Vivere per la proposta di legge Eutanasia Legale

Libertà sessuale, libera sessualità- 1976 - Adele Faccio

Piano improvisation di Salvatore Maresca Serra

Alba Montori su Facebook

martedì 8 maggio 2007

NEWS DEL 5 MAGGIO 2007

NOTIZIARIO GAYA CsF
5 MAGGIO 2007

COMUNICATO STAMPA
Circolo Mario Mieli, covo di terroristi.
Esprimiamo piena solidarietà ad Andrea Rivera , che per aver osato esprimere dei giudizi critici sul papa e sul vaticano si vede attaccato da tutti fronti come fosse un criminale. Il giovane presentatore si è limitato ad esprimere liberamente le sue idee circostanziando e motivando le sue opinioni. Non vediamo come queste idee possano ritenersi violente o intolleranti, o possano ledere la libertà religiosa di chicchessia, come qualcuno ha paventato. Andrea Rivera ha infatti criticato fatti specifici (la scelta di non celebrare il funerale di Welby e di celebrare invece quello di personaggi assai più controversi come Pinochet). Oggi addirittura l'Osservatore Romano parla di terrorismo. Se la libertà di pensiero e di critica anche nei confronti di istituzioni religiose è da considerarsi terrorismo, allora tutto il Circolo di cultura Omosessuale Mario Mieli, che della sua libertà di pensiero e di critica è fieramente orgoglioso, si autoaccusa di terrorismo, dal momento che consideriamo che la società che vuole Ratzinger sia una società buia e intollerante. Il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, auspica che si levino più forti e numerose da parte del mondo politico, della cultura, del sindacato e del lavoro, le voci in solidarietà verso chi ha il coraggio delle proprie idee e di esprimerle liberamente e in maniera non servile. Non vorremmo ritrovarci ai tempi dell'Inquisizione e dell'Indice dei libri proibiti.

Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli
Andrea Maccarrone – Direttivo Tel. 3497355715
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SIAMO TUTTI ANDREA RIVERA:
RADICALI E ASSOCIAZIONE COSCIONI SABATO 5 MAGGIO ALLE ORE 11.00 IN PIAZZA SAN PIETRO.


Forti dell'art. 21 della Costituzione della Repubblica Italiana che stabilisce che "tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione" , Radicali Italiani e l'Associazione Luca Coscioni manifesteranno, sabato 5 maggio alle ore 11, davanti allo Stato Vaticano in Piazza San Pietro, nella parte di territorio italiano che prende il nome di Piazza Pio XII. Militanti e dirigenti indosseranno cartelli con la scritta " SIAMO TUTTI ANDREA RIVERA", "NO VATICAN, NO TALIBAN" e "TUTTI A PIAZZA NAVONA, IL 12 MAGGIO". Saranno presenti i deputati della Rosa nel Pugno Maurizio Turco e Sergio D'Elia, della segretaria e della tesoriera di Radicali Italiani Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, del Segretario e del vicesegretario dell'Associazione Luca Coscioni Marco Cappato e Rocco Berardo, del radicale storico e membro del Consiglio Generale dell'Associazione Luca Coscioni Angiolo Bandinelli, del responsabile del sito web di Radio Radicale Diego Galli, di Michele De Lucia della Direzione Radicali Italiani e di Sergio Rovasio della Direzione RnP.
INVIATO DA Sergio Rovasio

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COMUNICATO STAMPA
Napoli, 30/4/2007
Arcigay Napoli chiede il riconoscimento delle nuove famiglie sul territorio
Arcigay Napoli esprime vicinanza ad Udi Napoli e condivisione della richiesta inviata al Presidente della Giunta Regionale della Campania, all’assessore alle Politiche Sociali, ai Capigruppo regionali, di ritiro della delibera pubblicata sul bollettino della Regione Campania n. 40 del 4/9/06, che assegna fondi per l'acquisto della prima casa a favore di famiglie sposate e coppie di nuova costituzione. "La delibera regionale rivela una arretratezza culturale irrispettosa delle esigenze delle nuove famiglie, presenti in numero sempre maggiore sul nostro territorio, ed applicando indirettamente trattamento diverso alle famiglie monoparentali o alle coppie di fatto, esclude di fatto dal godimento di benefici tra le altre, le famiglie omosessuali, con o senza figli", afferma Salvatore Simioli, presidente di Arcigay Napoli, "la delibera ignora del tutto che è proprio insistendo su vecchi schemi familiari, antropologicamente e sociologicamente superati, che si creano tra le mura domestiche situazioni in cui maturano violenze e soprusi ai danni di donne, di persone omosesuali o transgender". Arcigay Napoli, nel domandare, con Udi Napoli, la correzione dei criteri di accesso alla fruizione di benefici previsti dal bando regionale, per ovviare alle situazioni di discriminazioni al momento esistenti nei confronti delle famiglie di fatto basate su vincoli affettivi, chiede: - di istruire l´ufficio anagrafe, predisponendo la necessaria modulistica, affinché rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta, ai sensi dell´art. 33, comma 2 del D.P.R. 30 maggio 1989, l’ «Attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli di matrimonio o parentela o affinità o adozioni o tutela o vincoli affettivi» (come riconosce l´art. 4 dello stesso Regolamento d´esecuzione), quale pubblica attestazione delle risultanze delle schede di famiglia tenute ai sensi dell´art. 21 D.P.R. 30 maggio 1989; - di assicurare ai membri della famiglia anagrafica, nell´ambito delle proprie competenze e compatibilmente con la normativa vigente, tutti i procedimenti, benefici e opportunità amministrative di varia natura, alle medesime condizioni riconosciute dall’ordinamento alle coppie sposate; - di sollecitare il Parlamento, attraverso i Presidenti di Camera e Senato, affinché affronti il tema del riconoscimento giuridico di diritti, doveri e facoltà alle famiglie diverse da quelle scaturenti dal matrimonio, siano esse costituite da persone dello stesso sesso, sia esse monogenitoriali o costituite da conviventi. Nonché a sollecitare il tema dell´affrancamento delle donne e dei giovani dalla famiglia, mediante il riconoscimento di garanzie, tutele e vantaggi volti a garantire la indipendenza e la effettiva autodeterminazione delle donne e dei giovani.
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COMUNICAZIONE ARCIGAY NAPOLI
Al quotidiano "Il Roma
"Egregio Gianni De Felice,
Mi presento, sono Christian Pinzarrone, trans FtM e responsabile del Circolo "Anthias" Arcitrans Libellula di Napoli.
Le scrivo in merito al Suo articolo dal titolo "La Asl cade in trans e addio Casablanca", pubblicato sul quotidiano "Il Roma" lo scorso 26 aprile. Convengo con lei per la chiara e motivata denuncia nei confronti della cattiva organizzazione delle nostre Asl e della "malasanità" dilagante sul nostro territorio, in quanto a questi problemi sociali, come di certo non le sarà sfuggito, anche noi persone transessuali siamo soggetti. Ritengo però che denunciare queste problematiche prendendo una posizione non solo avversa ma addirittura, mi consenta, vile, nei confronti delle persone che hanno un disturbo dell’identità di genere, costituisca piuttosto uno "status" di comodo...E’ più facile puntare il dito contro chi è già continuamente surclassato dalla società piuttosto che arrischiarsi a gettare un po’ di luce tra le impervie ombre della stessa e venirne a capo capendone i malsani meccanismi. Non è certo per aspettare che altri siano a cancellarsi o inventarsi un "pisello" o una "patatina", come Lei scrive con gratuito sarcasmo, che le donne aspettano sei mesi per una mammografia; queste lunghe e vergognose attese purtroppo ci sarebbero anche senza la "problematica" trans. E le dico che anche io, nonostante sia un cittadino italiano che paga tutte le tasse e gode dei diritti e dei doveri relativi "alla persona" previsiti dalla Costituzione italiana, per poter avere le mie operazioni dovrò attendere non meno di un anno... Ecco Lei non può neanche immaginare cosa darei per accorciare questi tempi. Che in una struttura pubblica venga effettuata una mastectomia bilaterale per terapia contro il cancro o per questioni inerenti all'identità sessuale cosa cambia ? Le assicuro che la prassi medica e relativi tempi di attesa sono gli stessi. In ultimo lei chiede nel Suo articolo che roba sono le "istanze identitarie" ? Poiché nessuno nasce imparato, come diciamo a Napoli, le spiego per me cosa significa questo termine: *il rispetto della persona in quanto essere umano e cittadino, in tutte le sue sfaccettature* e come specificato, tra le altre cose, dalla legge 164 del 1982, *il diritto dello stesso ad essere felice*. La ringrazio per la cortese attenzione.

