Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

domenica 19 aprile 2009

Manifesto 1977

Dal 1965 in poi, per quanto mi riguarda personalmente, mi sono occupata di lotta politica per la libertà sessuale di tutti sul pianeta, partendo dai diritti negati alla stragrande maggioranza della popolazione, che aumenta ogni giorno di milioni di unità, diritto alla libertà di espressione della propria identità psicofisica nella ricerca della felicità nell'arco della propria vita individuale in forma di società civile globale.
Dopo l'11 settembre 2001 è apparsa ancora e sempre più urgente l'INDISPENSABILITA' di assunzione di responsabilità di ciascuno, in prima persona, nel possedere coscienza del proprio diritto alla felicità e non limitarsi a difenderselo dagli attacchi del terrore pseudo-religioso: pretendere il rispetto e l'attualizzazione giorno per giorno del proprio diritto umano contrapponendosi con decisione, ma senza violenza, a chi continua a pretendere di governarlo in nome dell'imposizione di norme antilibertarie e violente sotto false forme di eticità.

Il 6 dicembre 2003 ho deciso di pubblicare questo "manifesto" (*) , frutto di quanto già elaborato fin dal lontano 1977-78, per affidarlo alla Comunità Varia, altrimenti detta LGBT, ma non solo, perchè contribuisse al rendere consapevoli quante più persone possibili che la libertà e la felicità di ciascuno sono nelle sue proprie mani, ed è assolutamente inutile e inconcludente attendersi che il "potere" conceda diritti e libertà, che sono contrari alla sua stessa esistenza e alla sua ragion d'essere.
In Italia i cittadini sono avvantaggiati dall'esistenza di una Carta Costituzionale in cui tali condizioni sono già poste come dato di Legge suprema dello Stato e rafforzate dal fatto che la loro applicazione non può essere rimandata oltre i sessant'anni già trascorsi dalla sua promulgazione, se i cittadini le conoscono e sono consapevoli dei diritti/doveri corrispondenti.
A meno che, come di fatto è stato, non sia coltivata l'ignoranza e addirittura la mistificazione da chi ne vuole impedire sine die le condizioni di attuazione.

Insomma la sua pubblicazione, nei documenti del gruppo FUORI ! nel 2003 e poi sulla rubrica di Gaya Cronisti senza Frontiere nel 2007, ha avuto lo scopo dichiarato di porre fine al processo di stagnazione e /o autocommiserazione del movimento per i diritti LGBT, incitando ognuno ad assumere la propria responsabilità politica nella lotta per il diritto all'amore e alla felicità, da vivo e non semplicemente in un ipotetico paradiso oltre la morte, e senza attendersi aperture e aggiustamenti che come tali sarebbero senz'altro stati inevitabilmente parziali e illibertarie.

Da allora molte persone si sono messe in moto, ma troppo spesso scollegate e pregiudizialmente antagoniste, talvolta animate da interessi più partitici che politici e più personalistici che sociali.

C'è ancora moltissimo da lavorare, per ciascuno, partendo da sé, e all'interno della nostra società, perché essa si possa dire finalmente civile. Perciò lo voglio riproporre alla riflessione di chi vorrà cimentarsi a leggerlo e a comprenderne il messaggio: perchè possa trovare proprie motivazioni forti per la comune lotta e aiutare altri a farlo.
alba



Ora basta

Nel corso della storia noi NON-ETERO ( * ) abbiamo accumulato nei confronti di tutte le più imponenti società civili un gigantesco contenzioso di diritti negati, assieme ad una nostra propria e particolare cultura, trasversale a tutte le aree socio-culturali.

Questa “cultura”, che è solamente nostra, almeno per ora, ci rende profondamente consapevoli e responsabilmente coscienti della nostra identità psico-fisica, diversa, unica ed irripetibile in ciascuno, al di fuori di tutti gli schemi comportamentali che ci siano stati imposti da religioni o culture, anche molto diverse tra loro.

Abbiamo sviluppato per sopravvivenza questa capacità, che ci mette nella condizione di ri/conoscere la nostra personale identità e di essere consapevoli interamente che essa è fatta di emozioni e di passioni, e assieme di senso della corporeità, poiché siamo allenati a esercitarle fin dall’inizio della storia cosciente di ciascuno di noi, potenziando costantemente le nostre capacità di osservazione e riflessione autocritica interiore ai limiti dell’autodistruzione,

La nostra cultura NON-ETERO si è consumata e assieme alimentata per anni, anzi secoli se non millenni, del tentativo di risolvere in modo pragmatico e nonviolento l’insanabile conflitto interiore tra il pressante bisogno di essere rispettati nella propria peculiare identità, d’ognuno, interiorizzato in ciascun NON-ETERO, e la sua costante negazione, repressione, beffa e persecuzione in tutti i modi e con tutti i mezzi, più o meno palesi, da parte delle componenti “ETERO” delle cosiddette società civili e/o religiose, che su ciò hanno basato il loro potere sulle vite delle persone.

