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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

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lunedì 4 aprile 2016

La festa dei matrimoni LGBTQE a L'Aquila - 1 giugno 2008

La festa dei matrimoni LGBTQE aquilana dell'1 giugno scorso organizzata dalle Amazzoni di Arcilesbica L’Aquila, dai Verdi Abruzzo, da Arcigay Consoli L’Aquila e da Stargayte, è stata davvero una esperienza molto bella e ricca di stimoli alla riflessione per tutta la comunità varia, ma soprattutto per la comunità abruzzese e non solo, spero. 
Per me è stato un modo in più per mettere il mio affetto e la mia esperienza di vita a disposizione di persone cui voglio bene per la passione che dedicano alla lotta per i diritti di tutti, a cominciare da una consistente fetta della società che per lo stato è come non esistesse o quasi.
Qualcuno potrà cercare di denigrare il significato di queste "unioni", sostenendo che si trattava di una pagliacciata, priva di valore legale e anche forse politico, una "menzogna mediatica", anzi credo che qualcuno lo stia già facendo. Altri dopo aver gridato e tuonato allo scandalo hanno scelto le "preghiere collettive" per scongiurare gli effetti nefasti di questa indegnità...

Molti però dei presenti che assistevano erano e dichiaravano di essere felici di esserci e si auguravano che queste "nozze finte" potessero presto essere celebrate come "nozze vere " in Comune, come per tutti gli eterocittadini che lo chiedono all'ufficio apposito e cui è consentito di "fare le pubblicazioni".

Il 30-11-2003 scrivevo a Massimo Consoli: 
--Sono anni che dico ( e pratico, anche) il concetto che l'unione matrimoniale regolata per legge (soprattutto se religiosa) è una solennissima cazzata buona per le menti deboli e prive di fantasia... Ma visto che in ogni caso qualunque forma -legalizzata- di "matrimonio" è legata assolutamente al "patrimonio", meglio sarebbe senz'altro usare la legge, che c'è già e permette molte deroghe alla tradizione cattolicoromana ( non-automatica comunanza dei beni,non-automatico obbligo di convivenza sotto lo stesso tetto, mantenimento del proprio cognome, aggiungendo magari l'attribuzione di entrambi i cognomi ai figli, eccetera, ad esempio) come puro canovaccio per progettare ciascuno il proprio -a due- progetto di matrimonio e magari, se non è previsto o prevedibile da leggi buone per la maggioranza dei casi, rivolgersi a un notaio per stendere il patto tra persone ( di qualunque sesso siano) anziché al delegato del sindaco !
 Credo che su questo principio dovremmo muoverci ,a mio modesto parere.-- 

Aggiungo oggi (6 giugno 2008) che personalmente, assieme al mio amico e compagno di vita da ormai 37 anni, nel lontano 1971 decidemmo di utilizzare la legge "matrimoniale" vigente e unire le nostre esistenze con un patto di reciproca solidarietà e affetto, da L e G quali eravamo e perfettamente consapevoli di esserlo, visto che ci eravamo conosciuti proprio fondando quel movimento di liberazione sessuale da cui nacquero tutti gli altri. 
Facendoci forti del "nuovo  Diritto di Famiglia" ( che fu ampliato e reso più rispettoso della parità poi nel 1975, anche se non ancora abbastanza) e rassicurati dall'approvazione della legge suldivorzio, decidemmo di tentare questa avventura dell' "unione civile", in Campidoglio con l'assessore anziano a officiare e senza veli bianchi, né io, né lui. 

Scandalo n.1: niente chiese e niente preti.
Nella cattolicissima Italia ( la religione cattolica era ancora religione di stato) e sotto il naso del papa!
 Nel mondo ( anni settanta e successivi), dove comunque potevamo "apparire" come una qualunque coppia etero, ma non lo eravamo di fatto, abbiamo affrontato molte, moltissime difficoltà nella società "civile", poiché pretendevamo di muoverci nel lavoro e nella società e in famiglia con la nostra identità e in assoluta parità, senza nasconderci o mentire, e questo rappresentava lo scandalo n.2 come sarebbe apparso forse logico, ma che comunque ci ha portato a radicalizzare le nostre posizioni politiche.
Ma la cosa che non avevamo assolutamente previsto è stato lo scandalo n. 3, quello suscitato fin da subito proprio all'interno della nostra stessa comunità, dove molte persone, che sono tuttora considerate tra gli "ideologi" GLBT italiani, non riuscirono a comprendere la rivoluzionarietà del nostro atto e spesso cercarono e cercano tutt'ora ( anche con successo) di emarginarci, ciascuno ed entrambi, misconoscendolo soprattutto politicamente come una posizione "di destra" o reazionaria, con una sorta di "ostracismo" che in realtà è probabilmente una forma più o meno cosciente di omo/lesbo-fobia interioriorizzata.
 Mi/ci ha provocato molti dispiaceri, sentirci emarginati proprio tra quelli che meglio avrebbero dovuto comprenderci, ma siamo andati avanti, dopotutto sapevamo fin dall'inizio che il percorso non era di quelli agevoli, né avremmo avuto sconti da nessuno, amici o avversari che fossero. 
Massimo Consoli rimase sempre, anche a distanza di oceani e di gruppi, amico e compagno nella lotta per la libertà: non fu mai tra quelli che ci emarginavano o ci prendevano in giro o addirittura ci denigravano; anche se all'inizio rimase sorpreso della nostra scelta fu uno dei pochissimi non solo a non scandalizzarsi, ma piuttosto a cercare di capire. Anzi amicizia e rispetto reciproco ne uscirono rafforzati. Dopotutto la diversità vera è una ricchezza, l'amore e la libertà sono fatti di rispetto dell'altro: di ciò ne eravamo così convinti che proprio su questo abbiamo costruito la nostra lunga amicizia.
 E forse è proprio per la sua curiosità circa il nostro progetto di unione e alle relative discussioni, se prese ad interessarsi all'argomento. 
Rileggendo la formula messa a punto proprio da lui per le Unioni o Patti d'Amore (fin dal 1976 Massimo Consoli officiava i "Patti d'amore" con "Rito Pagano Antico ed Accettato" alle coppie che lo desideravano) trovo sempre più pregnante ciò che scrisse poi in occasione del Kiss2Pacs del 14 febbraio 2004 - San Valentino che voglio riproporvi qui di seguito dal sito della Fondazione(*). 

