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martedì 10 settembre 2019

In ricordo di Beatrice Cenci

Il prossimo 11 settembre ricorrerà il 420° anniversario della morte di Beatrice Cenci, nobildonna bella e colta, amata dal popolo romano, nata libera e ricchissima ereditiera, imprigionata a lungo tra Castel Sant'Angelo e Tor di Nona, torturata orribilmente e giustiziata a Roma mediante decapitazione assieme alla sua matrigna Lucrezia Petroni e ai suoi fratelli.

Fu costretta a pagare la sua bellezza, la sua fierezza e la sua ricchezza per ordine del papa Clemente VIII con questa sorte orribile che ancora a Roma viene definita "er fattaccio"

La sentenza capitale fu eseguita, senza possibile appello, l'11 settembre 1599 a Roma, al termine di un processo farsa in cui fu giudicata colpevole di aver assassinato suo padre Francesco, ricchissimo e dissoluto figlio del banchiere Cristoforo Cenci, delitto che probabilmente lei e la matrigna non avevano commesso.

Lo scopo del potente pontefice, non dichiarato ma noto a tutti i cittadini romani, fu quello di impossessarsi dell'ingentissima fortuna in proprietà immobili e mobili della famiglia Cenci, che venne infatti distribuita dallo stesso tra il nipote Aldobrandini e i suoi sostenitori e clienti.

Ma non ebbe pace neanche da morta.
Le spoglie di Beatrice, custodite nella cripta del tempietto di San Pietro in Montorio per sua espressa volontà, sono state private della testa, collocata accanto alla bara col corpo, da un ignoto soldato francese al soldo del Papa Pio IX, durante la terribile battaglia in cui cadde la Repubblica Romana del 1949, e mai più ritrovate...


Dedichiamole un pensiero affettuoso e un ricordo.


Di lei ci è giunto forse solo questo ritratto, attribuito a Guido Reni, conservato nella Galleria di Palazzo Barberini


Ma le sue delicate fattezze sono reperibili anche in altri dipinti dell'epoca ..

Santa Caterina d'Alessandria
 dipinto a olio su tela (173x133 cm) realizzato nel 1598-1599 dal  Caravaggio

Maria Maddalena 
Guido Reni 1630 circa 



e in questa stupenda tela del Caravaggio del 1597



Si dice che Caravaggio abbia dipinto il quadro qui sopra pensando alla storia di Beatrice Cenci accusata e riconosciuta colpevole, insieme alla matrigna e al fratello, di aver ucciso il padre, dopo averlo addormentato con l'oppio. Anche per questa ragione la tela è stata ritenuta dipinta nel 1599 circa (anno in cui Beatrice fu giustiziata).

Tuttavia è possibile legarne la commissione a una ricevuta di pagamento, da parte di Ottavio Costa a Caravaggio per un quadro già iniziato, datata 21 maggio 1602.

AMg

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