Nel confronto con l’altra cultura “etero-procreativa” noi NON-ETERO abbiamo cercato di far valere il nostro diritto ad esistere ciascuno(etero e non) per come è e si sente di essere, abbiamo tentato costantemente di trovare una mediazione, a costo talvolta della vita, più spesso della nostra felicità interiore o dell’affermazione del nostro stesso diritto d’amore, in nome dell’amore dell’umanità.

Amore, non-etero, non necessariamente procreativo, è fatto di coscienza della peculiare identità di ciascun essere umano e assieme di rispetto per ogni “differenza”, per ciascun essere umano, compresi coloro stessi che ci hanno perseguitato, e continuano a farlo, distruggendo le nostre esistenze nel vano tentativo di ridurci ai loro schemi a/scientifici, , inumani e totalizzanti, e ricattandoci costantemente con l’esclusione dalla società, dalla comunità dei viventi, in tutti i modi, dai farmaci alle strutture psichiatriche, al carcere, fino alla eliminazione fisica e addirittura a quella morale, costringendo le nostre identità , la nostra tolleranza e le nostre capacità di amore in ruoli infamanti o ridicoli.

Il nostro negare la necessità della consequenzialità sesso-procreazione è aspirazione profonda, ineludibile e ormai improcrastinabile ed è diretta ad eliminare la dicotomia tra i sessi, forma di sottocultura responsabile della divisione sulla quale è stato costruito e mantenuto per millenni il potere politico/religioso/economico: pretendere di fissare addirittura per decreto religioso-istituzionale le norme relative all’esercizio della sessualità, elemento unico irripetibile ed inalienabile di ciascun vivente, a cominciare dall’essere umano, significa alimentare l’odio e l’intolleranza e promuovere la distruzione, come la storia ci ha dimostrato e continua a dimostrarci ogni giorno.

Coloro che ci perseguitano in quanto N-E continuano impudentemente e impunemente a farlo, approfittando della nostra supposta debolezza, che in realtà è l’unica vera grande forza che possediamo, quella di volere e sapere conservare con orgoglio e dignità la capacità di esprimere l’amore nel coniugare assieme corpo e spirito in una unica forma, diversa per ciascun vivente, con pari dignità e diritto d’esistenza.

Non siamo più disposti a tollerare ulteriormente che chiunque, a qualunque titolo e dovunque sul pianeta, inciti all’odio e alla violenza contro chi non si uniforma a regole, antiumane, antiscientifiche e assurdamente innaturali nell’espressione delle proprie pulsioni alla sessualità e all’amore: tali pulsioni sono la forma della più vitale, profonda e inalienabile essenza dell’umanità, e come tali il tendere a dar loro forma nella società è diritto inalienabile per ciascuno. Chiunque, ma soprattutto chi ha maggior valore rappresentativo nella società, pretenda di asservire i corpi e le coscienze di umani, nostri e suoi simili, a precetti insani e innaturali, che vanno contro tutti principi del rispetto sociale, con minacce di castighi divini o ricatti di ordine economico-sociale, è moralmente e materialmente responsabile più di ogni altro della distruzione sistematica di tale diritto.

Perciò diciamo basta: metteremo in atto tutte le azioni nonviolente che riusciremo a inventare per far sì che chi ne è responsabile, idealmente, culturalmente e materialmente, venga messo in condizione di non poter più nuocere, neanche al suo stesso diritto all’espressione delle proprie forme di sessualità, ovunque sul pianeta.

(*) NON-ETERO o N-E è una sigla-nome convenzionale: personalmente ritengo le definizioni "omo sessuale", "eterosessuale", "bisessuale", "transgender", o altri nomi atti a definire una particolare "identità di genere sessuale" SESSISTE come le definizioni di "maschio" o "femmina". Appare chiaro ormai anche alla luce del semplice buonsenso, oltre che della scienza, che la dotazione fisica individuale di organi deputati alla riproduzione non ha nessuna attinenza con la scelta di partners per la ricerca della felicità , compresa quella sessuale. Ma è altrettanto chiaro che il mantenimento degli individui in uno stato di perenne frustrazione e infelicità sessuale conduce alla violenza e al mantenimento del potere di pochi ( depositari delle "norme" di scelta) nei confronti della stragrande maggioranza degli umani.

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