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Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

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Alba Montori su Facebook

lunedì 14 gennaio 2008

ORMANDO DAY 2008

Ieri in piazza san Pietro non eravamo una folla oceanica, ma una nutrita e variegata "coorte" di persone gentili, perbene e sempre più indignate, ma anche sempre più determinate a lottare per il diritto di essere ciascuno come è, liberamente e senza discriminazioni.
Perchè a dieci anni dall'olocausto di Alfredo proprio lì, non solo non ci è stato consentito di raccoglierci in sua memoria intorno al luogo del suo martirio, ma anzi il capo del cattolicesimo aveva appena poche ore prima ripetuto per l'ennesima volta la sua condanna e il suo odio nei confronti del popolo omosessuale.

Parlo proprio di odio, perchè solo l'odio, il sentimento meno "cristiano", più irragionevole e violento, può dettare parole quali quelle che continuano ad esser pronunciate e scritte nei confronti degli omosessuali dal capo della più potente lobby religiosa d'Europa e forse del pianeta. E solo l'odio può ispirare l'azione di discriminazione sociale e politica attuata con la complicità dei suoi preti, e di coloro che ne sono succubi, nei confronti di una parte consistente della popolazione italiana e mondiale. Odio di cui Alfredo Ormando è stato la vittima, e di cui ha voluto con il suo rogo testimoniare l'atrocità.

Eravamo in piazza san Pietro alle 13.30/ 14: una coorte di diversi, inermi e pacifici, noviolenti, ma non per questo disarmati.
Avevamo ( perchè li possediamo) i nostri cuori affettuosi, le nostre intelligenze vivaci, la nostra fantasia e la nostra determinazione a vivere alla pari con chiunque e ad amare non chi e come ci dice un papa di amare, ma chi vogliamo e vorremo amare, liberamente.


Bandiere di tutti i gruppi dell'arcipelago arcobaleno e fiori, rossi e arancio, per un poco di visibilità: media latitanti, giornalisti e cameramen assenti.

E poco prima del lancio dei fiori oltre il confine invalicabile in gruppo e con le bandiere, sono entrata, come tutti gli anni, e ho traversato la piazza con il mazzo di tulipani rossi scelto con l'aiuto del fioraio egiziano vicino casa, sola, fino ad avvicinarmi il più possibile al "luogo di Alfredo", come sempre inglobato nel recinto ( a ogni anno più grande) del presepe e dell'albero di natale.

I tulipani rossi che ho lanciato sono atterrati proprio lì, mentre la coorte lanciava pure i fiori nella piazza.
Contemporaneamente, forse per telepatia...


Ah, dimenticavo: quando ci siamo ritrovati nella piazza ha smesso di piovere ed è uscito il sole.
Massimo Consoli, che è stato fin da subito a ricordare lì Alfredo, non c'era, per la prima volta.

alba

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