Napoli, 30/4/2007

Cordialmente,
Christian Pinzarrone
circoloanthias@arcigaynapoli.org (Dal quotidiano Roma del 26/04/2007 )

26/04/2007 - La Asl cade in "trans" e addio Casablanca di Gianni de Felice

- La ministra della salute Livia "Ringhio" Turco, se non ci fosse, dovrebbero inventarla. Sennò, di che avremmo da strabiliare? Come tutti salvo una persona sanno, la nostra epoca vive l´emergenza droga. Prezzi crollati, frontiere con più buchi d´un formaggio svizzero, migliaia di clandestini che spacciano. La polizia ce la mette tutta, ma la battaglia è impari: dieci pusher vengono arrestati e cinque vengono scarcerati. Indulti a parte, il nostro codice è più elastico della famosa pelle. Alcuni condomini di Milano, nelle zone afflitte da discoteche, pub, piano bar, starlette, vallette, top model, calciatori, indossatori, tronisti e via vippeggiando, hanno ingaggiato guardie private notte-giorno. Avevano scoperto che i pusher nascondono la merce nei loro cortili e vani ascensore: depositi di retrobottega. Come per tanti altri servizi, che lo Stato dovrebbe corrispondere in cambio delle imposte che esige, anche la sicurezza dobbiamo pagarcela due volte. Vedete i pistoleri armati davanti alle nostre banche? Bene, ce li abbiamo soltanto noi. Nel resto d´Europa bastano la doppia porta blindata e la polizia di Stato. Ma torniamo all´emergenza droga. Con tanti giovani che ne muoiono e tantissimi che ne vengono distrutti psicologicamente e fisicamente, qual fu la bella pensata della ministra della salute? Aumentare la quantità massima di droga cosiddetta "leggera" ammissibile come uso personale. Come dire una chance in più ai pusher per suddividersi la merce e giustificarne il possesso. Come incoraggiare la diffusione della droga, invece di stroncarla con durissime sanzioni. Quanti giovani interpretarono quella "turcata" come un messaggio di alleggerimento: via, non stiamo a metterla giù così pesante, un po´ di erba in più non è la fine del mondo? Qualcuno, per fortuna, ricorse contro l´improvvido decreto e il Tar accolse. Al momento la ministra prese cappello e annunciò appello al Consiglio di Stato. Ne venne, per nuova fortuna, dissuasa. Quel decreto era impopolare, una gaffe politica. Il Consiglio di Stato avrebbe potuto respingere l´appello e la figuraccia sarebbe stata doppia. Più saggio parlare di riordino generale della materia, annunciare l´elaborazione di un disegno di legge, allungare i tempi, diluire e sperare che nessuno si ricordasse più di quella bella pensata. Così fu. Ma la ministra non è tipa da starsene lì, tranquilla, a monitorare i ritardi delle Asl, a sorvegliare la circolazione dei topi negli scantinati di certi ospedali, a contare quanti italiani muoiono non per cattiva salute ma per cattiva sanità. Macché, lei è donna d´azione, sensibile a tutte le istanze. Anche quelle dei transessuali. I quali - come sostiene l´onorevole Vladimiro Guadagno, in arte e in politica "Luxuria" - meritano il rispetto delle loro "istanze identitarie". Che roba sono? Presto detto: rifarsi il naso, gonfiarsi o spianarsi i seni, inventarsi e cancellarsi un pisello, cancellarsi o inventarsi una patatina. Insomma tutte quelle cose per le quali si andava, una volta, a Casablanca: a spese proprie. Mentre ora, trattandosi di "istanze identitarie", ed essendo ricco il budget della sanità, dovrebbero essere fatte in qualche nostra Villa Passerina o in qualche discreto Dick Surgery Center.
E' l’opinione della ministra competente, Livia "Ringhio" Turco. «Credo - ha detto - che il servizio ospedaliero debba prendersi carico di chi ha bisogno di armonizzare il proprio corpo con la sua identità», La Asl cade in trans: siamo al pisello della mutua, alla topina della sanità? Purtroppo, non si sa chi deve prendersi carico delle donne che aspettano sei mesi per una mammografia, degli anziani che si sentono rinviare di tre mesi un elettrocardiogramma, delle Tac e delle Risonanze magnetiche che vengono di fatto negate con la tattica di rinvii impossibili. Accertamenti costosi? Sì, ma non è che siano a buon mercato le installazioni di passere e piselli, le sbarbature definitive, le piallature di pomi d´Adamo, i ritocchini laringei alle corde vocali che cambiano un quasi baritono in gorgheggiante contralto. Secondo un listino prezzi uscito in questi giorni, per un "servizio completo" si va - salvo complicazioni -verso i 50mila euro, un centinaio di vecchi milioncini. «L´intimità della persona va rispettata - ha sentenziato la ministra -E quindi credo che il nostro sistema sanitario debba fare uno sforzo». Parole impagabili. Surreali. Se non esistesse, l´on. Livia "Ringhio" Turco, dovrebbero inventarla. Per avere di che strabiliare. E anche per alimentare il serbatoio elettorale del centrodestra. Pare che ad ogni sua intervista o apparizione tivù, conquisti cinquantamila nuovi simpatizzanti. Prosit!
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LETTERA AL CAPO DELLO STATO

Carlo Azeglio Ciampi
Presidenza della Repubblica Italiana

Caro Presidente Ciampi, Le ho fatto pervenire ( per mano di persone affidabilissime ), il 25 febbraio u.s., il testo di un mio discorso tenuto il 9 febbraio presso la Protomoteca del Campidoglio davanti ad un pubblico di intellettuali, deputati, etc. Non avendo ricevuto alcun cenno di risposta da parte Sua in merito alla questione gravissima da me sollevata, chiedo che ufficialmente venga aperta un'inchiesta da parte delle Istituzioni. Una seria indagine da attuare sulle reali condizioni di vita delle persone omo-, bi-, e pan-sessuali, in collaborazione tra Forze dell'Ordine, università, sociologi, psicologi, psichiatri, operatori sociali ed organizzazioni panolebi. Le posso confermare che in Italia sono stato oggetto di gravi offese e minacce, che ho subito danni relativi alle mie attività lavorative e anche fisici, insieme ad impedimenti di un sereno svolgersi dei sentimenti di amicizia, affettivi e di amore, come milioni di Italiani.
Attendo quindi una Sua esauriente risposta e sicuro della Sua sensibilità umana e morale nei confronti di tutti i cittadini,
Le porgo i miei più cordiali saluti,
Joan Peter Boom. -

Allegato testo: "Michelangelo" - AVETE MAI ASSASSINATO MICHELANGELO? - di Peter Boom -

