Scrive oggi Guido su Fb quanto segue, ma gli interrogativi che mi provoca sono traparentesi e connotati con *
"Un’idea che ha cominciato a frullarmi per la testa proprio qualche giorno fa. Non so perché. Forse per l’incrociarsi di vari impegni tutti legati alla politica e ai movimenti e tutti ruotanti attorno all’idea di recuperare pratiche e metodi democratici, di rendere le persone partecipi di processi e decisioni, e di ridare senso ai luoghi della rappresentanza, troppo spesso relegati a enti di ratifica, piuttosto che di dibattito e di decisione consapevole.
E allora, partendo da qualche esperienza e anche dalle istanze che hanno recentemente espresso Saverio e Fabrizio, lancio la mia proposta alla riflessione e al coinvolgimento di chi vuole far si che diventi una realtà. Io, ovviamente, mi metto a disposizione per aiutare a realizzarla.
Vorrei costituire una “comunità cittadina” certificata (*da chi e da cosa?) e in grado di esprimersi secondo il principio “una testa, un voto”, che elegga i propri portavoce, affidi degli incarichi e assuma decisioni(* se si deve decidere bisogna avere "su cosa" decidere, non solo possibilmente "chi deve rappresentare tutti gli altri, altrimenti si sarebbe da capo a dodici)), mantenendo il diritto di revocare in ogni momento (* deciso da chi e come?) gli incarichi affidati se non è soddisfatta dei risultati ottenuti o dell’operato delle persone cui è stata data fiducia. Insomma una specie di AGORA’ delle persone LGBTQI di Roma.
Sarebbe una comunità di persone che decidono di essere VISIBILI, di possedere una sorta di PASSAPORTO LGBTQI(* e chi lo riconosce tale ????), attraverso il quale possono esprimersi sia in riunioni pubbliche, sia attraverso strumenti telematici di partecipazione e decisione. Senza possibilità di DELEGARE a qualcuno la propria presenza o il proprio voto.(*una specie di voto
Un’agorà che si convoca regolarmente con una cadenza prefissata (ad esempio 3 mesi) oppure quando ci sono delle urgenze. Un’agorà che può affidare incarichi di RAPPRESENTANZA TEMPORANEA a persone di cui ha fiducia, per rappresentare esigenze ed istanze alle istituzioni, senza la mediazione di altri soggetti associativi(* ma che diventa essa stessa un soggetto associativo...). Un’agorà in cui c’è spazio(*quale, quello di osservatore/controllore? ma non avevamo detto che ciascun* rappresenta e può rappresentare solo sé stess*?) anche per le associazioni e per i partiti (magari come osservatori e uditori, con dei referenti precisi), ma che si rappresenta da sé.(* una vera contraddizione in termini!)
Un’utopia? Non direi proprio, le condizioni si stanno manifestando una dopo l’altra e stanno determinando il clima che può portare a realizzare questo piccolo sogno. Ovviamente, per farlo diventare una realtà concreta, occorre lavorare per costruire una proposta e sottoporla ad una prima ASSEMBLEA COSTITUENTE, pubblica e partecipata, che deciderà se adottare la proposta o come modificarla.
Per me il COMITATO PROMOTORE di questa iniziativa è già nato. Chi vuole aderire non deve far altro che iscriversi al Gruppo Facebook SPQR – Senatus Populus Queer Romanus "
Mentre trovo molto spiritoso oltre che storicamente allusivo la sigla del gruppo FB proposto come FORO, ringrazio Guido di aver accolto la mia proposta di UNA TESTA UN VOTO.
Ma una proposta del genere NON PREVEDE DELEGHE, IN OGNI CASO sarà pure un limite, ma è anche la sua unica garanzia di libertà: CIASCUN* ESPRIME UN VOTO UNICO E PUBBLICO, CON NOME E COGNOME E ASSUMENDOSENE TUTTA LA RESPONSABILITÀ.
Basta nascondersi dietro sigle di rappresentanza, ciascuno rappresenta sé stess* e null'altro.
La scelta che raccoglie più voti favorevoli dev'essere rispettata anche dai contrari.
Lo so che endemicamente si è disabituati alla pratica della scelta democratica in favore della cosiddetta scelta condivisa, ma la seconda opzione è tutto anziché democratica.
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