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venerdì 16 marzo 2007

su 10 marzo lettera aperta a Pierluigi Diaco

Bologna, 16 Marzo 2007

SIAMO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE OMOSESSUALE, NON COMUNIONE E LIBERAZIONE
LETTERA APERTA A PIERLUIGI DIACO, CO-PRESENTATORE DELLA MANIFESTAZIONE DEL 10 MARZO, DIRITTI ORA!



Caro Pierluigi Diaco,


abbiamo letto, con poca meraviglia, una sua intervista sull'Avvenire di ieri, 15 Marzo 2007, dove, a proposito della manifestazione di sabato scorso, Lei dichiara: "Da cattolico, non potevo certo condurre una manifestazione contro la Chiesa, tant'è vero che quando sono partiti striscioni e slogan contro Mastella, Andreotti e la Cei li ho zittiti"; poi continua affermando, a proposito dei DiCo, che "si possono riconoscere alcuni diritti agli individui che convivono".

Sentiamo, dopo queste parole, la necessità di spiegarLe alcuni passaggi fondamentali, evidentemente oscuri e di difficile comprensione.

Arcigay è la principale Associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano, non Comunione e Liberazione.

Se una persona di mondo come Lei, non riesce a fare una distinzione culturale e politica tra cattolicesimo e gerarchia vaticana, significa che s'identifica nelle posizioni di potere espresse da oltretevere, piuttosto che riconoscersi nel sentimento democratico e fraterno dei tanti "cattolici adulti" di questo paese frastornato dalle urla di Santa Romana Chiesa.

Significa che per lei la gerarchia e il cesaro-papismo sono tutto. Lei, Pierluigi Diaco, è un ciellino. Se ne faccia una ragione. E la prossima volta, vada al meeting di Rimini; si troverà a suo agio. Anche lì è pieno di omosessuali - anche se sono meno simpatici - .

Per fortuna che dopo le sue censorie parole ha parlato uno spirito libero come Don Franco Barbero.

Della manifestazione Diritti Ora! vogliamo ricordare le sue parole:

"Domani porterò nella mia messa quell'amore che oggi ho sentito qui; quell'amore che il Vaticano non capisce. Non c'è nessuna parentela fra Gesù Cristo e i faraoni della Città del Vaticano. Siamo uno stato laico dove gli uomini e le donne scelgono se credere o non credere. Ma attenti! Chi condanna l'amore deve chiedersi perché è passato all'opposizione del popolo di Dio."

Ci permettiamo, caro Diaco, di darle un amichevole suggerimento. Invece di cercare una quotidiana presenza mediatica, si ritiri per qualche tempo dalle scene, vada a passare un periodo di riflessione e ritrovi serenità e coraggio. E faccia anche un salto alla comunità di base di Don Franco Barbero. L'accoglieranno a braccia aperte, con quella fratellanza che la sua Chiesa spietata ha dimenticato da secoli.

Meno presenzialismo e più orgoglio e autonomia di pensiero, per dirla con una frase utile a tutti e a tutte.


La salutiamo con sincero affetto,
l'Arcigay "Il Cassero".


PS: non se la prenda se per qualche anno non le chiederemo d'intervenire alle iniziative del movimento gay e lesbico italiano. Lo sa bene anche lei: gli attacchi più disgustosi al movimento sono quelli che arrivano dall'interno. A noi Zeffirelli e compagni non sono mai piaciuti.








Ufficio Stampa Arcigay "Il Cassero"
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