Sono 42 anni che faccio il militante gay e onestamente non so più cosa fare per rompere l'orrenda barriera antigay italiana. Ora, a quasi 66 anni, mi sono veramente stufato e tenterò ancora di richiamare tutti alla propria responsabilità. A cominciare dal Capo dello Stato Ciampi, che stimo per molte ragioni, ma che ora mi sento costretto a tirare in ballo nella sua qualità di più alto responsabile politico in Italia. Lui, ultimamente, ha nominato gli ebrei, ma non le altre categorie assassinate durante l'olocausto, altri numerosi esseri umani, che ancora sono scomodi e non mi si dica che è una dimenticanza casuale. Il Capo dello Stato rappresenta il popolo italiano, ma evidentemente non rappresenta Michelangelo e una bella fetta dei residenti passati, presenti e futuri. Poi c'è, molto più grave ancora, quel capo che si spaccia per "infallibile tramite" tra un Dio cattivissimo e l'umanità. Asserendo di rappresentare Gesù Cristo, questo capo blatera giudizi dall'alto del suo palazzo imponente indossando sontuose vesti ricamate d'oro. E poi i preti cacciano via travestiti e femminielli. Una parte rilevante della popolazione è "panolebi" (pansessuale, omosessuale, lesbico, bisessuale, trans, etc.), gente che viene torturata psicologicamente dal non dire di certi e dalle condanne di altri. Torturati fino alla più nera disperazione, fino al suicidio, soprattutto coloro che vivono in provincia e sono la maggior parte. A loro è stato insegnato che è meglio nascondere il sesso, l'amicizia, l'affetto, l'amore e a vergognarsi di se stessi. Alfredo Ormando non è ancora riuscito a farci vergognare tutti di questa società che si vanta di essere civile e cristiana, neanche bruciandosi vivo in piazza San Pietro. Quando un omosessuale impazzisce, si droga, si dà all'alcool, si lascia ammazzare o si suicida, allora cercano di nascondere la vera causa di tutto questo. L'omosessuale, anche dopo morto, rimane una vergogna, come era una vergogna fino a non molti anni fa avere un figlio andicappato. Abito a circa 80 chilometri da Roma, città gloriosa per la sua storia, sede della cristianità e ancora sento dire: "Ammazzerei tutti i froci", "Meglio un figlio drogato che un figlio frocio", "Se mio figlio fosse frocio, lo ammazzerei". Pensate che in queste condizioni una ragazza o un ragazzo possa dire apertamente di essere gay? Rischierebbe troppo. Non si può contare su molti spontanei "coming out" il "dichiararsi" a causa del terrore di venir scherniti, allontanati dalla famiglia, dagli affetti, dagli amici, di perdere il lavoro e di venir in ogno modo ostacolato, condannato, emarginato. Nelle grandi città i gay possono usufruire di luoghi di incontro, alcuni anche molto pericolosi come dimostrato dall'alto numero degli omicidi. Anche lì moltissimi nascondono ancora la propria naturale inclinazione agli amici, alla famiglia, sul lavoro o a scuola. Chi è responsabile di tutte queste disgrazie? Chiedo ufficialmente che venga aperto un'inchiesta da parte delle istituzioni. Una seria indagine da attuare in collaborazione tra Forze dell'Ordine, università, sociologi, psicologi, psichiatri, operatori sociali e organizzazioni panolebi. Un'arma efficace contro la distruzione continua di moltissime vite è necessaria.
Non crediate che io abbia paura di denunciare per grave inadempienza civile e sociale il Capo dello Stato e per omicidio volontario plurimo attraverso l'uso della parola un Papa anticristiano. Una denuncia che va fatta in Italia, in Europa, nel mondo.
Da troppo tempo è tempo di cambiare.
Joan Peter Boom Gaya CsF - via Forno di sotto 47 - 01031 - Bagnaia (VT) Bagnaia.

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SCANDALO A WASHINGTON

Coinvolto ufficialmente RANDALL TOBIAS, il vice del segretario di Stato Condoleezza Rice responsabile per gli aiuti all'estero e l'UOMO DI PUNTA DEI PROGRAMMI ANTI-AIDS dell'amministrazione Usa BASATI SULLA CASTITA' (UDITE! UDITE!), ma si arresta solo la maitresse.

Lo scandalo ha già travolto l'eroe anti-Aids dell'amministrazione Bush.
Giro di squillo in Usa, «15 mila clienti». Parla Madam Dc, incriminata per sfruttamento della prostituzione
WASHINGTON (STATI UNITI) -
Le più richieste erano le cinquantenni: parola di Deborah Jeane Palfrey, 51 anni ben portati lei stessa e la donna al centro dei balletti rosa di Washington che hanno già fatto rotolare la testa dell'«uomo castità» dell'amministrazione Bush. Palfrey ha aperto un nuovo spiraglio sulla vita delle sue belle di giorno e dei loro illustri clienti in una intervista con la Abc: «Non ho mai posto un limite di età. Prendevo donne ben oltre i cinquant'anni. Erano le più popolari dello staff». ESCORT SERVICE - La D.C. Madam, come è stata soprannominata dai mass media americani, aveva gestito dalla California per 13 anni un'istituzione della capitale americana: un «escort service», le cui ragazze, incaricate di fornire ai clienti, secondo le parole di Palfrey, «fantasie sessuali perfettamente legali» a 275 dollari, erano tutte rigorosamente part-time: «Volevo che lavorassero o che andassero a scuola durante il giorno», ha confidato la donna alla Abc. La sua agenzia «Pamela Martin and Associates» ruotava su tre turni a settimana per escort. Alle 23, tutte a nanna: «Si dovevano svegliare l'indomani alle sei o alle sette per andare al lavoro». Venivano da lei perché avevano bisogno di soldi: non solo studentesse, ma anche casalinghe disperate, una professoressa di college, una ricercatrice di medicina, una ufficiale di Marina, un'agente immobiliare.
La Palfrey è stata incriminata per sfruttamento della prostituzione.
15 MILA CLIENTI - Lo scandalo, legato alla sua lista di 15 mila clienti, ha già travolto Randall Tobias, il vice del segretario di Stato Condoleezza Rice responsabile per gli aiuti all'estero e l'uomo di punta dei programmi anti-Aids dell'amministrazione Usa basati sulla castità, che si è dimesso confessando di essersi fatto fare «massaggi» (niente sesso) dalle ragazze del giro Pamela Martin.
VIP COINVOLTI - Tobias era stato messo in mezzo dalla Abc a cui la Palfrey aveva «regalato» giorni fa i tabulati con i numeri telefonici dei clienti per indurli, sulla spinta di un'inchiesta giornalista, a uscire allo scoperto e testimoniare a suo favore: molti vip della capitale sarebbero coinvolti nella vicenda, tra questi, Harlan Ullman, il consulente del Pentagono a cui è attribuita la paternità della frase «shock and awe» usata all'inizio della guerra in Iraq. Secondo fonti della Abc nell'elenco entrerebbero anche un economista dell'amministrazione Bush, il Ceo di una importante corporation, il capo di un think tank conservatore, lobbisti e militari.
04 maggio 2007
FONTE http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/04/squillo_usa_madame.shtml
INVIATO DA Ornella Serpa Gaya CsF
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PRIDE 2007
Articolo di Isabelle Rizk
Recentemente ho esortato il Movimento a porsi come un baluardo di difesa delle minoranze discriminate, essendo esso stesso una importante componente di queste minoranze. Ho esortato anche ad agire nel confronto con il Vaticano piuttosto evidenziandone le contraddizioni che cercando lo scontro frontale. Ogni azione di contrapposizione all’attacco mediatico del Vaticano, ogni iniziativa del Movimento andrebbe rivolta all’opinione pubblica, nel tentativo di consolidarne il consenso, facendo leva sul senso democratico di giustizia, concetto laico contrapposto, questo sì, a quello religioso di morale divina. Si prenda atto che entrambi i valori sono molto radicati negli Italiani, che anzi il sentimento religioso al quale il Vaticano si richiama è presente da oltre 17 secoli, a differenza della nostra purtroppo breve storia di libertà democratica. Si prenda atto inoltre che i media sono schierati, consapevoli o no, dalla parte della Chiesa. La recente campagna intorno alle minacce rivolte a Bagnasco insegna: un vescovo che non è stato assolutamente biasimato per le parole terribilmente offensive che ha detto, difficilmente frutto di ignoranza, probabilmente invece mirate a fomentare odio e disprezzo, oggi invece viene trasformato in un eroe nazionale per colpa di qualche imbecille. O, forse, per merito di qualche abile stratega della comunicazione.
Cui prodest? Allora si rifletta che il Pride, così come è stato concepito nelle edizioni passate, si esaurirà in una sfilata di qualche migliaio di persone, ben poca cosa rispetto al numero di partecipanti previsti al Family day (per il quale rinnovo caldamente l’esortazione a partecipare), una piccola occasione (se pur importante) per qualcuno di sentirsi libero, hero just for one day. Di tutto questo resteranno solo le solite immagini, accuratamente selezionate, sui carri più folcloristici. Il messaggio che le tv trasmetteranno alle famiglie si tradurrà, inevitabilmente, in una cassa di risonanza per le parole di Bagnasco.

