Arrivano anche oggi le news dei cronisti senza frontiereBuena Vida a tutti
Gaya CsF
NOTIZIARIO GAYA CsF 20 MARZO 2007
NOTA DI REDAZIONE: Abbiamo preparato con il nostro staff un file audio-Fotografico sulla manifestazione "Diritti Ora", tenutasi lo scorso 10 Marzo a Piazza Farnese in Roma. Nel pomeriggio provvederemo all'invio del suddetto file, sperando di fare a tutti voi cosa gradita. Gaya CsF
L'ALTRO MARTEDI' DI RADIO POPOLAREla trasmissione di cultura ed informazione omosessuale di Radio Popolare condotta da Eleonora Dall'Ovo, Emiliano Placchi e Paolo Ruiu Martedì 20 marzo dalle ore 22.35 alle ore 23.30 presenta Deviati Mentali a Chi? speciale intervista a Pietro Barbetta docente di psicologia dinamica e psicodinamica delle relazioni familiari-Università di Bergamo e curatore del saggio La Famiglia in Disordine di Elisabeth Roudinesco Meltemi Editore e Tutto su Luchino Visconti vizio, provocazione e decadenza dell'omosessualità nel cinema del più grande regista del '900 a cura di Paolo Pedote
email: omomail@radiopopolare.it
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streaming su www.radiopopolare.it
satellite Eutelsat Hot Bird 13° Est, Frequenza 12.111 MHz
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COMUNICATO STAMPA
Bologna, 19 marzo 2007
FAMILY DAY: ASSOCIAZIONI OMOSEX ANNUNCIANO PARTECIPAZIONE "ANCHE NOI IN PIAZZA SAN GIOVANNI CON LE NOSTRE FAMIGLIE"
Anche noi parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio per le famiglie, perché anche le nostre sono famiglie italiane".
Lo annunciano in una nota congiunta le associazioni nazionali Agedo (ass. genitori di omosessuali), Arcigay, Arcilesbica, Famiglie arcobaleno (ass. papà e mamme omosessuali), e Liff (Lega italiana famiglie di fatto .
"Siamo famiglie italiane - si legge nella nota -.
Siamo genitori di figli gay, che amiamo vedere felici con i propri compagni.
Siamo coppie conviventi da vent'anni, senza diritti ma con una forte consapevolezza dei nostri doveri reciproci.
Siamo mamme lesbiche che amano i propri figli, anche se per lo Stato una di noi due è un'estranea.
Crediamo che le politiche per le famiglie vadano consolidate.
Chiediamo più assistenza per gli anziani, più asili nido, più agevolazioni per le famiglie numerose, più case popolari.
Chiediamo anche che questi interventi siano rivolti a tutta la popolazione, senza discriminare in base all'etnia, alla lingua, alla religione, all'identità di genere o all'orientamento sessuale.
Rispettiamo la Costituzione della Repubblica italiana, che nel riconoscere all'art. 29 i diritti delle famiglie sposate, non vieta in alcun modo il riconoscimento di altre unioni e nulla toglie alle altre famiglie, e che agli articoli 2 e 3 rispettivamente "riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità ", e sancisce che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
Chiediamo il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che all'art. 9 stabilisce in modo distinto il diritto a sposarsi e il diritto a costituire una famiglia, anche fuori del matrimonio".
"Per questi motivi e su questi presupposti parteciperemo alla manifestazione del 12 maggio per le famiglie italiane in piazza San Giovanni a Roma. perché noi siamo famiglie."
Ufficio stampa Arcigay
COMUNICATO STAMPA
CINZIA RICCI GAYA CsF
Carissimi, come sapete, nei giorni 21-22-23-24 Febbraio scorso, ho tenuto un seminario durante l'autogestione dell'Istituto Magistrale Matilde di Canossa, a Reggio Emilia (http://www.cinziaricci.it/seminario-intro.htm).
