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Alba Montori su Facebook

martedì 16 giugno 2009

Nota a margine del GayPride Roma 2009. E per i futuri.


10 gugno 2009
Venerdì 5 giugno 2009 un bell'evento ha messo insieme, sia pure per una breve serata, esponenti della cultura e dell'associazionismo politico LGBT, gay e non solo, nella nuova sede di GayHelpLine/Arcigay Roma a via Zabaglia 14, a cui la Fondazione Massimo Consoli, depositaria dell'archivio personale del grande attivista dei diritti e della cultura GLBT, lo ha recentemente affidato per costituire il nucleo iniziale della futura biblioteca tematica intitolata all'amico e compagno scomparso un anno e mezzo fa in cui ricongiungere e rendere pubblica la cospicua documentazione storica da lui stesso ceduta all'Archivio di Stato nel 2001 e da allora inaccessibile.

L' occasione è stata l'inaugurazione della mostra intitolata "Massimo Consoli: quarant'anni di Movimento cinquant'anni di Archivio", riproposizione in forma condensata di materiali e documenti dell'Archivio Consoli già esposti nella mostra documentaria e commemorativa allestita nel grande Museo civico di Marino in occasione del primo anniversario della sua morte a cura degli amici della Fondazione intitolata al suo nome, patrocinata da Comune di Marino, Provincia di Roma e Min. Pari Opportunità, ed ora riproposta fino al 29 giugno in un nuovo allestimento curato da Arcigay/GayHelpLIne, patrocinato da Regione Lazio, Provincia di Roma e Comune di Roma.

Così in nome e per conto dell'afettuoso e riconoscente ricordo comune di uno di noi, anzi di quello che forse per primo in Italia "osò" coniugare pubblicamente e a mezzo stampa il nome di amore con l'omosessualità fino da adolescente e instancabilmente fino alla sua morte avvenuta solo un anno e mezzo fa, ci siamo ritrovati a celebrare il suo lavoro prezioso per la nostra storia passata e per il futuro del Movimento LGBT.

Attraverso le immagini dello stupendo e coinvolgente filmato assemblato dai documenti originali da Ciri Ceccarini, le pagine e i manifesti e le foto, esposti in un allestimento "povero" ma originale e allusivo, tutti i presenti hanno potuto cogliere l'emozione di sentirsi proiettati attraverso il tempo e lo spazio nella dimensione della nostra storia di lotta e di affermazione civile.
Le immagini della prima manifestazione pubblica a Roma, in Italia, dell' orgoglio, della fierezza e indignazione incoercibile del popolo omosessuale all'indomani dell'omicidio di Pierpaolo Pasolini, gli attivisti del FUORI! che marciano col loro striscione davanti al "Bottegone", la storica sede del PCI, urlando la rabbia dei nostri sacrosanti diritti repressi, calpestati e uccisi, il campo di sterminio di Sachsenhausen e un Consoli non più giovanissimo a baciare la lapide che ricorda i gay torturati e uccisi in quel luogo, sono stati di grande pathos per i presenti, molti dei quali ne ignoravano addirittura l'esistenza. Ed anche un momento di grande emozione ed unità di sentimenti che ha accomunato i presenti ben al di là delle appartenenze politiche svelenando gli animi almeno per un po', perfino al termine di una delle peggiori e più becere campagne elettorali della storia della Repubblica