Propongo invece che il Pride diventi una manifestazione che veicoli un forte messaggio di denuncia, che aiuti gli italiani a comprendere quanto ingiusta sia la nostra condizione, all’alba del 21° secolo, in un Paese che si dichiara civile e libero.
Immagino allora una sfilata a “tema”, in cui i carri diventano allegorie di sofferenze e discriminazioni del passato e del presente, una denuncia per scongiurare quelle del futuro.
Immagino un carro pieno di omosessuali, donne e uomini, con la divisa dei deportati dei campi di concentramento, con il triangolo rosa accanto alla stella gialla. Ed una domanda: la Chiesa, dov’era?
Immagino un carro pieno di streghe, di fanciulle condannate al rogo con il pretesto della loro diversità, a memoria di tutte le donne bruciate vive dall’Inquisizione, donne la cui unica colpa era quella di non conformarsi al ruolo che la società teologica di quel tempo voleva imporre. Ed una domanda: la parola di Cristo, dov’era?
Immagino un carro pieno di donne incinte condannate al turpe mercato dell’aborto clandestino, quando le probabilità di morire prima ancora di aver vissuto, erano altissime. Ed una domanda: la solidarietà cristiana, dov’era?
Immagino un carro ospedale, con persone malate ed altre, disperate, divise da una grata che impedisce di stare vicini ai propri compagni. Ed una domanda: la Pietas cristiana, dov’è? Immagino un carro pieno di persone normali, uomini in giacca e cravatta e donne in tailleur, con un cappuccio sul volto, condannate al silenzio. Ed una domanda : la parola di Dio sull’eguaglianza, dov’è?
Immagino un carro pieno di transessuali costrette a prostituirsi, perché a loro non viene concessa nessuna alternativa per guadagnarsi onestamente la vita. Ed una domanda: la giustizia divina, dov’è?
Immagino un carro pieno di uomini di razza bianca, età compresa tra i 30 e i 60 anni, rispettabili eterosessuali regolarmente sposati con figli, accanto a fanciulle e ragazzetti tailandesi e brasiliani. Ed una domanda: Bagnasco, perché non dici chi sono?
Immagino un carro con preti e uomini con la lupara. Ed una domanda: perché avete taciuto?
Immagino un carro pieno di preti che predicano una morale che essi per primi disattendono, al riparo delle loro sagrestie. ed una domanda: La morale divina, è uguale per tutti?
Immagino un carro con tante lapidi con i nomi di tutte le persone morte ammazzate o suicidate negli ultimi anni perché amavano chi non dovevano amare. Ed una domanda: di chi è la colpa?
Immagino un carro pieno di gente normale con i loro figli. Ed una risposta: la colpa è di tutti noi.
Immagino un carro pieno di monaci appartenenti a tutte le Fedi, insieme sulla stessa Terra, sotto lo stesso sole.
Ed una risposta: siamo tutti eguali.

Isabelle Rizk

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STORIE DI “COMUNE” FOLLIA
Articolo di Carla Liberatore Gaya CsF


Quella che segue è la storia di Mario – impiegato al centralino del Comune di L’Aquila – e Iris, il suo bel cagnone biondo, necessario alla vita di Mario in quanto non vedente.
Mario è un non vedente e lavora al centralino del Comune di L’Aquila dal 30 dicembre del 2006 e in ottobre, gli è stato affidato un cane-guida di nome Iris. Dall’arrivo di Iris sono iniziati i problemi di Mario sul lavoro in quanto alcuni suoi colleghi vedendolo arrivare all’ufficio con il suo cane guida, iniziarono a “storcere il muso”; e la collega con cui Mario divideva la stanza, iniziò a lamentarsi con la dirigenza del Comune perché le dava fastidio la presenza del cane. Così la “gentile” signora ha pensato bene di far valere il suo diritto a non condividere il posto di lavoro con una presenza “animale”. E il diritto di Mario? Bene, anzi: Male! Mario è stato spostato a lavorare in una specie di scantinato, zeppo di topi, escrementi di topi e veleno topicida. Per fortuna che Mario tiene sempre Iris al guinzaglio ed è solo per questo che la sua cagnolina non si è nutrita dell’appetibile veleno, in quanto questo veleno, proprio per essere adatto alla funzione di sterminare i topi, ha un odore ed un sapore gradevole per tutti gli animali. Il suddetto trasferimento di stanza è stato un atto arbitrario di mobbing e discriminazione, senza che nessuno si sia preso la responsabilità di questo atto. E’ stato uno spostamento coatto senza alcuna documentazione scritta che ne spiegasse i motivi, da parte dei dirigenti del Comune di L’Aquila. Le ragioni della collega di Mario, pare siano ascritte su di una non meglio identificata certificazione medica, che fra l’altro non certifica nessun tipo di allergia a peli di animale, né tantomeno certifica disturbi cutanei, ottici e/o respiratori. Nel frattempo a Mario viene impedito di lavorare perché gli sono stati sottratti gli strumenti in Braill necessari allo svolgimento delle funzioni per le quali è stato assunto; e quando va al lavoro è costretto a passare sei ore dentro l’ufficio senza poter fare niente. Così, esasperato, si è rivolto al Dott. Alarico Bernardi – Responsabile del Sindacato R.D.B C.U.B P.i. di L’Aquila – il quale a sua volta ha contattato la D.ssa Cristiana Graziani – Responsabile dell’ufficio Regionale VERDI per la tutela dei diritti degli animali, nonché Rappresentante locale di PETA Animalisti italiani - . S’incrociano quindi, in una vicenda tenera ma dai contorni ingarbugliati, i diritti di un uomo diversamente abile e quelli del suo cane guida Iris; diritti che vengono negati da una burocrazia sempre più arrogante e che se ne frega degli aspetti umani nel quotidiano e che ancora una volta non prende posizione in maniera ufficiale, con il solito gioco delle “scatole cinesi”, di chi si rifugia sempre dalle responsabilità e non prende posizione né nel bene e né nel male. Posizione invece che alle quali non si sottraggono mai i VERDI, nella lotta per la difesa dei diritti degli animali, degli esseri umani e dell’ambiente, che come in questo caso si espongono ufficialmente a difesa di Mario e della sua Iris, tanto che il giorno giovedì 3 maggio u.s. hanno indetto una conferenza stampa per raccontare questa vicenda triste e allo stesso tempo grottesca.

SEGUE IL COMUNICATO STAMPA DEI VERDI ABRUZZO CON LE DICHIARAZIONI DI WALTER CAPORALE – CAPOGRUPPO ALLA REGIONE DEI VERDI ABRUZZO – CRISTIANA GRAZIANI E MARIO.