Successivamente al seminario e, peggio, alla pubblicazione delle pagine che lo raccontano, l'Istituto è stato fatto oggetto di telefonate anonime e mails denigratorie o ammiccanti certamente frutto della mente malata di solerti cittadini, genitori e studenti di sana e robusta costituzione eterosessuale, cattolica, incapaci di comprendere l'importanza del rispetto, del dialogo, del confronto, del pluralismo e della democrazia.
Neanche la "rossa" Reggio Emilia è immune dall'omofobia, dal disprezzo verso gli altri.
Su richiesta del Preside e in accordo con lui, ho deciso di proteggere i professori, le ragazze e i ragazzi coinvolti direttamente o indirettamente nell'autogestione omettendone nomi e volti.
In un momento storico e politico come quello attuale, dove siamo costretti ad assistere all'inutile, fuorviante e tedioso dibattito sulla legittimità dei Dico, dove il Papa quotidianamente offende le persone omosessuali, incita all'odio verso di esse e minaccia chiunque dissenta con le sue pretese e i suoi diktat, questo accade.
Non sono in discussione i diritti di là da venire, ma quelli che stupidamente crediamo assodati e garantiti. Informazione, cultura, libertà di parola ed espressione, incolumità fisica e mentale, ne fanno parte. Diritti dei quali ci stiamo facendo depredare a malapena accorgendocene, a malapena lamentandoci. Quando non ne avremo più, forse, troveremo la forza e il coraggio di sollevare la testa e riprenderceli. In attesa che quel giorno arrivi e poiché indietro non si può tornare, non rimane che opporsi, denunciare e resistere, anche a costo della vita.
Cinzia Ricci, 17 Marzo 2007
LESBICHE PALESTINESI
C'è un gruppo che si chiama "Lesbiche Palestinesi", che comprende sia donne della Giudea che della Samaria (anticamente terre dei Giudei, cioè degli Ebrei, oggi rinominate semplicemente West Bank o Riva Occidentale, in mano ai cosiddetti palestinesi e include anche donne arabe israeliane.
Questo gruppo terrà una conferenza sulla situazione delle lesbiche.
La conferenza del gruppo "Lesbiche Palestinesi", però, non si terrà, come sarebbe logico, in quelle terre chiamate palestinesi, ma ad Haifa, nello Stato democratico di Israele. Perché ?
Semplice! Se le lesbiche si incontrassero nelle aeree palestinesi, verrebbero assassinate.
Il movimento islamico israeliano ha denunciato Israele per avere concesso al gruppo di lesbiche di organizzare la conferenza in terra israeliana e promette violente reazioni contro Israele se non annullerà il permesso concesso.
Israele, però, come sempre, non rinuncerà alla sua democrazia e la conferenza delle lesbiche si terrà lo stesso, il 28 marzo ad Haifa.
http://haaretz.com/hasen/spages/835469.html
COMUNICATO STAMPA BABILONIA
-"Babilonia intervista il senatore Gianfranco Rotondi:
«Non escludo che Grillini possa diventare democristiano. Nella Dc storica più frequenze gay di oggi».
E se nella Democrazia Cristiana del senatore Gianfranco Rotondi, si venisse a sapere di omosessuali, li accetterebbero con dignità ?
La domanda al segretario nazionale dello scudo crociato fa parte dell’intervista "istituzionale" pubblicata sul nuovo numero del mensile storico omosessuale "Babilonia".
Risponde il senatore Rotondi: «Potrei dire con una battuta che anche sotto quest’aspetto era più frequentata la Dc storica che non quella attuale. Senz'altro accoglieremmo queste militanze alla luce del sole così come alla mia bimba più grande, che ha quattro anni, ho spiegato che due signori che abitano vicino, vivono insieme perché si vogliono molto bene».
Ovviamente, Babilonia, parla con Rotondi anche dei DiCo:
«La mia posizione - spiega Rotondi - sulle unioni civili e sull'apertura ai gay coincide con quella del Ppe e della Cdu tedesca che sono partiti di ispirazione cristiana. Dov'è lo scandalo?
