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giovedì 7 agosto 2014

In questo Paese comandano i magistrati - Intervista a Rita Bernardini

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a cura di Andrea Barcariol
06-08-2014

Rita Bernardini, segretario dei Radicali italiani, accoglie positivamente le linee guida sulla riforma della Giustizia ma con una grande riserva sul testo finale: «Dubito che rimanga così». Ampliata la responsabilità civile dei magistrati, in linea con le direttive europee, anche se non ci sarà responsabilità diretta. Soddisfatta?

«Si tratta di una serie di intenzioni che mi sembrano piuttosto serie. Essendo passati 27 anni da quando il popolo italiano decise che voleva la responsabilità civile dei magistrati (legge Vassalli ndr), mi auguro che questa sia la volta buona».

Si aspetta dei cambiamenti tra la bozza e il testo finale?

«Le pressioni che farà l’Anm (associazione nazionale magistrati) saranno pesanti, come è normale in uno Stato dove non è affermata in modo chiaro la separazione dei poteri. Basti pensare a tutti i magistrati fuori ruolo che sono distaccati, in particolare presso il ministero della Giustizia. Affermare la responsabilità civile è giusto ma è necessario intervenire anche in altri settori come quello dell’obbligatorietà dell’azione penale che oggi lascia completamente nelle mani della magistratura la scelta dei processi da celebrare e quelli da far cadere in prescrizione che sono circa 140 mila all’anno».


Il presidente Sabelli dell’Anm ha già parlato del rischio di cause strumentali.

«Saranno sempre i magistrati a giudicare... Cause strumentali ci possono sempre essere, a volte sono strumentali quelle che vengono fatte nei confronti dei cittadini che subiscono processi inutili».


Quali sono gli aspetti che la convincono di più del testo?

«Voglio vedere quanto regge il testo rispetto alle pressioni, ciò dimostrerà anche la determinazione del governo. L’aver previsto la violazione manifesta del diritto è un passaggio importante su cui c’era forte opposizione da parte dei magistrati. Sull’azione di rivalsa è vero che è sempre indiretta però lo Stato deve obbligatoriamente rivalersi nei confronti del magistrato quando c’è una negligenza inescusabile».


Quindi, secondo lei è stato centrato l'obiettivo dichiarato di togliere le limitazioni del ricorrente per facilitare l’azione di rivalsa?

«Se il testo rimane questo mi sembra un enorme passo avanti, ma io ne dubito».


Hanno troppo potere i magistrati...

«Comandano loro. Loro si scelgono i reati da perseguire e quelli da far cadere in prescrizione.»


Il 2 agosto è stato approvato il decreto carceri. Un giudizio sul testo?

«Lo abbiamo definito il prezzo della tortura. Si dovevano spendere 450 milioni di euro, invece così ce la siamo cavata con 20. In questo modo hanno ingannato anche l’Europa che aveva chiesto rimedi concreti. Su questo tema, della salute nelle carceri, io sono al 35° giorno di sciopero della fame».

(da “Il Tempo”)

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