COMUNICATO STAMPA
L´Aquila 3 Maggio 2007
L´AQUILA. GRAVE DISCRIMINAZIONE CONTRO DISABILE NON VEDENTE. I VERDI CHIEDONO INTERVENTO IMMEDIATO DALLA REGIONE.
Dichiarazione di Walter Caporale, Capogruppo Regionale dei Verdi e di Cristiana Graziani, Medico Veterinario responsabile Ufficio Verdi per la tutela dei diritti Animali: L´Aquila, 3 maggio 2007 - "Sembra impossibile ," - esordisce il Capogruppo regionale dei Verdi, Walter Caporale - "ma nel terzo millennio siamo ancora costretti a denunciare un grave e vergognoso caso di discriminazione, questa volta a L´Aquila, nei confronti di un disabile non vedente, Mario Di Paolo, e del suo cane guida Iris. A Mario è stato impedito di proseguire il suo lavoro nella stanza e con gli strumenti abituali per la funzione di centralinista: egli è stato relegato in una stanza umida, piena di escrementi e persino di veleno per topi diffuso nell´ambiente e pericoloso sia per l´uomo che per il cane. Per questo motivo ho presentato una Interrogazione Urgente a risposta immediata al Governatore della Regione, Ottaviano Del Turco, con la richiesta di risposta al prossimo Consiglio Regionale dell´ 8 Maggio, e agli Assessori regionali competenti, affinché Mario Di Paolo, sposato e con due figli, disabile non vedente ed il suo cane guida Iris abbiano giustizia immediata.". "La discriminazione contro Mario" - dichiara Cristiana Graziani - "è intollerabile, segno di inciviltà e di regresso sociale da parte dell´Amministrazione Comunale dell´Aquila: il nostro amico deve tornare immediatamente con il suo cane guida Iris nella sua abituale postazione di lavoro, e non in uno scantinato umido e stretto. Nello scantinato che ci vadano le bestie che lo hanno discriminato". Dichiarazione di Mario Di Paolo, centralinista non vedente del Comune di L´Aquila: "In una società che si considera emancipata e moderna, in una città quale L´Aquila che voglia essere al passo coi tempi e all´avanguardia, non è più tollerabile che viga la cultura tribale del più forte che schiaccia il più debole, la concezione dell´indifeso come essere inferiore bersaglio e obiettivo di maltrattamento e di vituperio, l´idea che gli animali siano esseri inferiori e che la diversità dovuta all´handicap sia una macchia da cancellare, la nostra cattiva coscienza da rimuovere ed eliminare. Ho denunciato con forza quanto mi è accaduto per aiutare me e gli altri non vedenti a venir fuori da queste pastoie di arretratezza spirituale ed intellettuale. Per questo ho deciso di raccontarvi la storia di rifiuto e di disagio di Iris e me".
VERDI REGIONE ABRUZZO 335.790.71.20 - 0862.644.213 - 0872.49.519 - http://wpop11.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=SAwG8rMztDtyu49gXItR6Erv6zGEcHsTtCeNdD9ccuymxJPlgrGtE6b6/jK/EkJvVk/HoGxEXlA%3D&Link=http%3A//www.waltercporale.it/ - gruppoverdi@regione.abruzzo.it
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COMUNICAZIONE GRUPPO DEL GUADO
Gianni Geraci

Ti amavo senza saperlo: i gay e l'Opera.
Incontro con Davide Garattini e Sabino Lenoci.

Forse l'idea che i gay siano particolarmente attratti dall'opera lirica è davvero uno dei tanti luoghi comuni che circondano l'omosessualità. O forse le cose non stanno cosìcome del resto ci dice l'esperienza di tante persone che abbiamo conosciuto. Per capire meglio questo aspetto molto particolare del vissuto di noi gay abbiamo deciso di chiedere il parere di due esperti di teatro musicale e abbiamo invitato Sabino Lenoci, editore e direttore della rivista internazionale "L'Opera" e Davide Garattini direttoredella rivista "Musical!". Segue, alle 20.00, la cena.

Gruppo del Guado - Cristiano Omosessuali
MilanoVia Soperga 36 (MM1 Loreto, MM2 Caiazzo, MM3 Centrale)
Telefono: 346 308 19 01 - http://www.gaycristiani.it/

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12 MAGGIO: LA GIORNATA «DEL CORAGGIO LAICO»
di Simone Sapienza - pubblicato il 01 Maggio 2007

13 maggio 1974

«Il 12 maggio, a San Giovanni, per il Family Day manifesterà la controriforma, a Piazza Navona, con la Rnp, ci sarà la riforma».
Il leader dello Sdi, Enrico Boselli, la mette così, nel presentare l'iniziativa che, insieme a Marco Pannella, Emma Bonino e Rita Bernardini, ha promosso per celebrare, 33 anni dopo, il 'coraggio laico' (è questo lo slogan dell'iniziativa) della battaglia contro il referendum per la cancellazione della legge sul divorzio, nello stesso giorno in cui una piattaforma cattolica ha convocato il Family Day. «Mentre gli sconfitti e gli umiliati del 1974 celebreranno a milioni e milioni la loro rivincita – dice Pannella - vogliamo dimostrare che c'è un'altra Italia, quella delle conquiste civili». L’appello è a tutte le forse laiche. Pannella chiede a Mussi e Angius di dar seguito «alle dichiarazioni di laicità fatte al congresso dello Sdi» attivandosi per il successo di “Coraggio Laico": «Una nuova 'cosa' politica ha forse più successo se nasce direttamente nella lotta». La giornata del 12 sarà aperta da un convegno organizzato dall’Associazione Coscioni e da RadioRadicale.it, dal titolo:
«Il mito della famiglia naturale. La rivoluzione dell’amore civile».
INVIATO DA DGP (DìGayProject)
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UCCISA IN IRAK UNA GIOVANE RAGAZZA DI 17 ANNI

Nota di Gaya CsF: dietro a questi pezzi di “stoffa” ci sono delle donne… non dimentichiamolo mai!!!

A Bashika, Mosul, (Irak) centinaia di uomini hanno ucciso lapidandola Du'a Khalil, una giovane ragazza di 17 anni. Questo orrendo omicidio "d'onore" è stato ripreso in diretta da vari telefonini e macchine fotografiche digitali che mostrano anche la presenza della polizia locale del governorato del Kurdistan iracheno. Du'a Khalil è di religione Yezidi, diffusa nel kurdistan iracheno. Si è innamorata di un ragazzo iracheno arabo e musulmano con cui si incontrava in grande segreto che, però, si è rifiutato di sposarla. Umiliata e oramai "disonorata" per la sua famiglia, è stata ospite per cinque giorni da un locale capo yezidi che l'ha convinta a tornare dai suoi perché l'avrebberoperdonata. Appena tornata, i suoi parenti di cui il fratello, lo zio ed il cugino l'hanno spogliata, picchiata a sangue e infine lapidata a morte in presenza di centinaia di spettatori. I gruppi islamisti della regione hanno ben pensato strumentalizzare questocrimine per organizzare una vendetta contro gli Yezidi. Sostengono che la giovane ragazza si era convertita all'Islam e che è una "martire dell'Islam" perché punita per la sua conversione. Già 23 yezidi sono stati uccisi. E' per questo, è urgente che le autorità irachene e la polizia irachena intervengano per arrestare i parenti di Du'à colpevoli dell'omicidio e fare chiarezza sull'inefficienza dell'autorità locale a proteggere anche le vittime della vendetta islamista solo perché sono di religione yezidi. Ieri ad Arbil un'enorme manifestazione contro i crimini d'onore in Kurdistan è stata organizzata da diverse associazioni democratiche kurde Yezidi. Le donne in Medio Oriente sono vittime dell'oppressione partiarcale e della violenza che siano musulmane sunnite o sciite, druze, christiane o Yezidi. Fra i kurdi, le Nazioni Unite hanno contato 40 omicidi d'onore dall'inizio del 2007.

