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giovedì 30 agosto 2007

Il caso Pegah Emambakhsh

Mentre lunedì scorso si è svolta una bellissima manifestazione a Roma davanti all'ambasciata di Gran Bretagna, con tutti i rappresentanti dell'arcobaleno gay, dei Radicali italiani del sindacato RAI, per chiedere a gran voce che il Governo Inglese non espella la signora Pegah, ( ne avrete visto anche immagini sui TG Rai e soprattutto SKY ), questo è il testo dell'appello a cui è ancora possibile aderrire come sotto riportato

Il caso Pegah Emambakhsh e la necessità di tutelare i diritti delle persone perseguitate per la loro omosessualità

Un appello al governo del Regno Unito e a tutte le istituzioni democratiche

Pegah Emambakhsh (40) è una donna lesbica iraniana. A causa della sua omosessualità rischia di essere condannata a morte dal giudici della Repubblica islamica dell'Iran. Si è rifugiata in Gran Bretagna, a Sheffield, dove ha chiesto asilo politico. Questo diritto le è stato negato con motivazioni pretestuose, fra le quali il fatto che non sussistono prove certe della sua omosessualità, e dunque di un vero rischio di persecuzione in Patria.

Anche in Germania una giovane donna lesbica di nome Jasmine K. ha chiesto asilo ma le è stato rifiutato dalle autorità con la stessa inconsistente motivazione: non può provare di essere lesbica.

La "Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" protegge coloro che sono perseguitati a causa della loro diversità senza che questa debba essere provata. L'omosessualità è uno stato che esiste nel momento in cui viene percepito o anche solo dichiarato da un essere umano. Pretendere una prova di tale inclinazione è una violazione dei diritti umani. Persino lo Stato di Israele accolse gli Ebrei profughi dell'Olocausto solo in base alla fiducia nelle loro dichiarazioni. Molti erano senza documenti.

Questo è il solo modo di rispettare i diritti dell'uomo. L'alternativa sarebbero umilianti dimostrazioni di natura sessuale, inutili esami clinici e psicologici, procedure inquisitoriali lesive della privacy e della dignità umana.

Il gruppo EveryOne chiede con forza che Pegah Emambakhsh, Jasmine K. e tutte le persone perseguitate in quanto omosessuali vengano ospitate come profughe dai paesi che si ritengono civili e tutelate dagli effetti dell'intolleranza.

Per il Gruppo Everyone: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Ahmad Rafat, Dario Picciau, Steed Gamero, Rami Lavitzky


Per sottoscrivere l’appello, inviare una mail con nome e cognome (se vuoi, un tuo pensiero) e con oggetto “Adesione appello caso Pegah Emambakhsh” a

matteo.pegoraro@infinito.it o roberto.malini@annesdoor.com.

Ti preghiamo di diffondere l'appello a tutti i tuoi amici e conoscenti. Grazie per l'aiuto e la collaborazione.

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