Massimo Consoli:

"Lo Stato deve capire che quando non e' capace di fare il suo dovere, le comunità al suo interno prendono iniziative autonome e vanno avanti per conto loro. Cosi' e' sempre stato nel corso della storia.
Cosi' mi sembra giusto pensare che continuerà ad essere."

UNIONI MORALI: LA NOSTRA COMUNITA' RISCHIA DI STACCARSI DALLO STATO ITALIANO: UNO "STRAPPO" DALLE CONSEGUENZE IMPREVEDIBILI TRA I GLBT E LA REPUBBLICA CHE NON LI RAPPRESENTA NE', TANTOMENO, LI DIFENDE.

Quando lo Stato e' in ritardo rispetto alla società civile, quando frange estremistiche ed intolleranti che trovano ospitalità all'interno delle istituzioni cercano di imporre la loro visione del mondo al resto della collettività, quando i diritti fondamentali dell'individuo diventano un optional condizionato dall'interesse politico, le comunità piu' discriminate rivendicano la loro autonomia e vanno avanti per la loro strada indipendentemente dal potere centrale
L'indifferenza e l'ostilità dello Stato italiano nei confronti della sua comunità piu' numerosa e qualificante, con una tradizione storica di grande spessore culturale e umano, e' ormai giunta al suo punto di rottura. Visto inutile ogni sforzo di poter esprimere la propria identità sociale, sessuale, culturale in maniera pacifica ed all'interno di questa società, la comunità varia procede ormai per conto suo.

E' dal 1976 che, di fronte alla nostra comunità, celebro unioni morali tra persone che si amano, indipendentemente da vincoli legali o da costrizioni giuridiche. 
Il 2 settembre ed il 21 ottobre di quell'anno, presso l'Ompo's di Roma, si svolse una cerimonia tra due ragazze (la prima volta) e tra due ragazzi (la seconda volta). In tale occasione si prese atto di fronte alla comunità dell'amore esistente tra questi giovani. Un'altra volta, l'unione venne celebrata fra due ragazze ed un ragazzo. 
Quella tra Riccardo e Paolo (1977) venne anche ripresa da Luigi Comencini in un suo documentario a puntate, trasmessa dalla TV di Stato l'anno successivo e poi raccontata su un libro, "L'Amore in Italia", edito da Mondadori nel 1979. 
Molti giornali si occuparono di queste unioni che ho continuato a celebrare nel corso degli anni. Il più intelligente fu, proprio agli inizi, il settimanale "Amica", del 23 dicembre 1976, che con Antonella Amendola (che intervistò Alba ) affrontò con grande delicatezza l'argomento. Una pagina di quest'articolo è stata ripubblicata, con le sue tre foto, su "Bandiera Gay" (Edizioni Libreria Croce, Roma, Novembre 1999). 
Le ultime unioni che ho celebrato sono state tra Barbara e Maya, il 27 luglio 2002, e tra Paolo e Nicola, il 25 agosto successivo (addirittura, in un angolo nascosto di un ospedale dei Castelli Romani…!) "

"(*) La Fondazione Luciano Massimo Consoli è una associazione nata per conservare la storia GLBTQ, progetto da lui portato avanti per quasi cinquant'anni, e metterla a disposizione della collettività.

Chiunque può collaborare al progetto.
Nel sito della Fondazione potete trovare moltissime informazioni per farlo.

Senza memoria non c'è futuro.

6 giugno 2008 by Alba Montori - Fondazione Luciano Massimo Consoli

Pubblicato su GayaCronisti senza Frontiere del 12 giugno 2008

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