Firmate la petizione indirizzata al Governo Regionale del Kurdistan Iracheno per condannare la lapidazione di Du'a e per cancellare i "crimini d'onore" nel Kurdistan iracheno e in Iraq Campagna Internazionale contro i Crimini d'Onore http://www.petitiononline.com/kurdish/petition.htm
INVIATO DA Ornella Serpa Gaya CsF

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COMUNICAZIONE CIRCOLO LESBICO “DRASTICA….MENTE”

ECCOCI ANCORA QUI PER VOI. COME SEMPRE VI OFFRIAMO FILM, DIBATTITO, PRESENTAZIONE DI LIBRO, TEATRO, E POI... LA TERRAZZA!!!
LUNEDÌ 7 MAGGIO ore 21
c/o Sala ex Dazio, Barriera Saracinesca Riviera Paleocapa, 98 – Padova

Proiezione film "Chutney Popcorn" di Nisha Ganatra (1999)
Reena è una giovane artista newyorkese di origini indiane, felicemente fidanzata con Lisa. Per aiutare la sorella sterile (e novella sposa) decide di 'ospitare' per nove mesi il bambino, che sarà poi affidato alla sfortunata coppia. Ma la famiglia di Reena, molto legata alle tradizioni, non può tollerare una simile scelta, e Lisa certo non accetta a cuor leggero la futura gravidanza della ragazza... Se due sistemi di valori opposti si scontrano, è possibile che la felicità stia a metà strada?

DOMENICA 13 MAGGIO ore 19 c/o Circolo Arci Pixelle, via Austria 23/e - Padova
Teatro Danza LOOP DANCE a cura di Abracalam
MERCOLEDì 16 MAGGIO ore 21 c/o Circolo Arci Pixelle, via Austria 23/e - Padova

RIAPRE LA TERRAZZA DRASTICA!
Inauguriamo la terrazza Concerto con Zeno Odorizi (fiati) e Sandra Stella (voce) (International Pop)
LUNEDÌ 21 MAGGIO ore 21
c/o Sala ex Dazio, Barriera Saracinesca Riviera Paleocapa, 98 – Padova
DONNE O MADONNE? Casa e Chiesa come dio comanda Quanta influenza ha ancora la Chiesa sulla libertà e l'autodeterminazione di donne e lesbiche?
Ne parliamo con tre importanti rappresentanti del femminismo italiano: Nicoletta Poidimani – saggista e intellettuale militante, Lidia Cirillo – responsabile dei Quaderni Viola e autrice del recente libro “Da Vladimir Ilich a Vladimir Luxuria. Soggetti di liberazione, rivoluzioni e potere”, Graziella Bertozzo – movimento Facciamo breccia

Per prepararvi al dibattito date un'occhiata a questi link: http://www.nicolettapoidimani.it/
http://www.clrbp.it/Comunicato_20060119.htmhttp://www.facciamobreccia.org

MERCOLEDì 23 MAGGIO ore 19
c/o Circolo Arci Pixelle, via Austria 23/e - Padova
Terrazza Drastica presenta "Calco" di Monica Maggi
La giornalista Monica Maggi torna a sfiorarsi la pelle. Calco è il titolo della nuova opera in versi di Monica Maggi, nota giornalista che molto si occupa fra le altre cose di letteratura erotica e arte. “Calco” è ancora toccare la propria pelle per sentire quella femminilità che è il vero fiato delle liriche. Ricordo – attesa – divenire, invece, non sono che caselle dentro le quali la poetessa esprime la gioia di scrivere. Quella necessità che è pasto quotidiano. Dove la vita è odorosa, indubbiamente, è una pura formalità non incontrare l’ovvio.
MERCOLEDì 30 MAGGIO ore 19
c/o Circolo Arci Pixelle, via Austria 23/e - Padova
Terrazza Drastica presenta Susanna in Racks Shark o la dance du ventre

Venite a trovarci all'Astra!
Da mercoledì 2 a venerdì 4 maggio
tornano le GIORNATE DICINEMA E CULTURA OMOSESSUALE al cinema Astra.
A questo link trovate programma e info: http://www.cuc-cinemauno.it/?menu=gcco

Come sempre il circolo organizzerà il suo belllliiissssimo banchetto informativo all'entrata del cinema.
Saremo lì tutte le sere dalle 20 in poi con libri, volantini e materiale vario per soddisfare tutti i vostri dubbi e curiosità sul Drasticamente (e non solo). -
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COMUNICAZIONE GRUPPO PESCE MILANO
SWIM FOR LIFE 9

Swim for Life 9 è la nona edizione di una manifestazione sportiva natatoria di beneficenza periodicamente organizzata dal Gruppo Pesce Milano.
Si tratta di una gara di nuoto categoria Master organizzata in collaborazione con la UISP Lombardia (Unione Italiana Sport per Tutti).
Al termine della competizione agonistica riservata ai tesserati UISP, FIN e CSI, si svolgerà una staffetta non agonistica rivolta a tutti gli appassionati di nuoto che vogliono comunque offrire il proprio sostegno e la propria solidarietà con un piccolo gesto concreto.
I proventi della manifestazione sportiva, saranno destinati a favore dell’ASA (Associazione Solidarietà AIDS Onlus, Milano), che offre sostegno e assistenza delle persone sieropositive e in stato di AIDS conclamato.
L’edizione della Swim For Life di questo anno prevede, inoltre, una novità: l’esibizione della prima squadra maschile di nuoto sincronizzato in Italia, SyncDifferent.
Madrina di questo evento particolare sarà Eva Balzarotti, titolare della squadra nazionale di Nuoto Sincronizzato ai Campionati del mondo svoltisi a Fukuoka (JPN) nel 2001 e agli Europei di Berlino del 2002.

Swim For Life 9 è aperta al pubblico e si svolgerà nella piscina comunale di Cologno Monzese (MM2 Cologno Nord / tangenziale est uscita 12),
Domenica 13 Maggio a partire dalle ore 14.30
con il patrocinio del Comune di Cologno Monzese e della Provincia di Milano.

Per ulteriori informazioni sul programma e l’iscrizione è possibile consultare il nostro sito internet http://www.swimforlife-italia.org/ -
Ringraziamo fin d’ora per il vostro sostegno e restiamo a disposizione per ulteriori approfondimenti al riguardo (telefono 340.5246398 / info@gruppopesce.org / www.gruppopesce.orgn )
iscriviti alla manifestazione dal nostro sito: www.swimforlife-italia.org
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DIO CRIMINALE, ASSASSINO E TERRORISTA

Nella foto, il giudice Luigi Tosti (foto Campanella Lasca, no copyright)

Dio biblico asassino, terrorista, genocida, intollerante, stupratore, infanticida, schiavista, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, razzista, sessuofobo e a tal punto borioso e criminale da pretendere di essere venerato dagli uomini con sacrifici umani ed animali.
di Luigi Tosti.

Il giudice Luigi Tosti chiede, in base alla Costituzione Italiana e alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, di poter affiggere nei tribunali la menorà ebraica accanto al crocifisso, oppure la rimozione del crocifisso. Presentiamo qui il significativo stralcio di apertura di “Motivi aggiuntivi”. Il documento completo verrà presentato dal magistrato Luigi Tosti, in qualità di imputato, all’udienza che si terrà il 23 maggio 2007 al Tribunale de L’Aquila.
Il documento integrale verrà reso pubblico sul sito: http://nochiesa.blogspot.com/ e diffuso da Axteismo dopo quella data.

