IL REFERENDUM ELETTORALE DEL 2009 IN PERICOLO
La rinuncia del segretario della Democrazia Cristiana a chiedere il rinvio delle elezioni politiche non significa che esse diventano legittime. Ossia, il vulnus subito dalla lista cui è stato sottratto un certo lasso di tempo per la propaganda elettorale, è un'ombra che oscura la regolarità del confronto elettorale. Anche un solo elettore, con un ricorso in esecuzione dell'azione popolare prevista in caso di contenzioso elettorale, potrebbe far valere la violazione del proprio diritto di scelta fra le liste concorrenti, diritto che sarebbe stato violato dato che la lista della DC ha avuto, per informare gli elettori sui programmi proposti, un tempo notevolmente inferiore alle altre.
Ricordo un recente precedente. Alle elezioni comunali di Messina, nel 2005, De Michelis presentò la lista Nuovo Psi che, dopo il ricorso di Bobo Craxi, fu esclusa. Ma in secondo grado la spuntò De Michelis. Risultato: elezioni annullate e rifatte.
E se accadesse anche per le prossime elezioni politiche non potrebbero essere ripetute l'anno prossimo con un nuovo rinvio del referendum elettorale sui quesiti proposti dai proff. Segni e Guzzetta?
Per scacciare questo sospetto sarebbe opportuno che il Presidente della Repubblica riprendesse in mano l'iniziativa per tentare di ripristinare la legalità al fine di realizzare le premesse per una legittima consultazione referendaria e, successivamente, per quella elettorale.
Questa speranza resterà probabilmente delusa perché il regime, appare, destinato a precipitare verso la sua fine.
Anche questo guazzabuglio, unito all'affare Malpensa, sembra la goccia che fa traboccare il vaso della misura del degrado.
da Liberali Veneti
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