da www.rivistaonline. com - 20 Marzo 2007
OMOSESSUALE E DI CENTRODESTRA: PARLA DANIELE PRIORI, VICEPRESIDENTE DI GAYLIB
di Filippo Conticello
"Essere omosessuale in Italia non significa necessariamente indossare la maglietta del Che al Gay Pride"
È in pillole il pensiero di Gaylib, l'associazione che raccoglie gli omosessuali di centrodestra
In tempi di oscurantismo, discriminazioni e diritti difesi con estrema fatica, Gaylib combatte da destra "il bigottismo ed il clericalismo radicati come un cancro in entrambi gli schieramenti" .
Daniele Priori, venticinque anni e una passione per la scrittura (due libri già pubblicati e diverse collaborazioni all'attivo), ne è il vicepresidente dal 2004.
R@: Signor Priori, come nasce l'associazione Gaylib di cui lei è vicepresidente?
DP: "Nasce nel 1997, a tre anni dall'inizio del berlusconismo e un anno dopo la prima vittoria del centrosinistra alle elezioni politiche. Consolidata, infatti, l'idea che in Italia ci si sarebbe divisi su due schieramenti e che il movimento gay e l'Arcigay stessa, alla quale anche il nostro attuale presidente e molti dei fondatori aderivano, si era schiacciata tutta a sinistra, un gruppo cospicuo di persone (imprenditori, liberi professionisti, giornalisti, medici e certamente anche ragazzi, prevalentemente al nord) decisero di unirsi e dare vita così al primo gruppo unitario di centrodestra. C'erano, infatti, allora come oggi, persone vicine alla Lega, ad An e Forza Italia, ai partiti cattolici e all'area libertaria-radicale .
Crediamo che questa sia la vera forza del nostro gruppo, giunto ormai al decimo anno di vita".
R@: Il centrodestra italiano ha sempre assunto posizioni molto conservatrici sul terreno dei diritti civili e pare essere poco tollerante verso ogni diversità. Come coniuga le sue scelte nella vita privata con l'appartenenza pubblica ad una coalizione di questo tipo?
DP: "Credo sia meglio, non per i gay ma per i tanti cattolici divorziati che abbiamo in barca, parlare poco di vita privata, altrimenti potrebbero uscire ulteriori scheletri dagli armadi...Occore fare una distinzione relativamente ai periodi. Il centrodestra del '94 era infinitamente meno bigotto di quello attuale. Dal 2001 in poi, complici anche gli attacchi islamici all'occidente, c'è stata su tutti i fronti un serrate le fila da parte dei cattolici e il centrodestra per stupide logiche elettorali, che peraltro nel 2006 non hanno neppure premiato, si è schiacciato totalmente su posizioni clericali, al limite del neoguelfismo. E' bene però che si sappia che questo non solo non è il centrodestra che vogliamo, ma non è il centrodestra della tradizione italiana, storicamente laico grazie a forze come la Democrazia Cristiana e il Msi. Non è il centrodestra europeo dove vi sono esempi lampanti di posizioni laiche e riformatrici: da Sarkozy a Aznar, da Cameron alla Merkel. Il centrodestra italiano attuale è semplicemente un pasticcio che, infatti, perde le elezioni persino contro una alleanza improponibile come quella prodiana".
R@: Non solo le vecchie dichiarazioni di dubbio gusto dell'onorevole Calderoli e della Lega sugli omosessuali, ma adesso anche le recenti battute dell'onorevole Berlusconi. Come spiega tanta omofobia?
DP: "Più che omofobia lo chiamerei guappismo. Si divertono a fare i coatti quando poi, senza mezzi termini, sono sbugiardati dalle loro mogli. Le dico la verità: se oggi scendesse in politica Veronica la voterei proprio con affetto e stima!"
R@: La Casa delle Libertà è, a suo avviso, una coalizione veramente liberale?
DP: "Lo era e dovrebbe tornare ad esserlo. Adesso credo proprio non si possa parlare neppure di coalizione: ognuno va per conto proprio, tutti su strade sbagliate!"
R@: Qual è il suo giudizio sulla manifestazione per i Dico di sabato 10 marzo a Piazza Farnese?
DP: "È stato il secondo tempo di Vicenza. Una prova di forza della sinistra radicale contro i sostenitori del Partito Democratico. È tragico come l'Arcigay sia riuscita, volutamente o meno, a farsi sfilare di mano quella che doveva essere la manifestazione unitaria del movimento gay. Eppure noi eravamo lì. Non le nego, però, che ci siamo sentiti proprio poco rappresentati, anche perché al nostro presidente, come a quelli di molti altri gruppi, non è stata data la parola. Bella prova di democrazia e pluralismo per il movimento, non c'è che dire!"
R@: Esiste un monopolio culturale della sinistra su tematiche come queste?
DP: "Esiste su questa e su mille altre tematiche. La sinistra, forte dello spirito di appartenenza con cui ha svezzato da sempre i suoi militanti, riesce a canalizzare a bassissimo costo interi pacchetti di voti. Il pacchetto gay è tra questi. Speravamo, anche con la manifestazione del 10 marzo, in un cambio di rotta, ma purtroppo, a mente fredda, crediamo che la strada sia sempre la stessa: il movimento gay è per la sinistra, con la sinistra, nella sinistra".
R@: Come giudica l'interventismo della Chiesa nella "cosa pubblica"?
DP: "Disdicevole, eccessivo, del tutto inopportuno, prevaricatore. Il cardinale Ruini giocava a tutto campo senza che nessuno potesse dirgli niente, salvo essere accusato di anticlericalismo spicciolo. Non parliamo poi del pontefice, la cui sola immagine riesce a creare scoramento anche nei cristiani. Io sono un credente, ma penso che il volto e le parole di Gesù siano davvero altro dalla gerarchia ratzingeriana. Qualche speranza si può nutrire guardando il filone Martini-Tettamanzi: da loro Ratzinger & Co. dovrebbero frequentare almeno un bel corso di comunicazione cristiana, se ci fosse".
R@: L'Italia è un Paese libero o vi sono ancora pregiudizi e limitazioni per gli omosessuali?
DP: "L'Italia è un Paese furbo e provinciale. Tutto va bene purché non se ne parli. Nel pieno rispetto della dottrina cattolica non scritta. In ogni caso anche qui si stanno facendo passi da gigante, tra gli etero e anche tra i gay. Oggi, in materia di rispetto delle diversità, io punterei l'attenzione sulla famiglia e sulla scuola, due ambiti in cui un giovane omosessuale il più delle volte è ancora solissimo e destinato a soffrire. Anche in questo senso un Parlamento che legiferi e dei giudici che comincino a condannare per il reato di omofobia, come avviene ad esempio in Francia, sarebbero degli ottimi precedenti".

1 commento:
a SINISTRA, A DESTRA, AL CENTRO... E PURE FUORI! i tempi son durissimi, ma penso che noi LGBTQX lo siamo molto di più, perchè abbiamo l'allegria e l'intelligenza che ci sostengono con amore
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