Fuori squadra europea ci sono l'Udc, l'Udeur, la Margherita e Forza Italia».
Ma, riconoscere diritti alle coppie gay toglie qualcosa alla famiglia tradizionale?
«Secondo me no, - risponde il senatore Rotondi - perché si tratta di istituti profondamente diversi. Non crediate che la mia posizione sui DiCo sia stata applaudita dai miei iscritti: la Dc ha difeso la dignità e la libertà della Chiesa, ma ha saputo anche dire dei "no" quando essa chiedeva scelte politiche contrarie al progetto culturale dei cattolici democratici».
Parlando su una proposta di legge contro le discriminazioni di cui Franco Grillini è il primo firmatario, il segretario Rotondi confessa di non averla letta e risponde:
«Naturalmente risentirà della formazione culturale dell'on. Grillini che non è nato democristiano, anche se non si può mai escludere che lo diventi, visto che frequenta colleghi di partito senz'altro meno liberali di noi democristiani».
Il nuovo numero di Babilonia è quasi monotematico, con interviste, reportage e servizi, tutti sulle unioni civili e i DiCo.
Dall'America parlano una coppia di gay e una coppia di lesbiche che vivono insieme con due bambini nati da rapporti diretti. L'etologo Daniele Fanelli ci racconta storie raccapriccianti di chi cerca di guarire gli omosessuali con elettrochock e barbarie varie. Ancora due famiglie italiane, una gay e l'altra lesbica, narrano la crescita dei propri figli e, nella discussione sui DiCo, intervengono i maggiori esponenti del movimento omosessuale italiano, oltre alla consueta rubrica dell'on. Franco Grillini e del segretario nazionale di Arcigay, Aurelio Mancuso.
Per i più pignoli una cronologia: -dai Pacs ai DiCo- e una riflessione, dopo la lettera di alcuni militanti gay Ds a Fassino, Prodi e Rutelli, su come può nascere il Partito Democratico con il sostegno degli omosessuali o senza.
E a destra? Il nuovo direttore del Secolo, Luciano Lanna, spiega perché è giusto aprire il giornale di AN anche ai gay.
La redazione di "Babilonia"
LO STATO ITALIANO NON RICONOSCE DIRITTI CIVILI UGUALI PER TUTTI
Lo Stato Italiano non riconosce diritti civili uguali per tutti (PACS, Dico) obbedendo ai continui interventi della chiesa cattolica, una chiesa NON cristiana che è causa di sofferenze e morte ( preservativi, vite distrutte di omosessuali, pedofilia, etcetera, etcetera).
Lo Stato del Vaticano ha tutto il diritto di discriminare e/o emarginare chi le pare sul proprio territorio, ma non di interferire nella politica italiana ne’tantomeno di impedire che l'Italia sia un paese democratico nel quale tutte le persone dovrebbero poter godere degli stessi diritti.
Un paese NON E' DEMOCRATICO se esistono disuguaglianze di trattamento tra le diverse categorie di cittadini.
Oggi, la discriminazione nei paesi civili è un reato che non fa onore alla cristianità ne’allo Stato del Vaticano e neanche ai politici conniventi che propongono come leggi le idee diaboliche e anticristiche della dirigenza cattolica.
I signori e le signore della politica che obbediscono alla mentalità vaticanense dovrebbero ricordarsi che chi discrimina è colpevole di omicidio attraverso l'uso della parola, istiga al suicidio e crea un gravissimo disordine sociale.
Sappiamo tutti che la chiesa di Roma non è democratica ma viene guidata in modo fortemente maschilista (per modo di dire) da un papa ed un collegio di cardinali che esclude le donne.
Una chiesa che condanna tutti i rapporti sessuali (naturali) se non atti alla procreazione e che si autoimpone l'astinenza sessuale (innaturale), che ha coperto casi di pedofilia nei propri ranghi e che malgrado ciò si erge a sommo interprete del Cristo.
