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Video-intervista. La guastatrice laica: «Noi Radicali siamo messi all’indice non perché ininfluenti ma perché pericolosi» Ministro Emma Bonino, un paio di settimane fa, intervistata ad Otto e Mezzo da Ritanna Armeni, lei ha detto che è da dieci anni che nota in Italia una pericolosa marcia indietro in senso clericale. Noi osservatori esterni abbiamo iniziato ad accorgercene solo con il referendum sulla fecondazione assistita. Dal suo angolo di visuale, invece, dove e quando è ri-cominciato il Medioevo italiano? «Forse la gente non lo ricorda, ma nella campagna elettorale del 2001 la Lista Emma Bonino ha candidato capolista ovunque Luca Coscioni. E avevamo come programma politico esattamente i nuovi diritti civili: la libertà di ricerca, di terapia, la buona morte, eccetera. E non c’era verso neanche mettere nell’agenda politica questi temi. Ricordo che al quarto giorno di sciopero della sete, arrivò una dichiarazione tombale di Rutelli e Berlusconi: dissero – come dicono anche adesso – che di questi temi non si discute in campagna elettorale… E non si capisce allora quando se ne possa discutere. Cercavamo già allora di lanciare l’allarme su questa non apertura che vedevamo arrivare. Poi è arrivato il governo di centrodestra, poi la legge 40 contro la fecondazione assistita, poi è arrivato quel referendum e quella campagna elettorale all’insegna del motto sulla vita non si vota. E adesso scopro che invece sulla vita si vota. Mah! E siamo arrivati a questo punto: con interferenze vaticane ogni giorno più pressanti e più invadenti su tutto lo scibile umano, e una classe politica in soggezione che non reagisce con la schiettezza e con il rigore che sarebbero necessari». La risposta del mondo laico a questa preoccupante deriva è stata la Rosa nel Pugno. Per molti di noi, soprattutto coloro che provengono da una sensibilità di sinistra, la Rosa nel Pugno è stata come ri-innamorarsi della politica e ha significato due cose importantissime. La prima: finalmente i Radicali con le loro istanze laiche si sono impiantati fortemente a sinistra. La seconda: finalmente i socialisti riscoprono delle passioni che sembravano sopite. E grazie ai Radicali anche a sinistra si cominciava a parlare seriamente di laicità. Abbiamo rotto il sogno? Questa grande risposta non c’è più? «C’è la risposta di sempre: quella radicale. Il risultato del 2,6% è stato ritenuto deludente dagli amici socialisti e li ha portati a rimettere in discussione il progetto. Poco a poco si sono allontanati e hanno scelto un altro progetto politico che è quello della Costituente socialista. Noi ci siamo battuti il più possibile affinché non si sciupasse l’esperienza della Rosa nel Pugno, ci siamo anche opposti al cambio del nome del gruppo parlamentare. Ma loro hanno scelto un’altra strada. Quindi, il rigore laico rimane dov’era prima…». Ma rimane… male. Perché il rischio di avere un drappello laico troppo poco nutrito nel prossimo Parlamento è assai alto. «Senta, una cosa ce la dobbiamo dire: o ai cittadini non glie ne frega niente del rigore laico – e questo lo dovremo vedere alle elezioni – oppure non dovrebbe essere così impossibile. Però, evidentemente non sono temi ritenuti prioritari dai cittadini». mercoledì 05 marzo 2008 |
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