Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

sabato 23 aprile 2011

la rivoluzione indispensabile I°


Con amici e compagni da anni condivido spesso l'amarezza ma anche l' ostinato senso della realtà del nostro comune esistere ora e adesso, ma continuo, e voglio continuare, a ricordare a me stessa e a tutti noi che non da oggi sono perfettamente consapevole che quello che sto, che forse stiamo, proponendoci e tentando di realizzare ha tutte le caratteristiche di una grande, profonda e assolutamente totale rivoluzione culturale, nel suo più profondo significato antropologico e sociale.

Mutare i poteri ( ovvero fare una "rivoluzione" secondo lo stile collaudato da qualche millennio) non è poi così difficile: la storia intera ci parla di "nuovi" poteri che si instaurano al posto e sopra altri, ma la sostanza, quella  culturale, non cambia perché di poteri sempre si tratta e sempre di poteri "su", mai di poteri "di" o "per": gli esseri umani hanno probabilmente ormai nel loro DNA il bisogno di affermare la propria esistenza "contro", "sopra" l'esistenza degli altri viventi, umani compresi, coartandone o distruggendone qualunque possibilità di essere, di esistere così come si è.
Una logica di sopraffazione e di morte ( ben sintetizzata nel motto latino "mors tua vita mea") insomma, da cui ancora non riusciamo singolarmente, in gruppo, più o meno esteso, e tanto meno globalmente, a prescindere, nella vita politica come in quella sociale, allo stadio come nei partiti e addirittura all'interno delle case.
Basta guardarsi attorno, al presente e al passato, ai testi e ai documenti che chiamiamo Storia.
O semplicemente guardare un telegiornale o un giornale, anche sul web.

E' in buona sostanza quella che io chiamo la "logica di guerra": divide i viventi in vincitori e vinti: i "vincitori" conquistano il "potere su" e  sono comunque "buoni" e padroni ( degli esseri viventi e della storia), i "vinti" sono quelli "perdenti", non hanno "poteri su" ma al massimo "poteri delegati", comunque poveri e cattivi.  Solo se questi ultimi riusciranno ad essere di più e più cattivi conquisteranno a loro il "potere su", la Storia la scriveranno loro...e diventeranno "buoni", per forza, ovvero violenza.
 La cultura patriarcale  si perpetua
così promuovendo la divisione e la contrapposizione, esaltando l'odio e la sofferenza e moltiplicandoli in ragione dell'aumento della popolazione umana con il ridursi conseguente delle disponibilità di spazi e risorse per tutti.
Così la capacità di violenza, come di potere, sempre più diffusa la prima e sempre più accentrato tra pochi il secondo, sono in persistente aumento: è sempre più difficile equilibrarne gli effetti, senza percepirne la reale pericolosità, al punto che oltre che la convivenza  sociale stiamo mettendo in costante e serissimo rischio la stessa sopravvivenza della specie umana.
Occorrerebbe ribaltare i rapporti tra gli esseri umani trasformandoli da rapporti di contrapposizione e sopraffazione, distruttivi e autodistruttivi,  in rapporti di amicizia e collaborazione, costruttiva e appagante. Come fare?

Per trasformare questa logica di sopraffazione e violenza in una logica di collaborazione e solidarietà rispettosa della dignità di ognuno occorre un lungo e paziente lavoro, in cui tutti, man mano che se ne rendono conto, sono chiamati ad impegnarsi.
Lungo perchè deve protrarsi nel tempo e attraversare generazioni e generazioni, con costanza, partendo dall'analisi attenta e criticamente consapevole delle proprie scelte di azione nel confronto con le proprie sensazioni, emozioni, impulsi, scelte, bisogni esistenziali, analizzandone dentro di sé tutte le valenze e le implicazioni, pazientemente, ma soprattutto lealmente, e avendo come fine la coscienza responsabile e totale delle proprie emozioni e delle proprie azioni nei confronti del resto del mondo, compresi sé stessi. Passare dall'essere governati dall'esterno ad essere capaci di governarsi ciascuno dal proprio interno.