Una chiesa che asserisce di essere conoscitrice della verità di Dio e che invece dimostra di essere anticristica perché attraverso la parola predica l'emarginazione di una gran fetta della popolazione: pansessuali, bisessuali e omosessuali e che quindi è chiaramente causa di vite infelici, morti e suicidi non ultimo quello di Alfredo Ormando, datosi alle fiamme proprio in piazza san Pietro.
Peter Boom Gaya CsF
ASSOCIAZIONE NAZIONALE LIBERO PENSIERO GIORDANO BRUNO
Sezione di Viterbo.
CONFERENZA"Libertà fondamentali: dalla nascita alla morte"
Sala delle Conferenze della Provincia, via Saffi, Viterbo
martedì 20 marzo 2007 - h. 16.30
"La libertà di espressione spirituale inizia alla nascita e finisce con la morte di ognuno". Questo indicherebbe la nostra natura, se ascoltata con rispetto. Purtroppo uno schema mentale è sovrapposto alla spontanea rivelazione dell'umano in noi, prima ancora di essere italiani, cristiani o buddisti, noi siamo "uomini" ma tale consapevolezza è talmente offuscata che le nostre intrinseche qualità vengono sommerse da una pletora di idee, costrizioni e strutturazioni precostituite dalla società . Si potrebbe anche definire, con qualche eufemismo, "cultura" ma sicuramente è un recinto che impedisce il libero pensiero.
Non solo la "società civile" con le sue regole e le sue imposizioni di nazionalità etc. costringe l'uomo ad un'esistenza etichettata, anche le religioni contribuiscono enormemente alla stratificazione sociale e differenziazione di quel che è assolutamente indivisibile.
Dalla nascita alla morte entriamo in una gabbia ed uscirne sembra quasi impossibile.
Vediamo cosa si potrebbe fare. Pian piano l'uomo si sta riconoscendo sempre più abitante della Terra e non particolarmente di una nazione od etnia. Questa tendenza alla "globalità " va aiutata attraverso cambiamenti e riforme che portino la libertà personale dell'uomo alla suaoriginaria manifestazione.
Lasciando da parte il discorso della nazionalità che può essere superato il momento in cui le Istituzioni sopranazionali diverranno universalmente riconosciute e si sostituirà l'identità nazionale con l'idea della cittadinanza planetaria. Per questo occorre ancora attendere. Ma c'è qualcosa che si potrebbe iniziare a fare, qui ed ora, in Italia, a Viterbo, con questo stesso Governo in carica, ed è l'ampliamento delle libertà laiche a partire dalla nascita dell'individuo sino alla sua dipartita.
I bambini, i neonati, sono i primi sfruttati, in senso ideologico, obbligati dai loro stessi genitori e dalle esigenze "sociali" a subire la strumentalizzazione religiosa. Prima ancora che abbia potuto capire cosa significhi "religione", un bambino innocente viene obbligato ad un percorso religioso, del tutto inconsapevolmente, cominciando con il battesimo, poi la cresima e poi ancora la comunione. Il bambino incolpevole viene legato ai riti e ad una fede che non conosce e non ha l'età per capire se sia buona o cattiva. L'adesione ad una religione può avvenire solo nell'età della ragione, come fatto personale, e non come costrizione imposta dalla consuetudine o dalla paura.
Si va a votare a 18 anni?
Anche per l'adesione religiosa bisogna avere almeno quell'età , altrimenti è violenza e prevaricazione su minori.
C'è poi il problema della libertà espressiva della morte. Queste libertà , che vengono invocate per il post.mortem, sono di attualità e di grande valore sociale, anche per sottrarre il cadavere alle "lobbyes mortuarie". Si tratta qui di sottrarre fisicamente il cadavere a qualsiasi sfruttamento post mortuario, tenendo anche conto del rischio di predazione degli organi.
