COMUNICATO STAMPA
27 settembre 2008
RIFUGIATI/LONDRA: GRUPPO EVERYONE E AMBASCIATA BRITANNICA A ROMA
BLOCCANO LA DEPORTAZIONE IN BURUNDI DELLA DONNA TUTSI ANNOCIATE
NIMPGARITSE
I LEADER DEL GRUPPO: “UNA GRANDE VITTORIA DEI DIRITTI UMANI. IL REGNO
UNITO OFFRE UN ESEMPIO DI CIVILTA' ALL'EUROPA. LA CAMPAGNA PROSEGUE
FINCHE' NON LE SARA' CONCESSO ASILO”
Annociate Nimpagaritse, donna originaria di Bujumbura, capitale del
Burundi, facente parte della minoranza etnica Tutsi, che rischiava la
morte in patria per mano dei ribelli Hutu del FNL (movimento di
liberazione nazionale), doveva essere deportata dal Regno Unito –
Paese in cui aveva richiesto asilo come rifugiata, ma che non aveva
accolto la domanda – il 25 settembre con un volo della Kenya Airways
da Londra. Dopo che il Gruppo EveryOne, insieme al movimento "Friends
of Annonciate Nimpagaritse" aveva lanciato il 23 settembre su scala
internazionale la campagna per la sua vita scrivendo al Governo del
Regno Unito e all’'Ambasciata britannico in Italia, la donna è stata
rilasciata dal centro di detenzione di Colnbrook, in cui era richiusa,
e ha potuto tornare a Sheffield, dove viveva dal 2005, in attesa
dell'esito della sua domanda di asilo.
“E' stata una campagna fulminea, ma difficilissima," commentano
sollevati i leader di EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario
Picciau, "perché Annociate si era vista rifiutare l'asilo dall'Home
Office, quindi da un ufficio immigrazione indipendente, da un
magistrato dell'immigrazione e, infine, dall'Alta Corte di Giustizia".
Poco dopo lo stop dei voli che avrebbero ricondotto la donna prima in
Kenia e subito dopo nel Burundi, il Gruppo EveryOne ha ricevuto la
conferma della sospensione della deportazione. "Adesso l'Home Office
del Regno Unito riesaminerà l'intero caso," commentano gli attivisti
di EveryOne, "sulla base di quanto abbiamo documentato alle autorità
britanniche, ossia che da aprile 2008, a differenza di quanto
ritenesse la Border Immigration Agency, nel Burundi sono ricominciate
le sanguinose rappresaglie dei ribelli Hutu nei confronti dei civili
di etnia Tutsi, che hanno mietuto in pochissimo tempo decine e decine
di vittime innocenti e sono responsabili del massacro dei familiari di
Annonciate stessa. Il governo e la magistratura del Regno Unito
avevano motivato il rifiuto in base alla tregua stipulata in Burundi
nel 2006, ma non erano a conoscenza della ripresa del conflitto,
verificatasi nel mese di aprile del 2008”.
Il blocco immediato della deportazione è stato possibile grazie alla
mediazione diplomatica condotta nelle ore immediatamente precedenti la
deportazione da parte dell’'Ambasciata Britannica in Italia. “Come per
i casi di Pegah Emambakhsh e di Mehdi Kazemi, è stato essenziale
l’interessamento e l’impegno del funzionario Pier Luigi Puglia, capo
ufficio stampa dell'’Ambasciata, nonché la mediazione di Sir
Christopher Layden, consigliere politico della rappresentanza
britannica a Roma, che si sono resi disponibili ancora una volta al
dialogo e al confronto, per una positiva risoluzione della questione”
spiegano gli attivisti. “Tuttavia, nonostante Annociate sia stata
rilasciata e la sua deportazione in Burundi momentaneamente sospesa”
precisano Malini, Pegoraro e Picciau “è assolutamente necessario
tenere gli occhi aperti sulla vicenda, affinché l’'Home Office
Secretary Jacqui Smith riconsideri in via definitiva il provvedimento
di rimpatrio coatto e conferisca l’autorizzazione ad Annonicate
Nimpagaritse di permanere sul suolo britannico come rifugiata, in base
a quanto garantito dalla Convenzione di Ginevra e dal Protocollo del
’67, nonché dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dalla
Carta dei Diritti dei Popoli. Fino a quel momento, la donna, il cui
stato è ancora quello di 'richiedente asilo' rimane a rischio di
deportazione”.
Il Gruppo EveryOne sta raccogliendo evidenze e testimonianze che
attestano la situazione di conflitto in Burundi e l'instabilità
politica e civile che caratterizza attualmente lo Stato africano. "Per
evitare che possano riaffiorare dubbi riguardo ai rischi che Annociate
correrebbe se venisse rimpatriata," conclude EveryOne, "presenteremo
un dossier-Burundi alle autorità britanniche. Nel frattempo, ci
conforta l'apertura al dialogo mostrata dal governo britannico, in un
campo delicato e importante come quello del diritto di asilo. Le
nostre azioni a tutela dei Diritti Umani sono sempre più difficili, in
questo periodo caratterizzato da rigurgiti di odio razziale e
xenofobia, che sono sentimenti lontani dalla cultura della civiltà e
della fratellanza. L'Europa ha bisogno di modelli di civiltà e il caso
Annociate, se avrà un lieto fine, sarà una grande lezione di umanità e
rispetto delle minoranze".
Il Gruppo EveryOne, con il sostegno del Partito Radicale e delle forze
politiche più attente i diritti dell'uomo, annuncia la presentazione
al Parlamento Europeo di un documento programmatico focalizzato sui
vizi e le incongruenze nella procedure adottate dai governi degli
Stati membri in materia di rifugiati richiedenti asilo, per garantire
il rispetto dei diritti fondamentali dell'’individuo, così come
sancito dall’'Unione con la Carta di Nizza e le direttive europee, cui
ogni Stato Membro è tenuto ad attenersi.
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334 8429527 - (39) 331 3585406 - (+39) 334 3449180
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com
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