L'altra sera, 5 febbraio 2010, Francesco Zanardi ha annunciato a quanti erano intervenuti in sostegno della sua lotta nonviolenta di aver deciso di interrompere il digiuno che aveva iniziato 35 giorni prima.
Eravamo davanti all'Ambasciata di Spagna in Italia presso la Santa Sede a piazza di Spagna a Roma, luogo emblematico nella lunga marcia ideale di lotta dei laici italiani, omosessuali e non, per la reale applicazione del diritto all'uguaglianza nel nostro Paese, che a sessant'anni e più dalla promulgazione della Costituzione Repubblicana, lo Stato Vaticano si ostina ad impedire, anche ricorrendo all'uso improprio di parlamentari italiani della Repubblica e dell'Unione Europea.
Ho avuto la grande gioia con pochi amici di condividere non sollievo e amore il primo pane di Francesco, a cui avevo scritto a nome della Fondazione la lettera che segue, senza aver il tempo di fargliela pervenire.
Gli è arrivata al suo ritorno a Savona, come mi ha chiesto, e dato che le motivazioni che l'hanno dettata e le valutazioni della vicenda le riteniamo entrambi utili a una riflessione, specie vista la bagarre che le associazioni cosiddette LGBTQ hanno scatenato sul web e non solo, eccola qui.
Roma, 4 febbraio 2010
Noi della Fondazione Massimo Consoli, noi che abbiamo fatto da sempre del diritto all'esistenza e al rispetto per ciascuna persona nella sua propria dignità, di identità, di scelte di vita e di amore, noi siamo stati da sempre vicini a Francesco e Manuel, fin dall'inizio della loro azione, anche se abbiamo cercato di evitare che la iniziassero.
Perchè eravamo e siamo ben consapevoli della difficoltà che avrebbero incontrato, con le istituzioni, ma anche presso la cosiddetta comunità GLBT,e non ce lo siamo mai nascosto, e non lo abbiamo nascosto soprattutto a loro.
Siamo stat** convint** però fin da subito che motivazioni così forti e consapevoli, com quelle che stanno sorreggendo così strenuamente ancora la disperata azione di Francesco, hanno non solo assolutamente diritto a tutta la solidarietà e il supporto possibile, ma anche all'impegno di tutt** noi, compres** coloro che rifiutano per sé il matrimonio per incompatibilità con i propri principi socio-politici.culturali.
Chi non ha potere di alcun genere, ma è cosciente di possedere diritto ad essere sé stess* e vuole affermarlo senza se e senza ma, lotta con quel che ha: il suo corpo, il suo cuore, la sua intelligenza, il suo amore, la sua faccia e la sua vita personale.
Francesco sta facendo in realtà soltanto questo ed è ben consapevole di poter perdere la sua vita, assieme a Manuel
Una scelta drastica, se volete, ma semplice e chiara. E se ci riflettete le loro motivazioni non sono affatto distanti da quelle enunciate qua e là dai cosiddetti leader delle cosiddette associazioni GLBT e magari scritte nei vari statuti associativi.
Molte persone, trasversalmente alle posizioni di area politica hanno comunicato in molti modi a Francesco e Manuel solidarietà, affetto, sostegno e rispetto per questa folle iniziativa nonviolenta.
Molte altre, altrettanto trasversalmente, hanno dichiarato la loro contrarietà e in qualche misura anche il loro rifiuto per l'azione che Francesco continua a proseguire, quasi con ostinazione, ma con crescente disillusione, senza riuscire a rendersi conto che in realtà questa azione ha prodotto risultati impensabili, anche se apparentemente minimi.
Perchè perfino i media italiani sono stati all'altezza ( si fa per dire) della loro consolidata tradizione, ma visto che non son riusciti a buttarla sulla farsa, e nemmeno sull'insulto, che è quello che normalmente fanno per ciò che riguarda le questioni che chiamano in ballo l'omosessualità, hanno dato un po' di spazio (poco e ben ingabbiato) per poi passare ad altro.
Tuttavia quel po' di spazio che hanno dato è stato, loro malgrado probabilmente, sufficiente a dare una immagine, un flash, di non rassegnazione di esser trattati da cittadini di casta inferiore, una briciola di informazione sulla normale vita di normali cittadini, omosessuali, in un paese che non vuole trattare i suoi abitanti omosessuali da cittadini perchè normale non è. E così hanno fornito una opportunità di conoscere cosa sente e vuole una famiglia, una delle tante esistenti nel nostro paese,una di quelle a cui non si vuole dare diritto di esistenza.
Ora che il conto alla rovescia per la pronuncia della Corte Costituzionale è iniziato, Francesco, interrompi lo sciopero, per favore.
Rimettiti in forze, perchè abbiamo da lavorare ancora duramente per rompere definitivamente il muro dell'ipocrisia, della silenziosa omertà, delle complicità indegne: abbiamo un gran bisogno di tutti, te compreso.
Un abbraccio affettuosissimo a te e a Manuel
Alba Montori
segretaria della Fondazione Luciano Massimo Consoli
1 commento:
Mi associo a ciò che ha scritto Alba. Manuel e Francesco siete stati formidabili ma non rischiate oltre la Vostra salute. Lavoreremo insieme (sono più di cinquant'anni che faccio l'attivista) per far diventare anche l'Italia un paese degno dei diritti umani e civili, che purtroppo non vengono rispettati. EUROPA AIUTACI TU!!!
Peter Boom.
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