Anni fa fu presentata alla Camera dei Deputati (dal Circolo Vegetariano VV.TT.) una petizione per un'idonea legge sulla libertà espressiva della morte, con moltissime firme raccolte a Viterbo ed in tutta Italia, purtroppo ancora non si vedono risultati concreti, anzi si riscontra una ritrosia permanente a trattare questo tema. Si capisce che gli interessi smossi dalla morte sono tanti ma questo voluto silenzio, su un argomento che tocca i sentimenti (e le saccocce) di buona parte della popolazione, appare una forma di evidente censura."
Programma: Il 20 marzo 2007, a Viterbo, si tiene una conferenza su questi temi organizzata dall'Ass. Naz. Libero Pensiero Giordano Bruno in collaborazione con altre realtà laiche. Fra cui Accademia Kronos, Ass. Per la Cremazione (Socrem), European Consumers, ADUC, Accademia Kronos.
In termini estremamente pratici si parlerà della libertà di poter esprimere l'affiliazione religiosa solo con la maggiore età , si parlerà anche di un commiato laico, della libertà di cremazione e dispersione delle ceneri, della libertà di inumazione nel terreno prescelto, della libertà di astenersi dall'accanimento terapeutico. In tal senso già son pronte delle specifiche richieste che verranno avanzate, durante il convegno, agli Enti Locali ed al Governo. Si tratta qui di sottrarre fisicamente sia il minore che il cadavere a qualsiasi sfruttamento (tenendo anche conto del rischio di predazione degli organi). Nella laicità dello Stato è necessaria una normativa più liberale e democratica sulla gestione della nascita e della morte.
Interventi previsti: Osvaldo Ercoli, Ass. Naz. Libero Pensiero Giordano- Bruno Ennio La Malfa, Accademia Kronos- Vittorio Marinelli, European Consumers- Gianfranco Paris, Editrice BIG -Rolando Ciucciarelli, Socrem
Moderatore: Paolo D'Arpini
Info: liberopensierovt@libero.it
Tel. 0761-587200
Patrocinio della Provincia di Viterbo e della rivista Etrurialand
APPUNTAMENTI DEL DIGAYPROJECT
TAVOLI RACCOLTA FIRME PER IL REGISTRO SULLE COPPIE DI FATTO
Segue la lista dei tavoli dove sarà possibile firmare la proposta di iniziativa popolare sul registro delle unioni civili a Roma, da venerdì 16 Marzo a Domenica 19 Marzo.
LISTA: http://www.digayproject.org/notizie/notizia.asp?news=3094
CINEFORUM: REINAS - IL MATRIMONIO CHE MANCAVA
Sabato 17 Marzo, dalle ore 17:00 ci sarà la proiezione del film Reinas.
Il cineforum si terrà nella sede del DI Gay Project - via Costantino, 82 -
a due passi dalla metro B San Paolo.
LA STORIA: http://www.digayproject.org/notizie/notizia.asp?news=3095
TUTTI I VENERDI''DALLE 23.30 OMOGENIC
Presso il Circolo degli Artisti - Roma http://www.digayproject.org/eventi/
TUTTI I SABATI DALLE 23.00 GORGEOUS
Presso l''Alpheus Disco - Roma
http://www.gayvillage.it
http://www.gorgeousroma.it
NESSUNO TOCCHI CAINO
17.03.2007
PARLAMENTO EUROPEO.
GRUPPO ALDE INSISTE PER PRESENTAZIONE MORATORIA ASSEMBLEA GENERALE IN CORSO
- 16 marzo 2007: su iniziativa del Presidente Graham Watson e dei Deputati radicali Marco Pannella e Marco Cappato, il Gruppo ALDE (Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa) ha approvato, il 14 marzo, una proposta di interrogazione orale con dibattito indirizzata a Consiglio e Commissione. L'iniziativa è volta ad ottenere che siano onorati gli impegni presi affinché l'attuale Assemblea generale dell'ONU approvi una moratoria universale sulle esecuzioni capitali - come già chiesto dallo stesso PE, dalla Commissione, dal Consiglio, dal Parlamento italiano e dal Consiglio d'Europa - superando le attuali resistenze e la vera e propria "paura di vincere" da parte dei Governi europei. Il Gruppo ALDE chiede "per quale motivo ancora non è stato depositato, e nemmeno predisposto, un testo di risoluzione per l'Assemblea generale" e "quali sono gli sforzi e le azioni che la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri stanno dispiegando al fine di non dissipare questa storica occasione - davvero unica anche in termini di sostegno dell'opinione pubblica - per l'avanzamento dei diritti umani nel mondo".
