da NOTIZIE RADICALI 19 gennaio 2010
“Chi cerca di realizzare il paradiso in terra, sta in effetti preparando per gli altri un molto rispettabile inferno”, asseriva Paul Claudel con laica lucidità. Questa frase è, forse, una delle sintesi più suggestive e raffinate con cui si è soliti spiegare, in modo semplice, la complessità del pensiero e del metodo liberale. Vi aderisco, perciò, convintamente. Tanto più che ben si adatta alla consapevolezza dei limiti umani di ciascuno di noi. Ma andiamo per ordine: l’aforisma di Claudel ci fa comprende, innanzitutto, che la pretesa umana di realizzare astratti paradisi terrestri porta sempre a conflitti e rigidità tali da provocare disastri. Le imperfezioni e i difetti, invece, appartengono al mondo liberale. Nel senso che trovano cittadinanza proprio in una visione liberale della società e sono riconosciuti come possibili, a volte addirittura probabili, dalla pratica e dalla politica liberale. Perché il pensiero liberale è una filosofia, non un’ideologia né, tanto meno, un dogma.
A tal proposito, Pier Luigi Bersani ha giustamente dichiarato nei giorni scorsi che Emma Bonino “è una fuoriclasse” e che, perciò, bisogna guardarla fuori da quegli stereotipi con cui viene sistematicamente attaccata dagli avversari politici: anticlericale, laicista, abortista, femminista. Stavolta, però, Giuliano Ferrara deve aver preso alla lettera la dichiarazione del segretario del Pd e, rispondendo a una missiva del senatore Lucio d’Ubaldo, il direttore ha risposto, sul Foglio di giovedì 14 gennaio, che Emma è sì “abortista”, ma lo stereotipo non basta: è anche “una prepotente, vittimista, innamorata di sé”. Insomma, Ferrara ha voluto farne un ritratto che evitasse, almeno un po’, i vecchi stereotipi di cui sopra. Anzi, è andato oltre: ha evitato sia gli stereotipi elogiativi espressi dagli estimatori della Bonino sia quelli propinati dai soliti detrattori. E l’ha resa simpatica. Tanto che anche lunedì 18, sempre dalle pagine de il Foglio, il direttore è ritornato sull’argomento. Un successo!
Il pensiero liberale si fonda - da sempre - sulla capacità di ciascuno di migliorare, sulla possibilità di correggere gli errori superando i vecchi limiti o imparando a rispettarli. E’ proprio questo ciò che mi ha sempre colpito di Emma Bonino, come donna e come politico: la forza di comprendere i propri limiti e di saperli superare. Anzi, di più: Emma non conosce limiti, ma li rispetta. E’ una donna di governo. Sembra nata apposta per fare questo. E’ pragmatica, concreta, risolutiva. E non le mancano certo i difetti. La perfezione appartiene agli assolutismi. Ma Emma ha anche il pregio o il difetto di parlare con franchezza e non si nasconde mai dietro all’ipocrisia. Qualità rarissima tra i politici nazionali. E’ così.
Insomma, da Emma Bonino ho imparato che dentro una concezione liberale del mondo - sempre nel rispetto della persona e dello Stato di diritto - possono trovare cittadinanza i difetti, le imperfezioni e gli errori. Invece, in una visione ideologica, totalitaria, integralista, fanatica, dogmatica o assolutista, questo non è possibile: la condanna cala non sull’errore, ma sulla persona. E il peccato diventa reato. La differenza sta nel fatto che, in un sistema liberale, i difetti e gli errori si correggono o almeno si tende e si tenta di correggerli mentre, in un sistema assoluto o autoritario o illiberale, i giudizi affibbiati restano addosso alle persone come un pregiudizio. E sono definitivi. Mi vengono in mente, allora, le sue mille battaglie contro ogni tipo di violenza sulle donne, la lotta senza quartiere nei confronti di tutte le pratiche illiberali dettate dai fondamentalismi religiosi o politici, l’ostinazione di Emma nel tentativo concreto di debellare l’orrenda pratica delle mutilazioni genitali femminili, l’impegno con e per le donne africane, l’attenzione per le questioni legate al clima e all’ambiente, il suo lavoro per le imprese italiane oltre i confini nazionali per rafforzare il commercio con l’estero. E poi, la mano tesa ai detenuti, agli ultimi, ai diseredati, ai malati. Laicamente.
E’ come se, in ogni nuova battaglia politica, Emma dicesse: non c’è libertà senza legalità. I diritti umani e civili, come pure i doveri di ciascuno, vanno conosciuti e conquistati. Quindi, rispettati. Poi, ci sono anche i limiti umani, che però si superano. E’ come se Emma esclamasse: “Guardate me! Sono nata a Bra, sono una persona comune e non mi sono arresa. Ho visto i limiti dentro cui il Potere ci voleva confinare e ho i visto anche i limiti del Potere. Ho sempre creduto che i limiti si potessero cambiare: millimetro per millimetro, giorno per giorno. Ma senza Marco Pannella e i compagni Radicali sarei finita a fare l’insegnante di inglese a Cuneo e, invece, testarda come sono… Ora mi candido pure alla presidenza della regione Lazio!”.
Emma Bonino è una delle figure centrali dell’attuale panorama politico italiano ed europeo, riesce a conquistare l’interesse e il plauso oltre i confini di appartenenza perché è liberale. Si pone al centro della scena, ma non è centrista. E’ centrale.
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