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giovedì 5 maggio 2011

Gay, la protesta è di famiglia

Diritti 
di Tommaso Cerno
«Tutti i genitori di figli omosessuali sanno cosa vuol dire vedere trattati i propri ragazzi come criminali: ora scendano in piazza con noi». L'appello delle madri e dei padri contro la politica oscurantista del ministro Giovanardi
(04 maggio 2011)
"Mamme italiane, scendiamo in piazza per difendere i nostri figli gay che lo Stato umilia. Tutti i genitori d'Italia, che sanno cosa significa vedere il proprio figlio trattato come un criminale, si uniscano a noi". E' l'appello di Rita De Santis, mamma di Francesco, e presidente dell'Agedo, l'associazione che riunisce i genitori di figli omosessuali, rivolto a tutte le madri d'Italia.
Un appello a scendere in piazza, a protestare davanti al Parlamento, a rispondere con i fatti alle parole del sottosegretario Carlo Giovanardi che, non più tardi di due giorni fa, ha contestato la campagna nazionale dell'Arcigay contro la violenza omofobica, dove coppie di ragazzi e ragazze omosessuali si baciano sotto lo slogan "Civiltà, prodotto tipico italiano".


Al di là della politica, però, la signora Rita, 73 anni, che in Italia ormai è chiamata "la mamma dei gay", è stanca. Stanca di sentir trattare Francesco, suo figlio, come un delinquente. Stanca di vedergli affibbiare etichette. "E' vergognoso che un governo insulti ragazzi e ragazze che sono l'orgoglio e il futuro del Paese. Ragazzi e ragazze che pagano le tasse, a differenza di molti di questi signori, ragazzi che lavorano, ragazzi che studiano e che sognano un'Italia migliore. Ragazzi che, a differenza del signor Giovanardi, sanno cos'è l'amore – aggiunge – e non ne hanno paura. Io non sono una cittadina del Vaticano, per cui la Chiesa dica quello che vuole, ma lo Stato italiano ha il dovere etico e civile di non offendere i suoi cittadini, di non offendere mio figlio, né i figli d'Italia. E' per questo che invito tutte le madri e tutti i genitori, non solo di figli gay e lesbiche, ad aiutarci a difendere i nostri ragazzi, offesi dal governo, offesi dall'opposizione, offesi dalla Chiesa. Non credo possano esistere genitori che non capiscono come ci possiamo sentire noi, che ogni giorno vediamo i nostri figli costretti a subire queste violenze e questi insulti".

Un appello accolto dal presidente dell'Arcigay, Paolo Patanè, che proprio questa mattina a Roma ha presentato la campagna nazionale contro l'omofobia. Su Giovanardi, il leader dei gay italiani ha aggiunto: "Se il sottosegretario è ossessionato da gay, lesbiche e trans ha un problema serio, beh, che lo affronti. In fondo siamo pari: anche noi dobbiamo sopportare la sua visibilità, che non si limita a lasciare nel privato la sua fede religiosa. Lui impari a sopportare la nostra", spiega.


La campagna nazionale dell'Arcigay contro l'omofobia presentata oggi è realizzata in collaborazione con altre 15 associazioni,ed è fissata 17 maggio in concomitanza con la giornata internazionale contro la violenza omofobica. Arcigay diffonderà 15 mila manifesti, 45 mila volantini e 8 mila locandine in 50 città italiane.
 

da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/gay-la-protesta-e-di-famiglia/2150449/8

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