La Conferenza dei Presidenti dei gruppi al PE ha dato il 15 marzo parere favorevole all'inserimento all'ordine del giorno della prossima sessione plenaria di aprile di un dibattito con la Commissione e il Consiglio che si concluderà con il voto su una risoluzione. All'inizio della settimana, Emma Bonino, ministro per il commercio internazionale e per le politiche, ha dichiarato a Radio Radicale che c'èè il rischio di un rinvio. "Col passare dei giorni - spiega la Bonino - si rischia di ritrovarci in una situazione in cui non c'e' un voto negativo politico esplicito ma una specie di resistenza passiva che produce un nulla di fatto".
Il ministro Bonino esprime quindi preoccupazione perché i giorni stanno passando in modo inesorabile e l'iniziativa "sposata così a fondo dal Governo italiano e con il sostegno del Presidente della Repubblica rischia di portare a un altro rinvio.
Da parte sua, Marco Pannella ha "acquisito la quasi-certezza che il governo di centrosinistra, con il supporto del centrodestra, si appresta a far decadere la proposta italiana di una moratoria sulle esecuzioni capitali in sede Onu".
L'Europarlamentare radicale e Presidente di Nessuno tocchi Caino ha reso la dichiarazione nel corso di un collegamento con Radio Radicale da Piazza Farnese, dove il 10 marzo si svolgeva la manifestazione in sostegno dei Dico.
Bonino e Pannella hanno chiesto un incontro urgente al premier Romano Prodi e al ministro degli Esteri Massimo D'Alema.
IRAQ. CONDANNA A MORTE CONFERMATA PER EX VICE PRESIDENTE RAMADAN
- 15 marzo 2007: una Corte d'Appello irachena ha confermato la condanna a morte di Taha Yasin Ramadan, ex vice presidente dell'Iraq di Saddam Hussein. La condanna all'impiccagione potrebbe essere eseguita "in qualsiasi momento", ha detto il giudice Munir Haddad, ricordando che, in base alla legge irachena, l'esecuzione deve avvenire entro 30 giorni. La condanna all'impiccagione era stata emessa lo scorso gennaio dall'Alta Corte irachena. In origine, lo scorso 5 novembre, Ramadan era stato condannato all'ergastolo dall'Alta Corte in relazione alla strage dei 148 sciiti di Dujail, avvenuta nel 1982, per la quale sono già stati impiccati l'ex presidente iracheno Saddam Hussein e due suoi gerarchi, Barzan al-Tikriti e Awad Hamed al-Bandar, rispettivamente ex capo della polizia segreta di Saddam Hussein ed ex capo del tribunale rivoluzionario. La Corte d'Appello aveva in seguito raccomandato per l'imputato la pena capitale, rimandando il caso all'Alta Corte, che a sua volta ha emesso la condanna all'impiccagione.
Dopo la caduta del regime di Saddam Hussein, avvenuta il 9 aprile 2003, la pena di morte in Iraq era stata sospesa dall'autorità Provvisoria della Coalizione.
E' stata reintrodotta dopo il trasferimento di poteri alle autorità irachene, avvenuto il 28 giugno 2004. L'8 agosto 2004, a poco più di un mese dal suo insediamento, l'allora Governo iracheno ad interim guidato da Iyad Allawi ha varato una legge che ripristina la pena di morte per omicidio, sequestro di persona, stupro e traffico di stupefacenti.
Il 4 ottobre 2005, il Parlamento iracheno ha approvato una nuova legge anti-terrorismo che prevede la pena di morte per "chiunque commetta ... atti terroristici", così come per "chiunque istighi, prepari, finanzi e metta in condizione terroristi di commettere questo tipo di crimini".
