Per tutto il resto, c’è Parlorama.
di Marco Cappato
da Notizie Radicali di venerdì 15 maggio 2009
La Telenovela dei dati sulle assenze dei Deputati europei è arrivata oggi a una nuova puntata. Grazie all’iniziativa Radicale, da oggi è finalmente online sul sito del Parlamento europeo http://www.europarl.europa.eu/ , nella pagina personale di ciascun deputato, l’elenco delle presenze alle sedute Plenarie, con relativa percentuale finale. Come temevo, però, si tratta di un lavoro fatto a metà, che rende molto difficile agli elettori una valutazione rapida dell’assiduità degli eletti.
Ricordiamo gli antefatti: quasi un anno fa, rispondendo a una mia richiesta di “accesso ai documenti”, il Segretario Generale aveva rifiutato di rendere pubblici i dati, richiamandosi alla privacy e sostenendo che il Parlamento non avesse l'obbligo di pubblicarli. A gennaio, la grande maggioranza dei deputati (con l'opposizione della destra italiana) aveva votato il mio Rapporto parlamentare che chiedeva la pubblicazione su internet, prima delle elezioni europee, dei dati di presenza dei deputati, non solo delle plenarie, ma anche di tutte le Commissioni e delle altre attività. Ci sono voluti oltre 4 mesi per eseguire questa decisione, arrivando a un risultato parziale e del tutto insufficiente: sono infatti esclusi i dati delle presenze in Commissione, cioè il luogo dove si svolge la gran parte del lavoro parlamentare non legato all’incasso di diarie e rimborsi. Inoltre, le informazioni del Parlamento hanno finalmente carattere di ufficialità, ma non consentono confronti immediati tra Parlamentari, rendendo così i dati meno leggibili.
In questo modo, il Presidente e i vicepresidenti hanno voluto coprire i bassissimi tassi di presenza in Commissione di alcuni dei Parlamentari più potenti e “in vista”. E’ soltanto grazie a iniziative gestite da privati - come quella del sito www.parlorama.eu creato dall’ex-collaboratore di Pannella e mio, Flavien Deltort - che gli elettori hanno ottenuto dati molto più completi, e anche più aggiornati! I Parlamentari che hanno osteggiato tali iniziative in ragione della non-ufficialità delle informazioni prodotte, avrebbero dovuto adoperarsi affinché il Parlamento mettesse a disposizione tutti i dati, e non solo quelli meno imbarazzanti.
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