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sabato 25 luglio 2009

Aquilani al 25 luglio 2009

Ricevo da Carla Liberatore, attenta e indomita cronista, creatrice della NewsLetter GAYA Cronisti senza Frontiere, e di molto altro in difesa dei diritti della gente abruzzese e non solo, AQUILANA e mia carissima amica, con cui condivido tante battaglie per gli stessi obbiettivi di parità, dignità e rispetto delle persone e di ogni singolo individuo.

Come è scritto nella nostra Costituzione, ma a sessant'anni dalla sua nascita ancora inapplicato nella realtà della società cosiddetta civile e politica.

Troppo spesso ignorato, mistificato, strumentalizzato ignobilmente da chi in un modo o nell'altro, o pretendendosi " democraticamente a ciò delegato", o altrettanto "democraticamente delegato a opporsi a ciò", pretende di "governare il popolo" e peggio ancora pretende di costringerlo entro schemi e comportamenti "eticamente correttti" che di etico non hanno nulla, dal punto di vista del rispetto dell'essere umano, della sua intelligenza e della sua libertà di pensiero ed azione sociale con spauracchi ultraterreni, ascientifici e repressivi. Sono questi i modi di una casta "politica"trasversale e distante anni luce dalla gente per continuare ad esecitare il potere sulle persone, infischiandosene altamente dei loro diritti naturali per mantenerli in condizioni di asservimento fisico e mentale allo scopo di continuare a sfuttarne le capacità residue in cambio della sopravvivenza o poco altro.

Basta la gente di buon volontà per modificare questo tipo di percorso ? Cosa possimo fare per aiutarli , da semplici cittadini?

Ancora non so, ma penso che gli Aquilani non vadano lasciati soli con i loro problemi, sono tutti diventati troppo poveri, e non solo in senso materiale, per non rischiare di abbandonare le loro vite nelle mani di pochi sfruttatori.

alba

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Siamo giunti quasi alla fine di luglio, della tragedia che ha investito L’Aquila quasi non se ne parla più, ormai non fa più notizia ed inevitabilmente i media governativi a parte notiziole propagandiste mirate all’incremento dell’elettorato, distolgono la loro attenzione dai veri problemi per dare spazio a mezze informazioni nel migliore dei casi. La ricostruzione della città è partita dalle chiese… la prima urgenza pare sia il ripristino di monumenti e sagrati precedentemente crollati. Di sicuro è un aspetto importante per una città come L’Aquila che vantava numerosi monumenti storici rimasti in piedi da quasi mille anni, che avevano passato indenni altri eventi sismici disastrosi nel corso della storia e che nel caso del terremoto del 6 aprile sono venuti giù quasi a sbriciolarsi. E si continua ad insistere sulla magnitudo inesatta, evinta solo da una media territoriale nell’arco di 60 km circa dall’epicentro, rispondente a 5.8 su scala Richter. Fortunatamente sono in molti a non stancarsi di ribadire che la magnitudo di questo sisma è stata di gran lunga superiore soprattutto in certi punti della città in cui si è verificata un’accelerazione esponenziale del moto tellurico a causa anche del tipo di terreno su cui erano state costruite le abitazioni. Nella zona di Coppito per esempio, laddove ci sono stati molti danni, dove molte abitazioni non sono più agibili ed in alcuni casi dovranno essere abbattute, su di un prato in cui giocavano i bimbi e venivano portati a passeggio i cani di almeno la metà del quartiere fino a 5 mesi fa, come d’incanto dopo neanche 30 giorni dalla tragedia è spuntata come un enorme fungo una bella costruzione di legno prima e di cemento con moduli prefabbricati poi, in cui chissà per quale strano intervento divino sarà posta la sede della Caritas Diocesana. Proprio davanti alla casa in cui ho abitato per 5 anni fino alla notte del 6 aprile scorso. Ma la gente continua a stare in ripari di fortuna e nelle tendopoli in attesa che si compia il tanto decantato piano di ricostruzione. Lo Stato di fronte alle manifestazioni di sdegno di pochi, purtroppo sparuti gruppi di coraggiosi, invita alla calma e all’educazione, ma ancora una volta sta dimostrando di essere esso stesso il primo maleducato che non avvisa i cittadini dei tempi e delle modalità con cui richiedere i contributi per ricostruire e che se ne frega di avvisarli se le loro case vengono abbattute dalle ruspe da qui a 15 giorni. Naturalmente, ma non tanto, davanti a cotanta maleducazione alcuni cittadini si adeguano e pensano solo per le loro tasche e per i propri orti, se ne infischiano del fatto che in momenti come questi un popolo dovrebbe essere unito e casomai appoggiare nella lotta per i propri diritti collettivi anche il Sindaco che spesso ha lamentato di essere stato lasciato solo. Vorrei sapere dov’è andata a finire tutta l’unione e la solidarietà che ci ha contraddistinti nei primi giorni del sisma… Mi chiedo come mai non sia bastata una simile tragedia per riunire un popolo forte e determinato come il nostro! Subiamo quotidianamente attacchi e umiliazioni alternati da quel poco di solidarietà che ancora ci rimane, subiamo falsità come quella che vuol far passare la nostra città come una città di cartapesta, subiamo l’arroganza di caste ricche e presuntuose che fanno cerchio fra di loro per respingere attacchi dovuti per la loro negligenza – vedesi Costruttori indagati –

