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lunedì 19 aprile 2010

Pedofilia e Vaticano. Intervista esclusiva a Marci Hamilton, avvocato delle vittime di abusi sessuali

Pedofilia e Vaticano. Intervista esclusiva a Marci Hamilton,  avvocato delle vittime di abusi sessuali

- L'ultima settimana ci ha consegnato un'incredibile quantità di articoli e di commenti sui casi che riguardano abusi sessuali su minori commessi da numerosi preti in molti paesi del mondo. Penso si possa parlare con chiarezza, semplicità e rigore intellettuale del problema senza la necessità di trincerarsi dietro la difesa di posizioni ideologiche. Così, se da una parte la gerarchia ecclesiastica non può non ammettere le sue responsabilità (sempre più evidenti), dall'altra sono emerse anche le leggerezze di alcuni giornali (soprattutto del New York Times ) nella trattazione del problema. Resta però un problema: si è dato molto spazio allo scontro fra fazioni e poco alle vittime. A mio modo di vedere, qualsiasi dibattito deve invece concentrarsi sul come garantire una protezione migliore per i minori in generale e per coloro che hanno subito degli abusi in particolare.

Per questo Libertiamo.it ringrazia la Prof.ssa Marci Hamilton della Cardozo School of Law, Yeshiva University che ha accettato di rispondere ad alcune domande sull'argomento. Marci Hamilton, autrice di Justice Denied: What America Must Do to Protect Its Children (Cambridge University Press 2008) e God vs. the Gavel: Religion and the Rule of Law (Cambridge University Press 2005, 2007) è uno dei maggiori esperti americani di Law and Religion,  e ha inoltre rappresentato minori vittime di abusi sessuali di fronte alla Corte Suprema Americana e davanti a molte corti statali.

Prof. Hamilton lei è stata protagonista in numerosi casi che hanno riguardato abusi sessuali su minori da parte di preti. Può dirci qual è stato il suo ruolo?

Insegno Law and Religion e sono specializzata sulle questioni che riguardano la violazione della legge da parte dei gruppi religiosi. I casi che riguardano gli abusi sessuali sui minori da parte di preti fanno parte della mia specializzazione, per questo motivo ho rappresentato e rappresento tutt'oggi minori vittime di abusi in numerosi casi sia davanti alla Corte suprema Federale che davanti alle corti statali.

In Justice denied ha sottolineato come, nonostante vi sia una grande attenzione sul fenomeno, molte vittime decidono di non denunciare gli abusi subiti. Pensa ci siano ancora molti casi che non sono venuti alla luce?

Secondo gli esperti, soltanto il 10 per cento delle vittime sporge denuncia e molti hanno bisogno di raggiungere i 30 o 40 anni per esser capaci di rivelare agli altri di aver subito delle violenze, quindi potrebbero esserci ancora molti casi. In generale, oltre al caso specifico di vittime di abusi sessuali da parte di preti, molti sono vittime di abusi da parte di familiari o di persone vicine alla famiglia.

Tenendo in considerazione anche la sua esperienza davanti ai tribunali, qual è la sua analisi della situazione attuale?

Esiste un problema giuridico relativo ai termini di prescrizione del reato. Molte leggi prevedono termini di prescrizione troppo brevi con il risultato che coloro che hanno commesso abusi hanno un vantaggio sostanziale da parte dell'ordinamento giuridico.

Rispetto al problema degli abusi da parte di preti, ha notato delle differenze fra i vescovi americani ed il Vaticano nella gestione del problema?

Sfortunatamente no. Devo dire che è stato fatto di tutto per tutelare chi aveva commesso degli abusi, mi ha stupito soprattutto il ruolo delle gerarchie. La risposta si è sostanziata in una difesa tutta fondata su un presunto "anti-cattolicesimo" degli investigatori e dei media. Mi consenta di dire che i fatti restano. E sono incontestabili. Questa è la classica reazione di un gruppo religioso sotto accusa per aver violato la legge.

Può dirci qualcosa sul caso John Doe v Holy See? Quale è il ruolo dell'amministrazione Obama nel caso? Quale potrebbe essere l'eventuale impatto della decisione?

John Doe v Holy See è un caso di grande importanza. La Corte Suprema sta attendendo il parere del Justice Department. Il problema giuridico concerne l'eventuale giurisdizione delle corti federali sulla Santa Sede per i risarcimenti riguardanti le vittime di abusi sessuali in un caso deciso nell'Oregon.  La Santa Sede chiede alla corte di interpretare il Foreign Sovereign Immunities Act in modo da impedire la sua citazione in giudizio per i danni. Noi abbiamo invece presentato una memoria dove chiediamo alla Corte suprema di rinviare il caso alla Trial court per una decisione di merito.  Nel caso in cui la Corte suprema decidesse di non rinviare e di decidere essa stessa nel merito, allora comincerebbero le audizioni nel mese di ottobre ed il caso non sarà deciso prima di giugno 2011. In caso contrario, saremo nuovamente davanti alla Trial court e procederemo alla citazione dei testimoni e alla richiesta dei documenti contro la Santa Sede. Il Foreign Sovereign Immunities Act fu approvato per permettere agli americani di citare in giudizio sovrani esteri che avevano causato loro dei danni, per questo l'amministrazione Obama dovrebbe esercitare una minima interferenza in questo caso. Non sappiamo comunque quale sarà nello specifico la posizione dell'amministrazione.

Qual è, secondo lei, lo scenario futuro per i casi che riguardano abusi sessuali su minori?

Con l'aumentare globale della consapevolezza su questi casi, i governi saranno obbligati ad approvare normative sempre più stringenti per la protezione dei minori. Come ho sottolineato in Justice denied, una riforma importantissima sarebbe quella relativa ai termini di prescrizione del reato. Ovviamente le organizzazioni religiose non possono più sperare nell'impunità. Se i governi fanno quello che devono fare, i bambini e le famiglie potranno stare sicuri e le organizzazioni religiose saranno rese responsabili delle loro azioni

da LIBERTIAMO



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