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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

martedì 10 agosto 2010

LIBERALI: CHE FARE? E SE, FINALMENTE, FACESSIMO LA "RIVOLUZIONE"?

Rcevo dai Liberali Veneti e lo ripropongo per promuovere e arricchire il dibattito,

 data l'evidente attualità 

alba

LIBERALI: CHE FARE? E SE, FINALMENTE,  FACESSIMO LA "RIVOLUZI


CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE

VISTA LA DISCUSSIONE IN CAMPO, SEMPRE PIU' VIOLENTA,
RITENGO UTILE QUALCHE RIFLESSIONE, UN PO' PIU' PACATA,
SE POSSIBILE, PROVENIENTE DAL MONDO LIBERALE,
QUELLO DOC, CHE SPESSO NON HA VOCE, SCHIACCIATO
DAI SIGNORI DEL VAPORE!


NOTA DEL V.SEGRETARIO DEL PLI PAOLO GUZZANTI,
IN RISPOSTA ALLA LETTERA DEL PRESIDENTE
 DEL PLI ENZO PALUMBO E MIE RIFLESSIONI.

ATTENDO COMMENTI. GRAZIE.

Lancio l'idea degli Stati Generali dell'Italia Liberale in risposta alla
bella lettera del Presidente del Consiglio Nazionale Enzo Palumbo. Noi
abbiamo due esigenze, una tattica e una strategica. Quella tattica:
impedire le elezioni anticipate che vincerebbe SB padrone e controllore
di tutte le televisioni. Obiettivo strategico: costruire la nostra
macchina da guerra per le vere elezioni. Io non penso che Fini avesse
una agenda, un piano, ma spero che ora finalmente ne abbia uno. Noi non
saremo i gregari per le vittorie altrui, dobbiamo avere il coraggio
sfrontato e persino arrogante di considerare gli altri come nostri
gregari e raggiungere l'unico strumento che ci può far vincere: la
visibilità. Imporre cioè agli italiani la nostra presenza, far sì che
tutti i liberali italiani sappiano che la loro vera casa è aperta e
funziona come un quartier generale e non come una casa di riposo.

PAOLO GUZZANTI

............ ......... ........

SCRIVE ENZO PALUMBO:

Caro Paolo, Ti ho invano cercato più volte al telefono nei giorni
scorsi, perché sentivo il bisogno di discutere con Te degli ultimi
sviluppi della vicenda politica italiana.

Ho poi appreso che ti trovi negli USA per motivi di salute, e Ti
faccio i miei migliori auguri di pronta guarigione.

Quanto alla vicenda politica di questi giorni, ricorderai certamente le
nostre conversazioni sull'argomento, ed in particolare che avevo
immaginato come inevitabile lo scontro tra Fini e Berlusconi (in quanto
portatori di due diverse e contrapposte idee della democrazia), e ciò
almeno sin dal maggio dello scorso anno, allorché Gianfranco Fini, su
punti sensibili (immigrazione, rispetto verso le istituzioni) cominciò a
smarcarsi dalle posizioni politiche di Berlusconi, affrontando un
itinerario che, proprio nei giorni scorsi, lo ha visto raggiungere una
tappa significativa ancorché non ancora definitiva.

Partendo da un'antica intuizione, originata dalla lettura del libro di
Marina Valenzise su Sarkozy, che mi era sembrato scritto su misura per
Fini (quasi ad usum del…phini) ho allora sostenuto che il percorso
politico di Fini si sarebbe sempre più divaricato da quello di
Berlusconi.

E' ciò che via via è puntualmente accaduto, prima in termini che
sembravano occasionali ed estemporanei, e poi in termini che invece sono
apparsi sempre più rispondenti ad una precisa strategia politica.

Dovendo inevitabilmente individuare uno spazio politico che attualmente è
alquanto sguarnito, l'approdo di Fini alle tesi classiche dei liberali
mi è sembrato poi assolutamente naturale, e non ho mancato di
evidenziarlo in tutte le occasioni, personali e di partito, che ho
avuto.

Credo che, ad un primo consuntivo inevitabilmente incompleto
(soprattutto perché mancano ancora precise prese di posizione di Fini
sui temi economici, che certo dovranno seguire) le sue posizioni
politiche, al di là del labiale richiamo ad una generica collocazione di
destra (quasi un omaggio dovuto al passato), si possono ormai
ragionevolmente collocare nell'alveo delle tradizionali posizioni
liberali sui temi dello Stato di diritto, dell'Unità dell'Italia, della
difesa della Costituzione, della democrazia parlamentare
rappresentativa, dell'equilibrio e del controllo reciproco tra le
Istituzioni, della solidarietà tra i diversi ceti sociali e tra le
diverse aree del Paese, della legalità e della trasparenza
nell'amministrazione della cosa pubblica, e, in genere, dei diritti di
cittadinanza, anche per coloro che, venendo da lontano, desiderano fare
parte, con onestà d'intenti, della nostra comunità nazionale.

I risultati delle elezioni regionali dello scorso mese di marzo, col
relativo apparente successo del PdL (poche migliaia di voti in Piemonte
sarebbero bastati per un'altra lettura), hanno fatto pensare a qualcuno
(ma non a me) che quel percorso, ove mai intrapreso, era destinato ad
interrompersi e che Fini era destinato a diventare sempre più marginale
negli equilibri politici italiani.

Ancora una volta, i fatti hanno smentito quella pessimistica previsione,
e la strategia dello smarcamento di Fini da Berlusconi è proseguita, in
termini sempre più accentuati, specie sui temi della democrazia
rappresentativa e della legalità e trasparenza nella gestione della cosa
pubblica, sino ai casi emblematici di Scajola, Branche e Caliendo.

A questo punto, io credo che i liberali d'antan, come io stesso sono e
come sono i miei amici del PLI, devono riflettere su quali potranno
ancora essere le prossime tappe del percorso di Fini, per individuare se
e quando vi saranno le possibilità di fare coincidere quel percorso con
quello dei liberali italiani, siano o no organizzati nel nostro
partito.

Oggi è possibile sostenere senza sostanziali obiezioni, che il distacco
definitivo di Fini (e della sua linea politica) da Berlusconi (e dalla
sua linea politica) è ormai nelle cose, e che, esso è "certus an",
ancorché possa ancora per un po' essere "incertus quando" (ma la
verifica politica autunnale incombe), e forse anche "incertus quomodo"
(ma, anche qui, il corso degli eventi sta accelerando, con l'ormai
avvenuta creazione di un'area di responsabilità nazionale che viene
sempre più spesso evocata).

Il comunicato con cui hai manifestato la Tua ideale adesione a
quest'area mi è stato di grande conforto, perché ha dimostrato esservi
tra di noi una sintonia che supera le distanze materiali che in questo
momento ci dividono trovandoci in due continenti diversi.

Quando tutta la vicenda saà giunta al suo epilogo, secondo i percorsi
spesso tortuosi a cui la politica italiana ci ha abituato, qundo cioé
Fini, col concorso di tutti quelli che ci staranno, sarà riuscito a
mandare a casa questo Governo illiberale, io credo che i liberali
storici dovranno riflettere se vogliono svolgere un ruolo concreto (e
non solo di mera testimonianza) nella fase politica che si aprirà.

La testimonianza liberale, invero, è possibile, anzi doverosa per noi ed
indispensabile per il Paese, laddove tutte le forze politiche in campo
abbiano sguarnito la frontiera liberale, come da tempo è avvenuto e
tuttora sta avvenendo.

Ma se, ad un certo punto, questa frontiera viene presidiata, con
coerenza tra affermazioni di principio e comportamenti concreti, da
qualcuno che viene da una diversa storia, non potremo soffermarci a
contestargli da dove viene, ma avremo il dovere di verificare verso dove
intende andare.

Se questa meta sarà quella di un Paese più liberale di quanto non sia oggi
il nostro, essa potrà diventare anche la nostra meta.

Queste sono le riflessioni che avrei voluto scambiare personalmente con
Te, e che, nell'impossibilità di farlo, Ti ho già inviato attraverso il
Forum ed ora Ti rinnovo attraverso il sito, anche per la riflessione
degli amici che avranno la possibilità e la voglia di leggerci.

Ti abbraccio con l'affetto e la stima di sempre e Ti rinnovo i migliori
auguri di pronta guarigione.

ENZO PALUMBO

............ ......... ....

Caro Enzo, caro Paolo,

leggo sempre con piacere le vs.sul sito e nelle mail. che spesso
condivido, interpretando il mio stesso pensiero. troppo spesso peroà ho
come làimpressione, che viste anche le ns.forze reali, ce le cantiamo e
ce le suoniamo da soli. un esercizio cioeà anche di alta politica e di
alti propositi per pochi intimi.
 E NON PER COLPA NOSTRA, CI MANCHEREBBE!
Io credo, noi crediamo, con gli amici di UpL, ma lo ripetiamo ornmai da
anii, che in questo paese non vi siano, tra le forze predominanti e che
hanno accesso ai media, un giorno si e l'altro pure,(a differanza
nostra!), di soggetti autenticamente LIBERALI, se non a parole. Non
l'attuale maggioranza, che appere oggi ancor piu' sfilacciata e
dilaniata da guerre interne, ne l'attuaale opposizione forcaiola (IDV) o
post marxista (pd), la cui evoluzione verso ideali liberali e' ancora
fotemente in itinere e molto lontana.

La politica non puo' nutrirsi dell'ANTI qualcosa, ma di proposte serie,
possibilmente nell'alveao della cultura LIBERALE, per portare questo
paese, la nostra Italia che tutti noi amiamo, fuori dal tunnel della
crisi, della rassegnazione, dei problemi irrisolti, xche' chi e' al
governo, torppo spesso, pensa a risolvere piu' i propri (problemi), che
quelli della collettivita. E anche aggrapparsi a FINI, con tutto cio'
che sta accadendo su piano di comportamente a lui imputabili, nn troppo
trasperanti, fino a prova contararia, nn dissimili da quelli che hanno
portato alle dimissioni di Scajola, non credo sia il massimo della
coerenza liberale. Ferma restando la presunzione di innocenza per tutti,
fino a condanna definitiva e che pero' per un politico impone cautela
massima e regole di comportamnete diverse da chiunque altro, proprio per
la carica che si ricopre. Che poi tutto cio' possa assomigliare ad una
guerra tra bande, beh, da liberale, pure peggio.

Cio' premesso, ritengo che il PLI debba trovare una propria strada tra
queste faide e risse tutte personali, senza schierarsi, con l'uno
piuttosto che l'eltro contendente, la politica degli affari non ci
apprtiene e non deve appartenerci, ma, al contrario, provare a volare
alto, rappresentando l'italiano medio, l'imprenditore strangolato da uno
Stato/fisco tiranno e dissipatore d'altrui ricchezze. Credo si debba
guardare con attenzione e assoluta simpatia a movimenti spontanei come
il TEA PARTY (cosa che il PLI gia' sta facendo, ma forse con ancora poca
partecipazione) , all'ICR (Imprese che Resistono), a tutto cio' che
nasce dal basso.

Ben venga l'idea di Paolo GUZZANTI (che saluto e al quale auguro pronta
guarigione, abbiamo bisogno di te, in Italia, torna presto!), degli
Stati Generali Liberali, che raccolgano tutti i Liberali, individui e
Moivmenti, Associazioni e Uomini Liberi, pronti a ragionale e lottare
per una reale e radicale alternativa LIBERALE al sistema, a questo
sistema, col quale noi LIBERALI non abbiamo nulla, ma proprio nulla a
che spartitr. ne con l'attuale maggiornaza di Governo, illiberale quel
tanto che basta, ne tanto meno con l'attuale opposizione, che, per certi
versi e' ancora piu' illiberale.

Non sara' facile, anzi difficilissimo, virsi gli scarsi mezzi di cui
disponiamo. Ma dobbiamo diventare il Partito/Movimento della gente, di
chi lavora e di chi produce. Contro la cata, contro gli affaristi,
contro questa politca che se ne fotte del popolo, non piu' sovrano, ma
sempre piu' suddito, indifeso, alla merce' dei potenti, di ladri del
nostro futuro, del futuro dei nostri figli.

Riusciremo a far passare questo messaggio? Non lo so, lo spero, se ci
riusciremo il futuro sara' notro. Vale pero' la pena di crederci, di
lavorarci, coi pochi mezzi che abbiamo. E chissa', se la fortuna aiuta
gli audaci, forse, unendo le forze libereli, autenticamente LIBERALI,
ovunque disperse, aggregando gli ultimi UOMINI LIBERI, forse, potemmo
farcela! Avanti cosi' verso il FUTURO, per la RIVOLUZIONE LIBERALE.
Quella vera!

HASTA LA LIBERTAD SIEMPRE!

GALGANO PALAFERRI

UNIONE PER LE LIBERTA'
TEA PARTY TORINO, TEA PARTY PIEMONTE

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SALUTI LIBERI E LIBERALI!

Dott. Galgano PALAFERRI
Direzione Nazionale P.L.I.
Segretario "Presidio Liberale Città di Torino Luigi EINAUDI

http://www.pli_ galganopalaferri .ilcannocchiale. it/
"I governi diventano liberali solo quando vi sono costretti dai cittadini" (Ludwig von Mises)

Uguali nelle opportunità, diversi nelle aspirazioni, liberi nelle scelte.



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