Massimo Consoli è stata la memoria storica del movimento gay italiano, ma non solo: personaggio poliedrico difficilmente incasellabile, noto e stimato per il suo instancabile attivismo contro l'omofobia, per i diritti degli omosessuali e la laicità, è stato fin dalla fine degli anni sessanta al centro del nascente movimento di liberazione sessuale e di promozione della parità di diritto alla propria identità e alla propria omosessualità in Italia, ma non solo. Per promuovere la riscossa politica della gente LGBT contro la repressione, la mistificazione e l'ipocrisia di matrice pesantemente cattolica che permeavano allora come ancor oggi la società italiana a tutti i livelli ha passato lunghi anni cercando, raccogliendo, collezionando e soprattutto divulgando documenti che la storia ufficiale della società italiana, europea, mondiale ha condannato al silenzio e alla mistificazione per secoli.
Le storie delle sessualità e degli amori, quelli veri e vivi dei tanti omosessuali ignoti, ma anche di tutti i diversi dal genere sessuale previsto dalla legge canonica, e i loro vissuti di drammatico e troppo spesso distruttivo disagio fatto di mistificazioni, menzogne, ipocrisie, repressioni e persecuzioni, eppure spesso ricchi di creazioni inarrivabili sono confluite nell collezione che Massimo Consoli chiamò "l'Archivio" e compose e difese e divulgò con i suoi scritti per tutta la sua vita.
E la mole di questa documentazione è davvero notevole, ma gran parte di essa si trova ancora imprigionata e inaccessibile sugli scaffali dell'Archivio di Stato dal 2001. Ancora inaccessibile alla collettività degli studiosi, alla Comunità LGBT e ai cittadini in generale come egli si era ( o era stato) illuso che fosse.
Inaccessibile persino per Consoli, visto che dichiarata "Bene Storico Nazionale" essa venne di fatto tolta anche alla sua giurisdizione.
Ancora per poco, ci auguriamo.
Perchè noi "fondaroli" con il nostro esiguo numero e praticamente senza mezzi, stiamo costruendo, sia pure tra mille difficoltà personali, politiche, buocratiche, economiche, una inusitata sinergia in cui ogni individualità, come pure ogni sigla o gruppo del variegato arcipelago LGBT, o ogni istituzione pubblica, politica o culturale che sia, possa contribuire e contribuisca a collaborare concretamente e non solo a parole al raggiungimento dell'obbiettivo che ci siamo proposti in memoria di Massimo che non può più farlo: quello di arricchire la nostra cultura italiana di un pezzo di conoscenza storica che le manca, di cui siamo stati di fatto privati, poichè ci si è sempre rifiutati di considerarla parte integrante e indispensabile della "Cultura" e della "Storia" del nostro Paese, da conoscere e rispettare, imparare e trasmettere alle nuove generazioni.

La mostra realizzata a via Zabaglia, sede di GHL/Arcigay Roma è un secondo esempio sperimentale, dopo quello di Marino, in cui è possibile verificare che "si può fare" e possiamo farlo.

Noi della "Fondazione Luciano Massimo Consoli" ne rivendichiamo con orgoglio la realizzazione assieme ad Arcigay, malgrado i fasti e nefasti di una campagna per le elezioni europee delle più disinfomate possibili in questo paese in cui la democrazia dimostra sempre più di essere recepita al massimo come scontro tra fazioni più simili a quelle tristemente note dei tifosi da bar, certo più fanatici che sportivi.

Perciò è importante che chi si è emozionato guardando i documenti esposti, gironzolando incuriosito tra le originali e allusive "bacheche" di scatoloni inventate da Roberto Stocco, chi si è commosso davanti alle immagini del lager dello sterminio dei gay tedeschi, o del funerale di Pasolini, chi ha scoperto dalle immagini del video un Massimo Consoli giovane e infuriato assieme a tanti altri marciare a piedi col cartello "sono omosessuale e non voglio essere ammazzato per questo", che il GayPride non è una sfilata in città di carri/TIR pieni di pubblicità e di bell** danzant** a volume discoteca.

Anzi affermo che è indispensabile che se lo ricordi bene, perchè la lotta per la dignità, il rispetto dei diritti della gente LGBT a vivere da cittadini in una società di pari non solo non è finita, ma sta entrando nella parte più difficile, quella dello studio, della riflessione, della formazione della coscienza civile, in un paese ormai abituato a pensare solo al consumo, all'apparire e non all'essere.

Non abbiamo tempo da perdere, ne abbiamo già perso troppo in inutili querelles, protagonismi più o meno appariscenti e invidie sciocche e faziose: più o meno quarant'anni di "Movimento", salvo eccezioni, rarissime.
Vediamo di utilizzare presto e al meglio i cinquant'anni di Archivio che Consoli ci ha lasciato a disposizione e riappropriarci veramente della nostra dignità e dei nostri diritti, prima che sia troppo tardi.

Alba Montori

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