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lunedì 4 agosto 2008

Lettera di Marina Garaventa

RICEVO DA ANNA DI LIBERELAICHE

Salve Alba
ci è giunta la lettera di Marina Garaventa. Marina vive dal 2003 attaccata al respiratore, eppure è una donna forte e con forza sta battendosi, pur amando la sua vita, al fianco di chi, nelle sue condizioni, vorrebbe, invece, una morte serena e dignitosa.
Stiamo chiedendo a tutte le amiche e agli amici che posseggono siti o blog di divulgare la lettera e mettere il link al suo blog
http://laprincipessasulpisello.splinder.com/
Crediamo sia nostro dovere morale fare da cassa di risonanza per chi non si arrende alla viltà ed alla sciocca ipocrisia, sappiamo (so) bene che è una goccia nel mare, un flebile gridonell rumore che fanno tutti questi sepolcri imbiancatiche detengono il potere, ma crediamo (credo) che non si debba lasciare nulla di intentato
ti ringrazio di cuore
anna
-------LA LETTERA DI MARINA----------

Caro Ravasin,
Solo oggi, vilmente, ho visto il video nel quale esprimi le tue volontà circa le cure alle quali non vuoi essere sottoposto. La mia codardia non dipende certo dalla paura di affrontare quest'argomento ma, piuttosto, avevo il timore di soffrire troppo per te. Anch'io ho fatto dei tentativi per parlare nonostante la tracheotomia e conosco la fatica che quest'esercizio comporta: io ho desistito quasi subito perché riuscivo a dire solo qualche parola, poco comprensibile.
Sei stato eroico, calmissimo e assolutamente chiaro, senza tradire minimamente l'emozione che, sicuramente, doveva agitarsi dentro di te: quasi al limite dell'indifferenza, hai compitato il tuo atto formale come un freddo notaio che legga uno scontato contratto di compravendita. Davanti ad un microfono e ad una videocamera, hai scandito con fatica ma con fermezza, le parole formali, i termini legali e i nomi opportuni per rendere palese una volontà dolorosa ma sicuramente meditata e sofferta che, in uno stato civile e partecipe, dovrebbe poter essere espressa nella più segreta intimità e non sbandierata ai quattro venti come lo spot pubblicitario di una merendina.
Proprio qui sta lo "scandalo" di vivere in un paese che obbliga un cittadino, che voglia affermare una sua intima e tragica volontà, a doversi mettere "in piazza", seppur su una piazza mediatica, per paura che, in futuro, le sue volontà possano essere travisate o, addirittura, del tutto disattese. Un atto così difficile e doloroso si dovrebbe compiere, o ancor meglio officiare, nel chiuso della propria stanza, testimoniato dal proprio medico, da amici e parenti e da una legge equa che, pur nella freddezza che gli atti legali devono avere, permettesse ad ognuno di conservare la propria intimità, che non chiamo volutamente privacy per non rifarmi ad uno sterile contratto di vendita per corrispondenza, e la propria dignità di essere umano. Ti confesso che, dopo averti visto, era venuta anche a me l'idea di esprimere le mie volontà in questo modo ma, immediatamente, ho mutato parere e ho deciso di scriverti e di rendere pubblica questa lettera per continuare questa battaglia di libertà, che accomuna tante persone.

Ogni lotta ha i suoi eroi che pagano con grande sofferenza: Welby e sua moglie Mina, Giovanni Nuvoli, Eluana e la sua famiglia. Tu hai pagato il tuo tributo ad uno stato, fino ad ora indifferente e codardo, io vorrei che tutto ciò mi fosse risparmiato. Grazie Un abbraccio forte
Marina

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie!