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giovedì 1 luglio 2010

I Radicali all'Aquila: protezione civile e democratica

Dal 2 al 4 luglio terremo a L'Aquila il Comitato nazionale di Radicali Italiani, l'organo deliberativo del movimento. Lo abbiamo fortemente voluto, nonostante le difficoltà logistiche e organizzative che immagini (ancora oggi negli alberghi vivono i terremotati), per un duplice ordine di motivi.

Dossier L'Aquila: paradigma dell'assenza di democrazia e diritto

Anzitutto perché riteniamo importante dare voce con i mezzi di cui disponiamo, prima fra tutti Radio Radicale, alle lotte e alle rivendicazioni che gli aquilani hanno espresso in occasione della grande manifestazione del 16 giugno, e con il Consiglio comunale svoltosi per protesta di fronte al Senato. Iniziative entrambe censurate quasi completamente dai maggiori tg nazionali e dai quotidiani.

Riconosciamo in ciò che gli aquilani stanno vivendo sulla loro pelle quello che da radicali sperimentiamo e denunciamo da decenni. La principale arma utilizzata dal Regime italiano per tenere in piedi gli attuali assetti di potere è la censura delle voci realmente alternative e dissenzienti. Se agli italiani fosse riconosciuto il loro diritto a "conoscere per deliberare", le oligarchie dominanti sarebbero presto mandate a casa. La censura di manifestazioni come quella dell'Aquila, cui hanno partecipato tra le 10.000 e le 20.000 persone, sarebbe inimmaginabile in una democrazia; ed infatti l'Italia non lo è.

Non è tollerabile che i cittadini vittime di terremoto siano costretti a venire a Roma affinché le istituzioni prestino attenzione alle loro ragioni. È la politica che dovrebbe essere all'Aquila, non per fare passerelle ma per svolgere funzioni di governo e di controllo.

Il ruolo che come radicali possiamo svolgere è quello di controllo, con i nostri 9 parlamentari e poche migliaia di iscritti contro le decine di migliaia di eletti e nominati nelle istituzioni locali e nazionali di cui dispongono i maggiori partiti, di maggioranza e di opposizione.

Ma c'è un secondo motivo che è stato fondamentale nella scelta di venire a L'Aquila, ed è la convinzione che quanto avvenuto su quel territorio rappresenti un tragico esempio della sessantennale distruzione nel nostro Paese della democrazia e dello Stato di diritto.

La mancata prevenzione, l'edilizia fuori norma, i controlli mancati e le procedure saltate, sono tanti esempi di quella strage di legalità che si traduce in strage di vite umane. È la "peste italiana" che abbiamo provato a denunciare alle elezioni europee del 2009 indossando la stella gialla e su cui stiamo attivando le giurisdizioni internazionali.

L'estensione oltre ogni regola della gestione emergenziale della Protezione civile, vero e proprio "potere assoluto", apparentemente efficiente e adeguata a supplire le carenze decisionali e operative delle istituzioni ordinarie, non rappresenta che l'ennesimo colpo inferito alla democrazia. Si tratta di una scorciatoia pericolosa che abbiamo già visto all'opera in passato: di fronte alle emergenze, la tentazione della soluzione autoritaria è sempre in agguato.

I comitati cittadini creati dagli aquilani subito dopo il terremoto hanno saputo individuare subito questi rischi, denunciarli per tempo, proporre soluzioni alternative. Sono stati inascoltati, ma non si sono  lasciati ridurre al silenzio. Hanno inventato strumenti e azioni che hanno costretto chi non voleva ascoltarli, a sentire la loro voce, come l'iniziativa delle carriole, ad esempio, forma innovativa di disobbedienza civile.

Sono segnali importanti di quella rivolta nonviolenta, legalitaria, democratica che riteniamo l'unica reale possibilità di alternativa al regime partitocratico, che usurpa le istituzioni e occupa i nostri territori.

Appuntamento a L'Aquila allora, dal 2 al 4 luglio, in particolare la mattina di sabato presso il tendone di piazza Duomo che l'assemblea cittadina ed il Comune ci hanno gentilmente concesso.

Per chi vorrà, come sempre, potrà seguire i diretta i nostri lavori tramite Radio Radicale (cerca la frequenza), e il suo sito internet.

Come sempre, ti ricordiamo anche che fare politica ha un costo. Soprattutto, ha un costo fare opposizione in questo paese, e ancora di più Resistenza.

Se vorrai contribuire, ci consentirai di continuare a fare quello che abbiamo fatto finora, forse grazie a te con qualche forza e strumento in più.

Versa un contributo

Grazie,

Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani

Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali Italiani


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