CORTE D'APPELLO DELL'AQUILA - SEZIONE PENALE
Udienza dibattimentale del 23 maggio 2007

MOTIVI AGGIUNTI R.G. Appelli N° 1118/2006 per l'imputato appellante Tosti Luigi. QUESTIONE PRELIMINARE -Premetto che, avendo un interesse alla sollecita definizione del processo, intendo rinunciare al primo motivo d'appello, col quale ho dedotto la nullità dell'intero dibattimento di primo grado perché celebrato in mia giustificata assenza. Ribadisco, però, che nella mia qualità di imputato sono costretto nuovamente a rifiutarmi di presenziare all'udienza dibattimentale d'appello: e questo a causa dell'esposizione generalizzata dei crocifissi cattolici nelle aule giudiziarie italiane, imposta dal Ministro di Giustizia fascista del 1926. Ribadisco, pertanto, l'invito a sollevare un conflitto di attribuzione nei confronti del Ministro di Giustizia. Queste le motivazioni del mio rifiuto e della mia richiesta.
a)Il mio rifiuto scaturisce, in primo luogo, dall'esercizio del mio diritto primario di libertà di coscienza (artt. 2 e 111 Cost. ed artt. 9 e 6 Convenzione per la salvaguardia dei diritti fondamentali dell'uomo), ovverosia dalla necessità di evitare di subire un processo da parte di giudici che non sono imparziali, come prescritto dall'art. 111 della Costituzione e dall'art. 6 della Convenzione, bensì inseriti in un'amministrazione giudiziaria che è simbolicamente connotata di cattolicesimo: e, in effetti, l'esercizio del magistero cattolico attraverso l'esposizione dell'idolo del "Dio incarnato" (tale è Gesù Cristo, secondo il catechismo ufficiale della Chiesa) è assolutamente incompatibile con l'obbligo di imparzialità e di neutralità della Istituzione "Giustizia", come peraltro già sentenziato dalla Cassazione penale, sicché non accetto di essere giudicato da giudici che sono "parti in causa", anziché garanti dell'imparzialità, anche simbolica, delle loro funzioni. b) In secondo luogo il mio rifiuto scaturisce dalla necessità di evitare di subire la lesione del mio diritto primario alla libertà di religione, garantito sia dalla Costituzione (art. 19) che dalla Convenzione sui diritti dell'uomo (art. 9), ovverosia del diritto di essere tenuto lontano da idoli di Dei incarnati e da simbolismi religiosi nei quali non solo non mi identifico ma che, anzi, detesto e condanno apertamente a causa delle criminalità e delle immoralità che connotano il Dio della Bibbia, che connotano il messaggio simbolico della cosiddetta "passione di Cristo" e che connotano gli insegnamenti dogmatici e i comportamenti altrettanto criminali, immorali, antidemocratici e lesivi dei più elementari diritti umani tenuti dalla Chiesa cattolica. c) Infine, il rifiuto scaturisce dall'esigenza di tutelare il mio diritto primario all'eguaglianza ed alla non discriminazione religiosa, garantitomi sia dall'art. 3 della Cost. che dall'art. 14 della Convenzione, dal momento che l'Amministrazione giudiziaria italiana privilegia smaccatamente l'esposizione dell'idolo del Dio incarnato, vietando lo stesso diritto ai miei ed agli altrui simboli. Mi sembra abbastanza ovvio che nessuno possa impormi -se io non lo voglio- di frequentare conventi, chiese ed altri luoghi di culto connotati dall'ostensione dell'idolo del Dio incarnato: alla stessa stregua, pertanto, nessuno -come significativamente affermato dalle Corti Costituzionali di Paesi molto più civili (Svizzera e Germania, ad esempio)- può obbligarmi ad essere processato, pubblicamente, da Giudici visibilmente "confessionali", cioè inseriti in un'Amministrazione giudiziaria pubblicamente connotata di idolatria cattolica. Si tratta, innanzitutto, di una questione di rispetto dei diritti umani, oltre che di buona educazione. Io non mi sognerei mai di esporre nelle case altrui i miei simboli ideologici e pretendo, dunque, che il Papa, la Chiesa e gli adepti della religione cattolica si astengano dal marcare in modo così squallido le pareti delle aule dei Tribunali -che non appartengono a loro ma a TUTTI i cittadini italiani- col simbolo del loro supposto Dio incarnato. E questo non solo perché si tratta di un simbolo che evoca in modo macabro e orrifico un messaggio altamente immorale, diseducativo e psicologicamente deleterio, cioè l'assassinio di un Dio-figlio perpetrato da un Dio-Padre per assurde e inconcepibili finalità di "redenzione" di terzi "colpevoli", cioè dell'Umanità "peccatrice", ma anche per le intollerabili e ingiustificabili implicazioni di genocidi, di assassini, di torture, di criminale inquisizione, di criminali crociate, di criminale razzismo, di criminali roghi contro eretici e streghe, di criminale schiavismo, di superstizione, di criminale discriminazione e persecuzione razziale, di criminale shoà, di criminali rapimenti di bambini ebrei, di disprezzo delle donne e degli omosessuali, di omofobia, di sessuofobia patologica, di intolleranza, di oscurantismo, di violazione e prevaricazione dei più elementari diritti politici ed umani alla libertà di opinione, di pensiero, di religione e di eguaglianza, di omertosa e criminale copertura dei preti pedofili, di falsificazioni di atti, di false reliquie, di falsi miracoli, di truffe, di abuso della credulità popolare a fini speculativi, di mercimonio di indulgenze e di medaglie "miracolose", di bolle di componenda, di illeciti finanziari e via dicendo, crimini di cui la storia millenaria del crocifisso è irrimediabilmente intrisa. Essendo poi dotato di fondamenti etici e civili informati alla condivisione e all'osservanza dei fondamentali precetti del codice penale, della Costituzione italiana, delle Convenzioni internazionali sui diritti dell'Uomo e delle Convenzioni internazionali contro ogni forma di discriminazione, non intendo minimamente subire processi da parte di Giudici che si identificano simbolicamente e platealmente in un Dio biblico assassino, terrorista, genocida, intollerante, stupratore, infanticida, schiavista, dispregiatore delle donne e degli omosessuali, razzista, sessuofobo e a tal punto borioso e criminale da pretendere di essere venerato dagli uomini con sacrifici umani ed animali. E' la mia "debole" morale che mi impedisce tutto ciò, anche se, ovviamente, non ho il minimo "astio" o disprezzo nei confronti di Dio, la cui unica colpa è quella di essere stato creato dall'uomo a sua immagine e somiglianza e, quindi, con le sue debolezze e con le sue inclinazioni criminali. Giammai accetterei l'imposizione della croce uncinata nazista da parte dello Stato italiano -e questo perché ripudio ed aborro i crimini compiuti dai cristiani nazisti- e quindi -e a maggior ragione- non accetto di essere processato dall'Amministrazione Giudiziaria Italiana, connotata di "cristianità" cattolica. Se qualcuno si vuole ancora identificare in quel simbolo e intende ancora glorificarsi del supposto "Amore" del supposto unico Dio, nella sua duplice versione di Dio-Padre e di Dio-Figlio incarnato, lo faccia pure: ma lo faccia a causa sua, sulla sua persona, nei suoi templi, nei Tribunali dell'Inquisizione e in quelli della Sacra Rota, ma non lo imponga a me che, proprio "grazie a Dio", mi identifico in valori morali e civili diametralmente opposti. Continua (…)
Rimini - L'Aquila, 1° maggio 2007
Luigi Tosti tosti.luigi@yahoo.it
mobile 3384130312 - tel. 0541789323 via Bastioni Orientali 38 - 47900 Rimini -

Il presente documento “Motivi aggiuntivi” 1 maggio 2007 sarà reso pubblico integralmente sul sito: http://nochiesa.blogspot.com/ e diffuso da Axteismo Press dopo l’udienza che si terrà il 23 maggio 2007 al Tribunale de L’Aquila.
Fonte: http://nochiesa.blogspot.com/ -
Diffusione: Axteismo Press l'Agenzia degli Axtei, Atei e Laici
http://nochiesa.blogspot.com
per aderire e informazioni: ateismo@yahoo.it tel. +39 3393188116