Si tratta  di
promuovere un rovesciamento totale di azione, con l'unico scopo di costruire la libertà per tutti, momento dopo momento, partendo dalla propria coscienza della propria identità libera, unica, indivisibile e perpetuamente in trasformazione.
Riuscire quindi a conquistare ciascuno la cosciente consapevolezza che essere liberi vuol dire trovare il proprio limite solo nel rispetto dell'altro libero, il che significa in grado di rispettare la libertà, come l'identità, di chiunque altro, e ciò è Amore, per se stessi e per tutti gli altri, il contrario dell'odio e della contrapposizione cui da millenni il patriarcato e le sue religioni ci hanno moralmente e socialmente costretto.

Questo è ciò che noi umani dobbiamo costruire con tutte le nostre capacità intellettuali oltre che fisiche, chiusi a miliardi in un pianeta che è il nostro mondo, ma non solo nostro, limitato nell'estensione spaziale e governato da energie sublimi che non sappiamo controllare, ma tuttavia riusciamo in parte a usare in modo approssimativo e maldestro al limite dell'autolesionismo illudendoci stupidamente di essere immortali.

Faticosamente, per strade e percorsi mentali diversi, abbiamo (in pochi esemplari della specie umana) iniziato da almeno 2 o 3 millenni a muoverci in ordine sparso, anche mentalmente,  in questa direzione, ma senza riuscire a realizzare una società umana globale in cui la libertà degli individui possa garantire a ciascuno la felicità, oltre al benessere fisico e all'assenza di violenza reciproca.

  Tendere a realizzare la società dell'amore e della felicità è quello che io chiamo rivoluzione culturale, forma di evoluzione necessaria alla sopravvivenza non solo della nostra specie umana, ma anche di molte altre che son legate alla nostra e con cui condividiamo il pianeta Terra.

Per tentare almeno di avviarla non possiamo e non dobbiamo nessuno sottrarci però al tempo e allo spazio della coscienza, se vogliamo ESSERE, a 360° al di là e al di sopra dei "generi", perché l
a gestione individuale della propria sessualità è parte integrante della libertà individuale di perseguire la propria felicità ed è una molla potente, forse la più potente, per muovere finalmente la specie umana nella direzione della libertà/responsabiltà/amore.

Grazie alle scoperte e applicazioni scientifiche e tecniche che consentono in molti luoghi, anche se ancora non ovunque, di contrastare efficacemente la fame, l'insorgere e il diffondersi di malattie epidemiche che hanno decimato per millenni l'umanità, la sessualità procreativa che è stata dall'origine degli esseri viventi, uomo compreso, espressione del bisogno primario di sopravvivenza della specie, ormai da più di due secoli non lo è più.
 La popolazione umana terrestre è in aumento esponenziale, la sopravvivenza della specie non è più bisogno primario, rischia di essere,  anzi lo è già, soppiantata nella scala delle priorità vitali per la specie umana dal bisogno di accedere/distribuire  equamente le risorse vitali del pianeta Terra tra i viventi che vi sono ospitati, non solo umani
, senza esaurirle e/o distruggerle irrimediabilmente.

Per la specie umana, la più presente e diffusa sul pianeta, la situazione può e deve consigliare un uso del proprio corpo e del proprio cervello, estremamente capace di conoscenza, abilità e consapevolezza, per promuovere ed attuare un uso più evoluto
anche della propria sessualità, meno invasivo e più gratificante di quello volto solo a perpetuare la propria specie.

 L'ordine patriarcale, con la sua struttura basata sul dominio del maschile sulle donne e sulla progenie come risorsa, sulla coercizione e sulla contrapposizione sessista in ogni ambito della azione singola e collettiva volta a produrre e mantenere i beni primari (lavoro) nel controllo di alcuni escludendo i molti, sta ormai trovando il suo limite storico evolutivo per la specie umana nell'aspirazione diffusa alla felicità individuale, perchè considerata parte integrante del diritto naturale di ogni singolo individuo, ovunque sul pianeta Terra, e senza illusioni di ottenerla altrove.


L'impegnarsi a promuovere questo processo evolutivo psicofisico e sociale è atto rivoluzionario.
Anzi farlo è mettere in moto l'unica
indispensabile Rivoluzione, l'unico passo possibile nel cammino dell'evoluzione umana.

Alba Montori
(continua)






Nessun commento: