Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

venerdì 12 febbraio 2010

Ieri sera ho sentito e visto a Spaziozero da parte dell'intero staff della trasmissione, più altri RAI, attacchi durissimi, al limite dell'insulto, contro il nuovo regolamento sulla par condicio proposto da Marco Beltrandi alla Commissione di Vigilanza sulla Rai e e che la Commissione Parlamentare di Vigilanza ha approvato.
Una vittoria per me sorprendente, anche se sapevo bene quanto attento lavoro per la correttezza, la completezza e la parità di presenza informativa nel servizio pubblico sia stato profuso da Beltrandi e non solo, nella stesura del documento poi approvato.
L'assurdità degli attacchi di cui è stata fatta oggetto, in mancanza in loco di Beltrandi, Emma Bonino in quanto radicale, e in quanto candidata presidente della Regione Lazio alle prossime regionali hanno, credo, consentito di presentare agli occhi degli spettatori una realtà ben diversa da quella che gli era stata sempre presentata come il massimo possibile di correttezza in regime Rai-Mediaset.
Attacchi ancora più assurdi poichè provenienti da una parte dei "professionisti dell'informazione" che almeno a parole non perdono da anni occasione per sostenere la necessità di rispettare la par condicio senza rispettarla praticamente se non per caso, ma che di fronte alle nuove regole appena approvate non si sono neanche preoccupati di andarsi a leggere il provvedimento e hanno preteso di s-parlarne solo per sentiti dire ricchi di pregiudizi e disinformazione.
Una vera figuraccia per loro sentirsi chiedere da Bonino di andarsi a leggere almeno il provvedimento, prima di voler contestarlo.
Una vittoria, quella della Commissione di Vigilanza con il documento Beltrandi, che è davvero dalla parte dei cittadini, inaspettatamente, sorprendentemente.
Starmeritatamente.

La battaglia dei radicali per il diritto dei cittadini ad essere informati di tutte le proposte delle diverse componenti della politica, specie in campagna elettorale, e con tempi uguali per tutti, non è una novità, ma è quasi sempre stata frustrata, e oscurata sotto la censura pressoché totale dei media di stato e non solo.
Battaglia radicale per eccellenza, quella per la libertà e la completezza dell'informazione in un servizio pubblico lottizzato da sempre, che si è sviluppata fin dalla campagna elettorale per le politiche del 1976 attraverso le forme anche più estreme di lotta nonviolenta, come il digiuno, ma anche attraverso il monitoraggio degli spazi e dei tempi dedicati alla proposta politica dei vari esponenti dei partiti dalle reti pubbliche e private, la pressante richiesta, la proposta di regole rispettose della completezza e della pluralità sempre sbandierate da tutte le posizioni politiche e anche attraverso l'azione giudiziaria nei confronti di chi le violava e malgrado le conseguenti ripetute condanne le continuava a violare imperterrito, perchè, di fatto, immune da sanzioni.
E la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, a meno di non riuscire ad ascoltare i notiziari di Radio Radicale, ne sono rimasti per anni accuratamente e assolutamente tenuti all'oscuro, alla faccia della "pluralità e completezza" dell'informazione pubblica, pagata coi soldi dei cittadini medesimi.
Un bel risultato, che mi auguro permetterà finalmente una campagna elettorale di informazione plurale e non di propaganda parziale.
Grazie Marco Beltrandi, grazie a coloro che hanno collaborato con te, nella stesura e nell'approvazione della "par condicio" alla pari.
Alba Montori

p.s. stamane ricevo questa lettera di FAQ al riguardo da Marco Beltrandi e la posto qui di seguito, invitando chi mi legge a leggerla a sua volta e a diffonderla. Perchè l'informazione e la conoscenza devono circolare, il più possibile, per produrre consapevolezza e libertà.


-"Alba
in queste ore sono volate dichiarazioni di condanna da ogni parte nei confronti del regolamento sulla par condicio che ho proposto e fatto approvare dalla Commissione di Vigilanza sulla Rai. Questo testo rappresenta una conquista storica per il movimento radicale, e per le battaglie condotte sul fronte dell'informazione degli ultimi 40 anni.

