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venerdì 21 giugno 2024

Molte le condanne in Russia per diserzione

di Yurii Colombo 

  da   il quotidiano LA RAGIONE 21 Giugno

I primi numeri, incompleti, sulla fuga dei giovani russi dalla guerra

Mosca – La diserzione, il rifiuto di prestare servizio militare, persino la propaganda disfattista sono fattori ineliminabili all’interno di qualsiasi esercito in guerra. Ci si rifiuta di combattere per motivi religiosi, etici, politici o più semplicemente per paura. In ogni guerra è però la dimensione del fenomeno che ne fa o meno un fattore politico: per questo motivo ogni governo è interessato a rilasciare meno informazioni e dati possibili su queste dinamiche.

L’agenzia di stampa di opposizione russa “Mediazona” è riuscita qualche giorno fa a mettere le mani sui dati dei casi penali intentati dai tribunali russi contro militari accusati di essersi rifiutati di prestare servizio dal gennaio 2022 a oggi e che forniscono un quadro, allarmante, della situazione al fronte e nelle caserme. Da quella data i tribunali militari russi hanno ricevuto 10.025 casi penali di rifiuto di servire sotto le armi. “Mediazona” ha raccolto informazioni sui casi apparsi sui siti web dei tribunali militari. «In realtà sono molti di più» afferma un giornalista dell’agenzia. «In primo luogo non è detto che siamo riusciti a ‘pettinare’ fino in fondo il web, in secondo luogo una serie di casi potrebbero non essere stati pubblicizzati». Questo avviene soprattutto quando i soldati fuggono direttamente dal fronte, si danno alla macchia e si rifugiano in un Paese vicino.

Da quando nel settembre 2022 è stata annunciata la ‘mobilitazione parziale’, i tribunali hanno ricevuto 9.059 casi di abbandono non autorizzato dell’unità (art. 337 del Codice penale della Federazione Russa), 627 casi di mancata esecuzione degli ordini (art. 332 del Codice penale) e 339 casi di diserzione (art. 338 del Codice penale). Complessivamente si tratta di 10.025 persone, 8.589 delle quali sono già state condannate. La pubblicazione osserva anche che prima dell’annuncio della mobilitazione e dell’inasprimento delle pene in base agli articoli ‘militari’ del Codice penale nell’autunno del 2022, i militari russi non erano stati praticamente mai perseguiti per il rifiuto di prestare servizio. Poi nel settembre 2022 il presidente Vladimir Putin, poco dopo l’annuncio della mobilitazione, ha firmato una legge che inaspriva la pena per l’abbandono non autorizzato di un’unità durante la mobilitazione o la legge marziale. Adesso la diserzione comporta una pena fino a dieci anni di reclusione.

Malgrado questo i casi hanno continuato ad aumentare: dai poco più di 100 del gennaio 2023 agli oltre 500 mensili registrati in questa prima parte del 2024. Un’accelerazione del fenomeno che si è notata anche direttamente nelle aule dei tribunali: nel marzo scorso i giudici militari hanno emesso 684 sentenze per casi di abbandono non autorizzato dell’unità e nel mese successivo hanno ricevuto 929 casi penali di questo tipo. Alla fine di aprile i tribunali emettevano 34-35 sentenze al giorno. Tuttavia il più delle volte queste prevedevano la sospensione della pena se il condannato accettava di ritornare al fronte.


Da quando la Russia ha iniziato la guerra, oltre 3.100 ufficiali, di cui 379 con il grado di tenente colonnello o superiore, sono stati uccisi in combattimento in Ucraina. Quasi 5.354 vittime sono state contate tra i soldati russi appena reclutati.

 Le stime totali delle vittime variano molto a seconda della fonte: alti funzionari della Difesa statunitense stimano che finora siano stati uccisi o feriti circa 315.000 soldati russi. Al 18 febbraio, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine afferma che la Russia ha perso 402.430 soldati.

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