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mercoledì 28 novembre 2007

Gli eventuali effetti del referendum elettorale Guzzetta - Segni

Da Beppi Lamedica una chiarissima spiegazione degli effetti positivi dell'abrogazione per referendum di alcune parti della legge elettorale attuale .

Da http://www.referendumelettorale. org/

1° e il 2° quesito :
premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramentoLe attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza.
Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla "singola lista" o alla "coalizione di liste" che ottiene il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.
Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l'abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.
All'esito dell'abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all'indicazione del "capo della forza politica" (il candidato premier) ed al programma elettorale.

Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito
Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l'Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l'attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l'effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.
Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza. Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all'autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria "quota" di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.

L'eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all'attuale. Piuttosto che l'inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica
Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo.
Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il "plurieletto" ). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati "non eletti" della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio "A" favorisce l'elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione "B"; se sceglie il seggio "B" favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione "A".
Nell'attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E' inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.Con l'approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

1 commento:

AMg ha detto...

DAL CORRIEREDELLASERA.IT 26/11/07

Lo si apprende da fonti della cassazione

Referendum, oltre 500mila firme valide

I tre quesiti sulla legge elettorale sono stati depositati
lo scorso 24 luglio

ROMA - Ci sono tutte le 500 mila firme valide a supporto della presentazione di ciascuno dei tre quesiti sulla legge elettorale depositati in Cassazione - lo scorso 24 luglio - dal Comitato promotore per il referendum presieduto da Giovanni Guzzetta. Lo si è appreso da fonti della Suprema Corte. La validità delle firme sarà ufficialmente certificata mercoledì nella riunione dell'Ufficio per il referendum della Cassazione presieduto da Corrado Carnevale. Il lavoro di controllo delle firme svolto dai 'certificatori' del

Palazzaccio si è fermato dopo che, per ciascuno dei tre quesiti, sono state conteggiate circa 540 mila firme valide. Il margine di 40 mila firme valide in più di quelle necessarie è ritenuto più che sufficiente. Complessivamente il comitato promotore - che conta esponenti bipartisan, da Arturo Parisi a Stefania Prestigiacomo, da Gianni Alemanno a Giovanna Melandri, da Mario Segni a Peppino Calderisi - aveva depositato 820.916 firme. Dopo l'ufficiale 'via libera' della Cassazione serve quello della Corte Costituzionale che dovrà esprimersi entro metà gennaio. Alle urne si potrebbe arrivare già in primavera.