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domenica 19 maggio 2019

Lettera al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana

Non c'è più bisogno di Radio Radicale ?

29 dic 2018, 00:35
Da Alba Montori a  Presidente

Gentile Presidente Giuseppe Conte,

lotto da tutta la mia vita per i diritti civili delle persone e per il diritto primario a informarsi e informare correttamente, perciò ritengo necessario spezzare una lancia a favore di Radio Radicale, un esperimento di informazione libera e oggettiva in corso da più di 30 anni e vedendo che si tende a considerarla praticamente solo come un giornale di partito attivo solo per le costose sovvenzioni pubbliche, solo per fare pubblicità solo al proprio partito. Radio Radicale è nata e da sempre a disposizione di tutti, in particolare di ciò che viene trascurato dai media ufficiali e di partito, a disposizione dell'informazione diretta e corretta, senza filtri, rivolta a tutte le parti politiche e sociali.

Radio Radicale l'abbiamo creata (c'ero anche io) nel lontano 1976, con pochi soldi di amici e compagni, molto garibaldina e un po' stracciona, ma ricca di fantasia e di politica controcorrente, fatta di notizie vere e che ho insistito personalmente fosse rigorosamente senza pubblicità, perché chi ti finanzia ti può anche ricattare.

Allora eravamo solo un manipolo di semplici cittadini, il nostro motto era conoscere per deliberare, e l'informazione corretta la nostra mania. Ci siamo inventati cose incredibili coi pochi mezzi disponibili per dare voce alla gente, quella che non l'aveva mai avuta.

Poi abbiamo inventato Radio Parlamento ed è stata la voce del Palazzo trasferita nelle case, pari pari, così come usciva dai microfoni della Camera, rubata all'inizio con un cavo direttamente dal sistema di trasmissione dell'aula.. Il massimo del rimborso-spese per chi mandava avanti le trasmissioni, che si accettavano solo da parte di tre o quattro, erano cifre iperboliche come 50.000lire, il lavoro era in massima parte volontario e gratuito.

Ma volevano ascoltare RR in tutta Italia ed era necessario potenziare i trasmettitori; servivano soldi per le attrezzature, si decise in un Congresso di farlo utilizzando così il finanziamento pubblico del Partito Radicale, visto che eravamo costretti a prenderlo perché allora presenti in Parlamento, malgrado l'avessimo combattuto con un referendum... E' stato difficile accettarlo, non lo volevamo e ci siamo arrovellati per giorni, infine decidemmo di usarlo solo per pagare il lavoro tecnico e potenziare le strutture di emissione e i trasmettitori.

Poi nel giro di qualche anno la rosa RR è diventata piuttosto un carciofo, dopo l'estate delirante di "Radio parolaccia" la routine ha preso un po' il sopravvento, e la fantasia politica e culturale è pian piano scomparsa tra le pieghe delle ristrutturazioni tecniche. Però la Radio ha conservato la configurazione di organo di partito, e anche se il partito (Partito Radicale Transnazionale) ha deciso per statuto da quasi vent'anni di non presentarsi a elezioni come tale, il lavoro di raccolta, diffusione e archiviazione delle sedute del Parlamento, dei congressi e di tutti gli eventi politico-culturali è stato sovvenzionato da un contributo dello Stato che è neanche la decima parte di quello assegnato a Rai-Parlamento, che lo fa in modo penosamente parziale e lacunoso.

Certo, Radio Radicale nacque povera e autofinanziata, fatta da volontari e senza pubblicità. Quella radio Radicale fece la rivoluzione dell'informazione. 

Magari potrebbe essere costretta a provarsi a rifarla con gli stessi mezzi, anche se i tempi e le persone sono un po' diversi.

Perciò è bene che il Governo rifletta un attimo, si informi correttamente e osservi i bilanci di radio Radicale, prima di tagliarle i fondi più o meno drasticamente.

A meno che non decida che non c'è più bisogno di Radio Radicale, che l'archivio va smantellato e la struttura messa sul mercato, alla faccia della libera e corretta informazione..

Grazie per l'attenzione e la pazienza

cordialmente


Alba Montori


P.S. A disposizione per ulteriori informazioni .cell 3337...

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