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martedì 16 novembre 2010

I leader politici di 42 paesi chiedono il divieto delle mutilazioni genitali femminili da parte delle Nazioni Unite


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New York - Bruxelles - Roma, 15 Novembre 2010

In un appello internazionale diffuso oggi sull'International Herald Tribune, i leader politici di 42 Paesi invitano l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad adottare una risoluzione per vietare le mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo.

Tra le tante personalità che hanno sottoscritto l'appello vi sono le First Ladies di Burkina Faso (Chantal Compaoré), Guinea-Bissau (Mariana Sanha Mane), Uganda (Janet Museveni Katahira), Benin (Chantal Yayi Souza) e Italia (Clio Napolitano), Moushira Khattab Mahmoud, Ministro di Stato per la Famiglia e la Popolazione, Egitto, Raid Fahmi, Ministro della Scienza e della Tecnologia, Iraq, Hicham El Alto, Ministro di Giustizia, Giordania, Naha Mint Mouknass, Ministro degli Affari Esteri, Mauritania, Mariam Lamizana, Presidente del Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali che colpiscono la salute di donne e bambini (CIAF), Emma Bonino, Vice-Presidente del Senato, Italia, i Premi Nobel Rita Levi Montalcini, Nadime Gordimer, Desmond Tutu, Shirin Ebadi e Marty Ahtisaari, così come parlamentari, dirigenti politici e attivisti della società civile di paesi colpiti dalla pratica delle MGF e di altri.

Questo appello è stato lanciato dall'associazione radicale Non c'è Pace Senza Giustizia (NPSG), il Comitato Inter-Africano sulle pratiche tradizionali che colpiscono la salute di donne e bambini (CIAF), la Rete europea per la prevenzione e l'eliminazione della pratiche tradizionali dannose (MGF Euronet) e l'Associazione senegalese "La Palabre", come parte di una campagna per promuovere l'adozione, da parte della 65ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di una risoluzione per vietare mutilazioni genitali femminili in tutto il mondo e, così facendo, rafforzare questa battaglia decisiva per i diritti umani nel mondo.

Dichiarazione di Emma Bonino, Vice-Presidente del Senato italiano e fondatrice di Non c'è Pace Senza Giustizia:

"Una risoluzione delle Nazioni Unite potrebbe contribuire a rafforzare e confermare con chiarezza la condanna universale da parte della comunità internazionale di questa flagrante violazione dei diritti umani, con importanti implicazioni a livello mondiale. Permetterebbe di rafforzare le leggi esistenti che proibiscono le mutilazioni genitali femminili ed aumentare la legittimità di migliaia di attivisti che cercano di promuovere l'adozione di tali leggi nei paesi che ne sono sprovvisti.
Inoltre, una risoluzione delle Nazioni Unite potrebbe contribuire in modo significativo a un generale cambiamento nella percezione delle MGF in quanto violazioni dei diritti umani commesse contro milioni di donne in tutto il mondo, invece di circoscriverli ad un problema di salute pubblica oppure a giustificarli a nome di presunti argomenti culturali o religiosi. Si tratta di un cambiamento di prospettiva che i sostenitori dei diritti delle donne hanno spinto tenacemente per più di due decenni.

Il tempo è giunto per noi di raggiungere tutti i coraggiosi attivisti che hanno dedicato la loro vita a questo problema e chiedere che l'ONU assuma la sua responsabilità e prenda, infine, le misure necessarie per porre fine a questa forma di violenza diffusa e sistematica commessa contro donne e ragazze, in violazione del loro diritto fondamentale all'integrità fisica e personale.
Una richiesta avanzata da molti paesi arabi e africani, dove la pratica è diffusa, e sostenuta con convinzione dal governo italiano.

Invitiamo tutti i cittadini del mondo a sostenere questa iniziativa ed a firmare l'appello sul sito www.banfgm.org".
 
 
Visionare il video dell'appello
 
Per maggiori informazioni, visitare il sito www.npwj.org oppure contattare Sabrina Gasparrini, s.gasparrini@gmail.com - tel: +39 349 478 53 67 o Nicola Giovannini: ngiovannini@npwj.org - tel +32 2 548-39 15.

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