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NESSUNO TOCCHI CAINO
05.05.2007
PENA DI MORTE. ANCHE IL GABON SOTTOSCRIVE LA DICHIARAZIONE PER LA MORATORIA ONU DELLE ESECUZIONI CAPITALI - 4 maggio 2007: nel corso di un Consiglio dei Ministri svoltosi ieri a Libreville il Gabon ha aderito all’iniziativa italiana per la moratoria universale sulla pena di morte decidendo di sottoscrivere la Dichiarazione che ha così raggiunto 91 cosposnorizzazioni. La firma è stata raccolta nel corso della missione condotta da Aldo Ajello per conto del Governo italiano. Di seguito il comunicato del Consiglio dei Ministri nella parte riguardante la decisione sulla moratoria: “... nel proseguo dei lavori, e in risposta all’appello dell’Unione Europea volto a ottenere una moratoria sull’applicazione della pena di morte, il Consiglio dei Ministri ha deciso l’adesione del nostro paese a questa iniziativa umanitaria internazionale, che si inserisce del resto nella logica dell’attuale politica del presidente Omar Bongo Ondimba e del governo gabonese in questo campo ...” Marco Pannella, Sergio D’Elia, Valter Vecellio, Lucio Bertè, Claudia Sterzi in sciopero della fame ad oltranza dal 16 aprile hanno dichiarato: “La firma del Gabon, paese peraltro abolizionista di fatto, è la dimostrazione di come l’iniziativa per la presentazione della risoluzione per la moratoria all’Assemblea Generale dell’ONU incontri un sempre maggior sostegno. E’ proprio per questo che si rafforzano le ragioni della nostra iniziativa nonviolenta perché sia presentata all’Assemblea Generale in corso a New York la risoluzione pro moratoria da parte dell’Italia e di una colazione mondiale di paesi rappresentativi di tutti i continenti evitando di affidare una così importante iniziativa nelle sole mani dell’Unione europea, relegando in tal modo l’universalità della richiesta di moratoria ad un vecchio schema non più presentabile e degno di tale obiettivo.”
MALAWI. INCOSTITUZIONALE LA PENA DI MORTE OBBLIGATORIA
- 27 aprile 2007: la Corte Costituzionale del Malawi ha dichiarato incostituzionale la pena di morte obbligatoria. Riunita a Blantyre, la Corte stava esaminando il ricorso presentato da un condannato a morte per omicidio, Francis Kanfantayeni, e da cinque altri imputati. “La Sezione 210 del Codice penale è illegittima, dal momento che stabilisce l’obbligo di condanna a morte a seguito di un omicidio”, ha detto il giudice Elton Singini leggendo la sentenza emessa dalla Corte all’unanimità. “La pena di morte obbligatoria viola il diritto dell’individuo che lo tutela nei confronti di trattamenti o punizioni disumane, negando il diritto al processo equo e alla revisione della sentenza da parte di un tribunale di grado superiore”, ha aggiunto il giudice. L’ultima persona giustiziata in Malawi è stata impiccata il 26 settembre 1992 nel carcere di Zomba per mano di un boia fatto venire dal Sudafrica.
TUNISIA. PRESTO COALIZIONE CONTRO PENA CAPITALE
- 30 aprile 2007: è in via di formazione in Tunisia una coalizione nazionale contro la pena di morte, annunciano fonti vicine al Partito dell'Unità Popolare. Tra le organizzazioni coinvolte rientrano la Sezione tunisina di Amnesty International, la Lega Tunisina per la Difesa dei Diritti Umani, la Lega dei Giornalisti, l'Istituto Arabo per i Diritti Umani e la Lega Tunisina per la Ricerca sullo Sviluppo. A seguito della pubblicazione da parte di alcuni esponenti della società civile tunisina, il 18 febbraio scorso, di un manifesto politico, le organizzazioni stanno preparando i testi del patto costitutivo, dello statuto interno e del manifesto ufficiale. L'iniziativa si inserisce nel quadro della coalizione mondiale fondata a Roma il 13 maggio 2002 e delle raccomandazioni espresse durante la terza conferenza mondiale contro la pena di morte, che si è svolta lo scorso febbraio. Alla fine del mese scorso, il ministro tunisino della Giustizia aveva affermato che nel suo paese non è ancora tempo di abolire la pena di morte, anche se ormai da 15 anni non si eseguono più condanne di questo tipo. Tra i principali sostenitori della sua abolizione figura il Partito Social Liberale tunisino, che il 13 febbraio scorso ha emesso un comunicato in cui chiede la cancellazione di questa pena e la sua sostituzione con l'ergastolo nel caso di crimini gravi e premeditati. Un orientamento questo cui hanno aderito recentemente anche i giornalisti tunisini, in nome "degli alti valori che derivano dal patrimonio civile del paese e che ne determinano la posizione d'avanguardia in molti ambiti".
ITALIA. CAMERA, PENA DI MORTE VIA DA COSTITUZIONE, TESTO VA A SENATO
- 2 maggio 2007: la Camera italiana ha approvato in seconda deliberazione la proposta di legge che abolisce dalla Costituzione la pena di morte. La pdl approvata prevede che dall'articolo 27 della Costituzione vengano soppresse, all'ultimo comma, le parole "se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra". Il testo costituzionale, quindi, reciterebbe: "Non è ammessa la pena di morte". In nessun caso. I voti favorevoli sono stati 471, con un solo voto contrario. Trattandosi di una proposta di legge costituzionale, il testo dovra' essere approvato una seconda volta senza modifiche anche dall'Aula del Senato, che su esso si' e' gia espresso una volta.
USA. BOSTON GLOBE, PENA DI MORTE INCOSTITUZIONALE
- 29 aprile 2007: il metodo dell’iniezione letale – è scritto in un editoriale del 'Boston Globe' – non costituisce una maniera umana di giustiziare il condannato, come imporrebbe la Costituzione degli Stati Uniti. Benche' sia stata abolita in quasi tutte le democrazie avanzate, continua il Globe, la pena di morte sopravvive negli Usa in parte poiche' gli Stati dove e' legale si sono sforzati di farla diventare 'asettica'. In America l'era delle impiccagioni in pubblico e' tramontata da un pezzo, ed esse sono state sostituite da un procedimento impersonale ed estremamente discreto che riduce al minimo la scomodita' per chi la somministra e per il pubblico. Sebbene da decenni ci si sforzi per far apparire la pena capitale come una procedura puramente clinica - sforzo culminato nell'adozione dell'iniezione letale come metodo di esecuzione largamente prevalente - un nuovo studio analitico e scientifico delle esecuzioni in California e North Carolina, appena pubblicato, suggerisce proprio il contrario. Il cocktail di tre sostanze iniettate nella vena del condannato puo' dar luogo a un doloroso fenomeno di asfissia durante il quale la persona rimane conscia. L'iniezione letale, oltre la superficie di 'umanita' che tale metodo pretenderebbe di rappresentare, viola in realtà la proibizione costituzionale di punire in modo crudele e inusuale. Altri metodi che arrecano morte pressoche' immediata, come la ghigliottina o la fucilazione, sono stati respinti come rivoltanti per la sensibilita' attuale. Lo stesso avviene per la sedia elettrica. Ci sono inoltre molte altre ragioni per le quali la pena capitale andrebbe abolita: non e' un deterrente per i criminali, e' applicata in modo non equanime a seconda delle giurisdizioni e dei gruppi sociali coinvolti, e' irreparabile in caso di errore giudiziario. Comunque una pena di morte rapida, indolore e pulita - conclude l'editoriale - ancora non esiste.

BUENA VIDA
GAYA Csf

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