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venerdì 4 maggio 2007

VOGLIO MORIRE SENZA SOFFRIRE

* RISPETTO PER LA MALATTIA E LA MORTE

"VOGLIO MORIRE SENZA SOFFRIRE."
di RICCARDO JANNELLO da QN del 25/04/07

Te lo leggo negli occhi scrivevano 42 anni fa Endrigo e Bardotti; una canzone d'amore come per amore negli occhi del marito, Giovanni Nuvoli, la moglie, Maddalena Soro, ha letto da molti mesi il desiderio di morire per porre fine al triste patimento provato con la sclerosi laterale amiotrofica che l'ha colpito sette anni fa.
Nuvoli, 53 anni, ex arbitro di calcio, ha confermato ieri davanti ai giornalisti nella casa dove è tornato dal 6 aprile dopo quattordici mesi nel reparto di rianimazione di Sassari che vuole morire. Ha già chi staccherà la spina: nel suo sforzo sovrumano di parlare, reso al fine possibile dal sintetizzatore vocale di cui è dotato, ha pronunciato un affaticato «sì» a una domanda specifica.
Ma non ha voluto - e non ha potuto - dire il nome del medico che opererà come fece Mario Riccio con Piergiorgio Welby.
Sarà lui stesso - che ha dettato un documento che verrà letto nei prossimi giorni - a comunicarlo, non più la moglie che ha voluto attaccare chi l'aveva additata come l'«anima nera» del marito, sostenendo che quello che lei riferiva non erano le stesse cose che Nuvoli pensava.
E per evitare dubbi, è stata chiamata la stampa.

Nuvoli ha pronunciato con la sua macchina, attorniato dalla moglie e dalle infermiere che gli danno un'assistenza domiciliare «importante e adeguata», poche, ma decisive parole:

«Non ho mai cambiato idea e voglio morire senza soffrire addormentato» in un tempo che «decideranno i medici» e quindi fino alla prossima «comunicazione» non si saprà quanto ancora Nuvoli abbia voglia di vivere nel suo stato prima che si proceda con l'eutanasia.

A staccare la spina non sarà né Riccio né l'auto-definitosi «dottor Morte», il genovese Roberto Santi, che si era detto disponibile a farlo scrivendo lui stesso alla famiglia. La moglie lo ha detto riferendo poi del nuovo appuntamento.

Ovviamente le dichiarazioni di Nuvoli hanno subito scatenato le reazioni sia positive sia polemiche.
Marco Cappato, radicale, presidente della Associazione Coscioni dice che quello di Nuvoli «è un suo diritto garantito dalla Costituzione. Vorremmo che il suo corpo ridotto a un scheletro non continui a essere torturato ancora per mesi»; Silvio Viale, della Rosa nel pugno, sostiene che la chiesa dovrebbe considerare «il volto umano di Nuvoli: crediamo che la malattia e la morte meritino il rispetto che abbiamo per la vita».

Decisa la senatrice dell'Udc Sandra Monacelli: «Se qualcuno pensa di staccare la spina chiederemo l'avvio del procedimento per omicidio».

Il caso è aperto e vicino al clou.

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