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martedì 4 settembre 2007

Bagnasco, le tasse e l'UE

Il Vaticano per voce del sig. Bagnasco esprime indignazione e sconcerto e lancia alti lai di lesa santità, poichè l'UE vuole veder chiaro nelle esenzioni fiscali alle proprietà ecclesiastiche e nei conseguenti finanziamenti ( obbligatori), quindi tartassamenti, dei cittadini italiani.

Dalla newsletter di Ecumenici ho qui un riassuntino illuminante sull'argomento, che può anche spiegare a chi ancora non se n'è accorto come mai chi paga le tasse dovute sia un tantino scocciato che la finanza statale sia così avida con lui/lei e così poco coi preti e affini, anche se imprenditori....
alba


"Le religioni e i governi sanno meglio di chiunque altro che il loro potere ha per base assoluta la scuola! La chiesa ha consolidato il suo potere sull'ignoranza delle genti, sulla paura dell'ignoto e
della morte. Oggi che la cultura e l'istruzione sono alla portata di tutti cerca di egemonizzarla con la creazione di scuole e università private (clericali); in tutti i modi cerca di sopravvivere consapevole di essere alla fine, è come un drago ferito a morte che agita la coda, ma il progresso, la civiltà e la scienza saranno la loro pietra tombale."
Francisco Ferrer y Guardia


La Chiesa possiede il 20% del patrimonio immobiliare italiano.
Nel corso della passata legislatura le attività commerciali della Chiesa cattolica sono state esentate dal pagamento dell'Ici.
Ma anche la legislatura attuale ha fatto del suo meglio per mantenere l'esenzione e i privilegi!

Maurizio Turco, deputato della Rosa nel Pugno, ha presentato un emendamento nella legge finanziaria contro l'esenzione, che è stato votato in Parlamento.

A votare a favore dell'emendamento anti privilegi di Maurizio Turco solo 29 deputati mentre 435 hanno fotato contro.

La gran parte dello schieramento che aveva chiesto il provvedimento nella passata legislatura (Berlusconi), anche nella cosiddetta sinistra "radicale", nel governo Prodi si è omologata alla perpetuaziobe dei privilegi fiscali per le proprietà ecclesiastiche.
Tra gli altri hanno votato per la conservazione dei privilegi fiscali per le proprietà dei cattolici vaticani e contro l'emendamento Turco:

Khaled Fouad Allam, deputato musulmano dell'Unione, che ha spiegato così la sua scelta: «voterò contro questo emendamento per la pacifica convivenza tra cattolicesimo e islam ».

Contro l'emendamento di Maurizio Turco (la rosa nel pugno) ha votato anche Vladimir Luxuria di Rifondazione Comunista.

Solo a Roma gli enti religiosi che non pagano tasse in base al Concordato e dalle leggi successive sono (arrotondando il numeroper difetto visto che ne manca un reale censimento):

istituti di suore 400
parrocchie 300
scuole cattoliche 250
chiese non parr. 200
case generalizie 200
istituti religiosi 90
missioni 50
case di cura 55
collegi 43
monasteri 30
case di riposo 20
seminari 20
ospedali 18
conventi 16
oratori 13
confraternite 10
case procure 10
ospizi 6

TOTALE 1731 (da arrotondare a 2000 considerando il sommerso)

Da notare che fra i 2000 immobili sono ricompresi il vastissimo Ospedale Gemelli con annessa Università, nonché l'enorme complesso di Radio Vaticana attualmente sotto processo a
causa dei danni elettromagnetici provocati dalle sue antenne di Cesano.
Tenendo presente l'incidenza della popolazione di Roma in relazione al totale della popolazione italiana, abbiamo quindi stimato approssimativamente in circa 50.000 il numero degli
immobili ecclesiastici presenti in tutta Italia, cifra che è puramente indicativa ma che è certamente più vicina alla realtà della cifra data dal Ministero.

Da rilevare soprattutto che ciascun ente ecclesiastico può essere titolare di più immobili.
Pur essendo arduo calcolare esattamente gli stabili irregolari in base alla sentenza di Cassazione citata, anche perché molti non risultano neanche censiti dal catasto, si è stimata una cifra
sicuramente non lontana dalla realtà, di circa 30.000 stabili sparsi in tutta Italia, che hanno eluso illegittimamente l'ICI perché vi si esercitava un'attività commerciale.

Ebbene, l'ICI evasa dai 30.000 enti ecclesiastici che esercitavano ed esercitano anche altre attività di tipo commerciale o imprenditoriale risulterebbe di circa 2 miliardi e 400 milioni di euro, cifra media ottenuta moltiplicando gli 80.000 euro (richiesti da qualche Comune dopo la famigerata sentenza della Cassazione) per 130.000 stabili considerati.
Ma naturalmente non c'è soltanto l'ICI.
All'ICI bisognerebbe aggiungere l'ammontare dovuto per tutte le altre imposte evase legalmente, sia statali, che comunali (irpef, iva, imposta comunale incremento di valore aggiunto
ecc.) nonché per tutte le altre deduzioni benevolmente concesse ad enti ecclesiastici riconosciuti e non riconosciuti.
(Si precisa che in questo caso abbiamo tenuto conto della cifra di circa 40.000, inferiore a 50.000 che riguardava il numero degli immobili).
Certamente allora, la somma complessiva dell'evasione illegale e di quella legalizzata, considerando soltanto gli ultimi dieci anni, e per 4.000 euro ad istituto, non sarebbe inferiore a 3 miliardi e 600.000 milioni di euro (pari a circa 6000 miliardi di lire).

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