Oltre al fatto che si è instaurata una specie di guerra sorda fra poveri: quelli nelle tendopoli accusano chi sta negli alberghi di star lì a fare vacanze… di essere dei privilegiati e dei raccomandati oltre che di essere dei vigliacchi perché hanno abbandonato la città … Ma la vogliamo finire una volta per tutte e renderci conto che le cose non stanno davvero così e che dovremmo guardare in faccia la realtà e comprendere una volta per tutte che questa politica che ci governa se da una parte ci da un pezzo di pane, dall’altra sta facendo “ciccia di porco” con le nostre vite?

Siamo stati divisi da non si sa bene quale convinzione d’essere o di avere.

Dentro le tendopoli i disagi sono estremi questo c’è assolutamente da ammetterlo: il caldo, il freddo, la dissenteria, il sole che batte a picco, i bagni e le docce luridi ed inefficienti, la militarizzazione dei nostri spazi della nostra città… ma ancor peggio della nostra DIGNITA’ !!!

I militari e la Protezione Civile sono tenuti a stare al nostro servizio, al servizio del popolo e della gente e non il contrario, così come sta avvenendo. Uniamoci dunque innanzitutto contro questa militarizzazione e repressione delle nostre individualità, contrastiamo il nascere di Tendopoli Ghetto e riprendiamoci in mano la nostra città ricordando a questi “Signori” che la città è nostra e non la loro che la smettano di comportarsi come delle forze armate di occupazione e si ricordino che noi non siamo dei “dissidenti” accampati ma siamo dei cittadini che con le tasse pagano i loro stipendi, i loro fucili, le loro divise e tutti quei sacrosanti giocattolini di cui vengono dotati. Noi siamo i loro datori di lavoro, che facciano bene questo lavoro dunque senza ostentare un potere che non gli è dato e soprattutto ridiano dignità a chi già soffre per mille altri motivi. Ma questa volta stato e militari dovranno essere più che convincenti!

Nelle tendopoli è urgente un piano igienico molto più efficiente dopo aver constatato la qualità e la quantità del cibo distribuito ma soprattutto ricordiamoci che col silenzio si nutrono le migliori mafie e che le cose che non vanno per il giusto verso devono essere inesorabilmente denunciate….. SEMPRE!!!

Negli alberghi invece la situazione presenta altri aspetti come quello: di essere considerati in molti casi dei “Clienti Non Paganti” e suscettibili dunque a notevoli ed offensive differenze con i clienti villeggianti. Non solo, spesso negli hotel costieri di Abruzzo e Marche i gestori denotano comportamenti offensivi per la dignità delle persone ma in alcuni casi anche la gente del posto mostra ostilità nei nostri confronti. Vorrei dunque far presente ai villici costieri e soprattutto alla maggior parte degli albergatori, che la nostra “quota” di, per così dire “villeggiatura”, l’abbiamo pagata cara e amara, con decenni di interessi in anticipo e con un tasso da strozzinaggio oltre al fatto che percepiscono circa 58 € al giorno per ognuno di noi dalla Protezione Civile. Cari albergatori, noi la nostra permanenza presso i vostri alberghi l’abbiamo già ampiamente pagata dando le nostre case, il nostro lavoro ma soprattutto le nostre vite e quelle di chi amavamo ed è morto sotto le macerie. Dobbiamo pagare altro secondo voi? O credete che questo tributo sia sufficiente? Se siete d’accordo col secondo detto, allora finitela fin da ora di adoperare disparità di trattamento dandovi come scusante il fatto che non stiamo pagando o inventando altre fandonie per salvarvi dall’impasse.

Fino ad ora noi aquilani abbiamo dimostrato una grande dignità, purtroppo non stiamo dimostrando altrettanto coraggio nella volontà di denunciare pubblicamente e a chi di dovere tutte quelle angherie che stiamo sopportando nelle tendopoli e negli alberghi a causa di alcuni individui che vogliono esercitare un presunto, ma ricordate: solo presunto, potere su di noi. L’Esercito italiano è pieno di bravissima gente che si da seriamente da fare per noi, così come la Protezione Civile e così come gli alberghi della costa, la Caritas ed altre situazioni similari, dunque se c’è qualcosa da dire e da obiettare a causa dei soliti pochi arroganti e menefreghisti, allora è il momento questo di dirla senza farci sopraffare dalla paura di eventuali ritorsioni.

Ora è il momento di cambiare, di dimostrare davvero di che pasta siamo fatti e che non abbiamo paura degli arroganti, degli incivili, dei maleducati, dei prepotenti e dei MAFIOSI !!!

Siamo aquilani e dimostriamolo dunque con una reazione giusta, mirata e determinata, senza più nasconderci dietro al dito di un malsano egoismo.

Carla Liberatore Reporter Indipendente y Terremotata

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