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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

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sabato 10 febbraio 2007

Adele Faccio

da Notizie Radicali
L'annuncio «a funerali avvenuti», per espresso desiderio dei congiunti
Morta la radicale Adele Faccio
Nota per le sue battaglie per i diritti civili negli anni '70, soprattutto a favore della legge sull'introduzione dell'aborto (http://www.radicalparty.org)

ROMA- È morta ieri a Roma Adele Faccio, deputata radicale nella settima e ottava legislatura, nota per le sue battaglie per i diritti civili negli anni '70. Aveva 86 anni. L'annuncio della morte, «a funerali avvenuti, per espresso desiderio dei congiunti», arriva dalla Lega per i diritti sessuali della persona. «L'Italia dei cittadini - si legge nella nota - ha perso una formidabile assertrice del diritto, le donne l'alleata appassionata, gli omosessuali una sostenitrice, il partito radicale una figura di spicco, la lega per i diritti sessuali della persona ha perso la sua presidente». Nel comunicato si sottolinea che Adele Faccio, «con le sue battaglie per i diritti civili, ha contribuito a migliorare la nostra Repubblica. Di lei - conclude la nota - sentiremo tutti la mancanza».
Nata a Pontebba, il 13 novembre 1920, esponente del Partito Radicale, la Faccio divenne nota al grande pubblico negli anni Settanta per le sue lotte a favore della legge sull'introduzione dell'aborto in Italia. Il 26 gennaio 1975 ad una manifestazione politica tenuta al Teatro Adriano a Roma, la Faccio, all'epoca presidente del Partito Radicale, dichiarò pubblicamente di aver interrotto volontariamente una gravidanza. Fu immediatamente arrestata dalla polizia, in quanto l'aborto volontario era in quel momento ancora un reato. Nel 1989 fu una dei fondatori dei Verdi Arcobaleno.

09 febbraio 2007

4 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.radioradicale.it/e-morta-adele-faccio

Una bella Pagina con link su radioradicale.it

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Ciao, Adele
Non dico addio ...
Giancarla Codrignani


Non dico addio, perché anche lei non ha voluto congedi definitivi e ci ha fatto sapere dopo che era già andata via. E' bene che lo sappiano anche quelle che non l'hanno conosciuta: tutte le donne del nostro paese hanno imparato da lei e le sono debitrici. Era una radicale, la sola che avesse fatto la Resistenza; aveva il senso dello Stato, ma senza indulgenze per quello che di non conforme ai diritti partiti e governi disponevano. Ma il suo massimo impegno era soprattutto a favore delle donne.
Sullo strazio di vita e di dignità rappresentato dalle centinaia di migliaia di aborti clandestini che avvenivano nel nostro paese, ha alzato la denuncia al massimo livello, finendo in carcere per aver dichiarato, in una pubblica manifestazione, un'interruzione di gravidanza mai avvenuta.
Quello scandalo aprì la breccia per tutte e risvegliò nella società la responsabilità di fronte alla così vasta e rimossa piaga sociale.
Io, come tante, ero rimasta una "ragazza perbene", che conosceva l'esistenza dell'aborto, ma non si era mai resa conto che, forse, una compagna di scuola aveva vissuto quel dramma nel silenzio. La testimonianza di Adele mi fece capire: partecipai al movimento e, poi, fui sua compagna in Parlamento, nell'impegno per la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza e, poi, per la campagna referendaria. Se la legge rimase, difesa da due terzi dei votanti - un esito che dimostrò il peso dell'autorità femminile nelle famiglie, in cui anche i cattolici votarono con i laici – è per quello scandalo voluto da Adele. Credo di averla conosciuta bene, nel rigore appassionato e nella dolcezza; e quando ascoltavamo i suoi interventi a Montecitorio, tra le critiche maligne dei maschi, sapevamo di avere davanti davvero una "bella" figura di donna. Una carezza, Adele, a nome di tutte.
(15 febbraio 2007)

Anonimo ha detto...

Dede se n'è andata, dove non so e sono certa che neanche lei pensasse di volerlo sapere.
Adele firmava le sue poesie-di-colori con quello che era il suo nome, quello di quando era bambina, perchè ha sempre fatto di tutto, malgrado tutto ciò che ha attraversato, per conservare l'ingenua limpidezza di spirito dei bimbi.
Ci siamo incontrate, anzi scontrate ( nel vero senso della parola), sulla porta di accesso alla sala dell'hotel Minerva dove si riunirono per la prima volta quei volenterosi che diedero vita e voce e voto alla Lega Italiana per il Divorzio. Era il secolo scorso, avevo 26 anni e lei 52, è stato amore e amicizia a prima vista. Amore, senza paura e senza ipocrisia, senza sovrastrutture nè morbosità. Noi ci intendevamo e tanti/e, troppi/e non capivano, perchè incapaci di provarlo, al di là del bene e del male, fatto di rispetto delle nostre differenze e di stupore per le nostre affinità. Nata lo stesso giorno e mese di mia madre, ma quando mia madre aveva 23 anni e in tutt'altro luogo, ma avevano molte caratteristiche intellettuali e affettive, oltre che politiche, ma non l'ho mai considerata "come mia madre" né lei mi considerò mai come "figlia", e di ciò ne fummo davvero fiere e consapevoli entrambe. Semmai questo creò tra noi un particolare legame, stranamente astrologico/politico, del quale ci divertivamo moltissimo, in una sorta di complicità intellettuale e politica, e anche artistica. Il creare era forse la cosa che ci affascinava di più e ci appagava enormamente confrontare i nostri esperimenti con la materia, la forma, il colore, le parole , come con le idee e ci univa profondamente il piacere estetico, la ricerca della bellezza in tutte le sue forme a cominciare dalla natura, per terminare, ma non terminare, in cucina.
Le donne, quelle vere, quelle che conoscono cosa significa esserlo in questo mondo di maschi, di mariti, di preti, che le vuole ridurre perpetuamente in schiavitù anche mentale, abbrutendole attraverso il sesso, la maternità, il lavoro "produttivo" funzionale a questo loro universo, negando loro identità creativa fuori del far figli, non possono che essere solidali, perchè solidarietà per le donne non ce n'è ancora, da parte maschile.
Non ancora.
Non c'è libertà di esistere per sé così come si è, donne a 360 gradi.
Non ancora.
Non c'è libertà di costruire il mondo a misura degli esseri umani, tutti.
Non ancora.

Spero che dovunque tu sia, Dedè, ammesso che tu sia da qualche parte, abbia trovato qualcosa di quel che hai cercato di costruire attraverso tutto il tuo viaggio qua.