MAROCCO. IL RE CONCEDE LA GRAZIA A 14 CONDANNATI A MORTE
- 2 marzo 2007: il re del Marocco ha concesso la grazia a 14 condannati alla pena capitale, ha annunciato in televisione il Ministro della Giustizia marocchino.
La decisione giunge nell'ambito di un'amnistia che il sovrano Mohammed VI ha concesso a un totale di 8.836 detenuti, a seguito della nascita della sua prima figlia, la principessa Lalla Khadija, avvenuta il 28 febbraio.
Per molti osservatori si tratta di un ulteriore segnale nella direzione dell'abolizione della pena capitale nel paese.
L'ultima esecuzione in Marocco è avvenuta nel 1993 quando Mohammed Tabet, questore di polizia e capo dell'intelligence generale del paese, è stato giustiziato per abuso della sua posizione e stupro di centinaia di donne e ragazze.In occasione del Terzo Congresso Mondiale contro la Pena di Morte, tenutosi a Parigi all'inizio di febbraio di quest'anno, il presidente del Consiglio Consultivo per i Diritti Umani marocchino, Idris Ben Dhikri, ha annunciato che il Marocco abolirà la pena di morte prima del termine dell'attuale mandato parlamentare, ossia entro la fine di aprile. Dhikri ha dichiarato esserci un consenso generale sull'argomento, ed ha reso noto che è stata formata una commissione giuridica incaricata di modificare il codice penale in vista dell'abolizione.
CINA. più CAUTELA NEI CASI CAPITALI
- 11 marzo 2007: la Cina chiede alla propria polizia e magistratura di trattare con maggiore cautela i casi capitali. In un documento emesso congiuntamente da Corte Suprema del Popolo, Procura Suprema del Popolo, Ministero della Pubblica Sicurezza e Ministero della Giustizia, viene raccomandato ai funzionari giudiziari di rispettare con scrupolo la legge nella ricostruzione dei fatti, raccolta delle prove, applicazione delle procedure e decisioni relative all'entità della pena. Oltre a punire i criminali -afferma il documento - bisogna proteggere i loro diritti umani, compreso quello a non subire umiliazioni: non si potranno più esibire in pubblico persone sospettate o condannate a morte. La polizia non dovrà usare la tortura nel corso degli interrogatori, al fine di estorcere confessioni, vietati inoltre metodi illegali di raccolta delle prove. Per quanto riguarda i giudici, a ogni livello nella gestione di casi capitali dovranno prestare maggiore attenzione alla validità delle prove. Tutti gli organismi preposti all'applicazione della legge dovranno collaborare tra loro, in modo che ogni condanna a morte venga emessa con equità. Viene infine ricordato che la sola Corte Suprema del Popolo ha il potere di ratifica finale delle condanne capitali.
LIBIA. L'EUROPA NON INTERFERISCA NEI NOSTRI AFFARI INTERNI
- 12 marzo 2007: il Parlamento libico ha duramente criticato la campagna dell'Unione Europea per il rilascio delle cinque infermiere bulgare e del medico palestinese condannati a morte nel paese, riporta l'agenzia ufficiale JANA.
I sei operatori sanitari sono stati riconosciuti colpevoli di aver intenzionalmente infettato col virus HIV 426 bambini ricoverati in un ospedale di Bengasi.
La risoluzione approvata l'11 marzo dal Parlamento libico condanna l'orrendo crimine commesso contro i bambini ed esprime solidarietà e sostegno nei confronti delle loro famiglie oltre a sollecitare i principi di mutuo rispetto e la non-interferenza negli affari interni di un paese straniero".
Lo scorso 18 gennaio il Parlamento dell'Unione Europea aveva chiesto agli stati membri di riconsiderare le loro relazioni con la Libia, in caso di mancato rilascio dei sei operatori sanitari. La risoluzione approvata dagli europarlamentari chiede inoltre alla Commissione europea di seguire il caso da vicino.

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