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lunedì 12 novembre 2007

LETTERA ALL'AMICO MASSIMO CONSOLI : Saverio Aversa

LETTERA ALL'AMICO MASSIMO CONSOLI
Non è facile pensare che sei morto, che non verrai al prossimo Pride, che non scriverai il tuo prossimo libro

mercoledì 07 novembre 2007 , da Liberazione


Caro Massimo, non ti ho mai scritto una lettera. Lo faccio adesso che non ci sei più forse perché mi viene meno difficile e non è così doloroso come scrivere un pezzo commemorativo, il cosiddetto "coccodrillo" in genere già pronto in anticipo e per l'occasione. Solo pochi giorni fa, all'Idroscalo di Ostia, mentre con uno sparuto gruppo di persone ricordavamo la tragica morte di Pasolini, ho pronunciato alcune frasi per te, ho riferito come dall'anno dopo quella fine tremenda tu organizzasti una grande manifestazione contro i pregiudizi e la violenza che avevano messo a tacere per sempre la voce di Pier Paolo, che avevano ucciso uno dei pochi omosessuali che in quegli anni poteva dichiarare apertamente la propria sessualità ed affettività. Da quel 1976, ogni anno, il 2 novembre sei stato il promotore della commemorazione di Pasolini sullo stesso luogo dove fu trucidato. Avrai saputo che una settimana fa un giovane uomo è stato ammazzato proprio come Pier Paolo e come lui è stato schiacciato sotto le ruote della sua stessa automobile guidata dagli assassini in fuga. Ti sei sempre battuto per impedire che i gay venissero uccisi e sei stato uno dei primi a Roma a collaborare con le forze dell'ordine per fermare la lunga catena di omicidi che purtroppo continua e che si allunga per le città della nostra penisola senza fare molta distinzione fra nord e sud, fra giovani e anziani, ma che continua a testimoniare l'odio e l'intolleranza tangibili verso chi è differente, chi non rientra nella norma imposta dalle convenzioni omofobe e dalle gerarchie vaticane. Non è facile pensare che sei morto, che non verrai al prossimo Pride, che non scriverai il tuo prossimo libro, anche se sono sicuro che ne avevi alcuni già pronti che non aspettavano che di essere pubblicati. Con te perdiamo un intellettuale instancabile, caparbio, che non ha mai avuto momenti di pausa, che per quarant'anni è stato il depositario della memoria storica di un'intera comunità, quella degli omosessuali, delle lesbiche, dei e delle transessuali, dei bisessuali, dei queer di questo nostro paese ancora così oscurantista che è privo delle basi essenziali per definirlo europeo e veramente civile. Ci rimarrà il tuo imponente Archivio; ci rimarranno i tuoi libri, almeno 50 tra saggi storici e religiosi, raccolte di poesie e commedie, tragedie e romanzi, racconti e traduzioni; i tuoi articoli, le tue catalogazioni, il tuo calendario "Gayday", le tue foto degli eventi e delle manifestazioni. Negli occhi avrò sempre il tuo viso gioviale, aperto, il tuo sorriso accennato, nelle orecchie la tua logorrea inarrestabile, i tuoi racconti lunghissimi ma insufficienti ad esprimere tutto quello che avevi in testa e nel cuore. Mi mancherà la tua ironia che così apriva la tua pagina internet: «Massimo Consoli è personaggio poliedrico. Ha letto molto e molto ha viaggiato per conoscere di persona i vari movimenti, giornali, i gruppi e personaggi gay e non-gay di tutto il mondo. Lo hanno descritto per lungo tempo come il "fondatore del movimento gay italiano" in realtà l'unica definizione che gli piace è di "segretario di Dio"».

Proveremo a stare accanto a tuo figlio adottivo Lorenzo, a sua moglie, ai loro due figli, i tuoi nipotini Massimo ed Emanuele, cercheremo di rendere più lieve il distacco da te e da tutto quello che rappresentavi ma senza sminuire il significato di quello che continuerai ad essere per loro. La nostra amicizia, caro Massimo, era ancora relativamente fresca, aveva solo dieci anni e ricordo ancora che il primo "impatto" non fu dei migliori perché ti conoscevo poco e ti consideravo, e te lo dissi, poco più di un qualunquista. In seguito ridemmo molte volte di quell'episodio e io me ne scusai finalmente consapevole del tuo lungo impegno e della tua dedizione alla "causa". Il 12 dicembre sarà il tuo compleanno e noi, come da tue volontà, lo festeggeremo come negli ultimi anni nella sede del circolo "Mario Mieli", brinderemo alla tua memoria, cercheremo di essere sereni e allegri perché è così che tu volevi. Ti ricorderemo anche per ringraziarti per tutto quello che hai fatto, per il ruolo che hai avuto nel percorso verso il riconoscimento dei diritti civili, delle pari opportunità per chi non è eterosessuale, per la visibilità di chi ancora non ha gli strumenti per venire allo scoperto, per chiedere di essere un cittadino e una cittadina come tutti gli altri. Non ti dimenticheremo come non abbiamo fatto, grazie anche a te, con Bellezza, con Penna, con Mieli, con Danielou, con Kertbeny, con Urlichs, con Symonds, figure importanti per la laicità, per la cultura omosessuale e per la battaglia per conquistare i diritti negati. La tua morte è un lutto al quale ci hai preparato presto, all'inizio della tua malattia, eri il primo a scherzare a proposito della tua innocente mania delle commemorazioni funebri come facevi a L'Aquila ogni 28 agosto sulla tomba, da te riscoperta, di Karl Heinrich Urlichs, esponente del movimento gay in Germania nella seconda metà dell'Ottocento. Molte volte ci siamo ritrovati anche nel cimitero acattolico di Piramide, dove ci sono i resti di Percy Shelley, di Antonio Gramsci, di Amelia Rosselli, di Gregory Corso, di Dario Bellezza, tuo grande amico, un luogo affascinante, un posto delle libertà, simbolo del diritto di ognuno ad essere laico e ateo, un giardino quasi segreto dove i tuoi resti starebbero in buona compagnia, sotto l'ombra di un bel cipresso. Sono felice e fiero di essere stato tuo amico, ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e ti abbraccio affettuosamente.

Saverio Aversa

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