochefoucauld il Presidente Nazionale UpL


R.2------- da: Giuseppe Lamedica
Mar 11 Set 2007

Il punto centrale è proprio là dove Galgano segnala il suo dissenso.
Se il progetto del partito "unico" di centrodestra (oppure quello del Partito Democratico) fossero agibili per i liberali, non ci troveremmo in questa situazione di difficoltà.
Pensare di "entrare" in un progetto disegnato da altri per fini antiliberali e trasformarlo in uno strumento liberale è rasentare l'ingenuità, il che è un grave difetto in politica, più grave del tentare l'Utopia.
Qualcuno, mi sembra von Mises, diceva che chi possiede i mezzi impone anche i fini. Nel caso del partito unico del centrodestra i "mezzi" li possiede Berlusconi e i fini da lui proclamati sono antiliberali perchè neodemocristiani.
La difficoltà consiste nel tentare di costituire un soggetto prescindendo dai "mezzi" berlusconiani ed evitando di incorrere negli errori del progetto del Partito Democratico che sta nascendo "vecchio" perchè erede del vecchio progetto "compromesso storico".

Il progetto "i liberali con i liberali" è di difficile attuazione ma non ne vedo altri che possano rispondere all'esigenza per una possibile Riforma radicalmente liberale della Politica.

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