Tutte le opinioni sono legittime, purché basate sui fatti. Per questo è bene chiarire che la norma approvata non “sospende” i talk show, non li “taglia”, non li “oscura”, tantomeno li “censura”.

Per chiarire le ragioni per cui abbiamo proposto questo regolamento, alcuni compagnio hanno realizzato queste domande & risposte che spero troverai utili.

Se così sarà ti chiediamo di aiutarci a chiarire la questione, condividendo questa email con i tuoi contatti o pubblicandola su Facebook.
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Il regolamento approvato dalla Commissione di vigilanza su proposta del parlamentare radicale Marco Beltrandi sopprime i talk show politici?

No, devono solo rispettare le regole che la legge prevede, e cioè dare parità di spazio ai diversi candidati presidente ed ai diversi partiti. Potranno organizzare i faccia a faccia tra i candidati Presidenti di Regione; i confronti tra i partiti; le interviste dei leader. L’unica cosa vietata è favorire un partito (invitandolo più volte di altri) o un candidato (organizzando una puntata solo per lui)

Il regolamento è un ennesimo attacco alla libertà di informazione, a favore di Berlusconi?

Il regolamento stabilisce soltanto che le trasmissioni di maggiore ascolto non potranno invitare solo chi vogliono loro, dando più spazi ad un partito/leader o ad un altro a seconda dell’orientamento di ciascuna, il motivo per cui finora sono state condannate in ogni campagna elettorale, per decine di volte. I dibattiti tv delle presidenziali americane, le trasmissioni politiche più seguite al mondo, sono regolati nei minimi dettagli: dalla posizione che assumono i candidati (sul podio o seduti intorno a un tavolo), al tempo di risposta dopo ogni domanda, alla possibilità o meno di ribattere alle risposte del contendente, agli argomenti dei vari dibattiti. In occasione delle primarie, quando i candidati arrivano ad essere anche più di 6 o 7, sono invitati tutti su un piano di parità.

Le trasmissioni saranno ingestibili, con decine di partiti e partitini?

No, perché sono ammessi a livello nazionale solo i candidati Presidente ed i partiti che saranno presenti in un numero di Regioni che rappresentano almeno dell’elettorato coinvolto. I partiti non devono essere presenti tutti insieme ma anche distribuiti in più puntate.

Report, Che tempo che fa, Domenica In dovranno chiudere?

No. Come da sempre accade in periodo elettorale, semplicemente non potranno ospitare politici. Se lo fanno, devono dare spazio uguale a tutti

Si vuole cancellare l’audience dei talk show?

Falso. Quando si fecero i faccia a faccia all’americana, ad esempio tra Prodi e Berlusconi, con Mentana e con Minum moderatore, furono seguiti dai più di dieci milioni di persone.

Mediaset e le altre tv private saranno invece libere?

No. La legge prevede che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni faccia un regolamento analogo a quello della Commissione di vigilanza.

Cosa potrebbe accadere

  • Porta a Porta: 4 trasmissioni settimanali, adatte per i confronti tra partiti (4 a puntata ad esempio). Possibili anche (come già fatto alle elezioni Regionali del 2000) che si tengano all’interno della stessa puntata due o tre sessioni, ciascuna con un faccia a faccia tra i candidati Presidente di una Regione
  • Annozero e Ballaro: mantenendo una sola puntata a settimana (quindi 4 ciascuna nei 30 giorni finali), potrebbero organizzare confronti tra partiti, 4 esponenti per puntate ad es. (come già fa Ballaro). Con due puntate settimanali ciascuna, potrebbero anche dedicarsi ai faccia a faccia tra Presidenti Regioni
  • Vespa, Santoro, Floris: potrebbero anche condurre le interviste ai leaders previste per gli ultimi 15 giorni, in spazi ad hoc

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Regole per i talk show: domande, risposte & i tuoi commenti

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On Marco Beltrandi,
parlamentare radicale, membro della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai-tv

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