Da "La Voce d'Italia" - 4 Aprile 2007
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OMOSESSUALITA' TRA SOLITUDINE E ANGOSCIA
TRIBUTO AL POETA DARIO BELLEZZA
Intellettuali della Roma degli anni ‘70."Diario di un mostro” è un libro che celebra la vita di un uomo straordinario: del poeta omosessuale Dario Bellezza, morto di aids a 52 anni il 31 marzo 1996 e dichiarato “santo della comunità gay” due anni dopo con una solenne cerimonia presso l’Università La Sapienza di Roma.
Il libro, scritto a quattro mani da Daniele Priori e Massimo Consoli e presentato a Milano presso la libreria Babele, narra parte della vita del poeta e della sua produzione artistica e raccoglie i contributi di molti intellettuali che lo hanno conosciuto, tra cui Alessandro Cecchi Paone.
La lettura del volume che, come precisano gli autori, “non può essere narrato, ma va letto”, consente di ripercorrere la parabola evolutiva del mondo gay in Italia dagli anni ’70 ad oggi.
E’ la storia di un ragazzo nella Roma degli anni ’70, in cui muoveva i primi passi un embrionale movimento di emancipazione omosessuale. Storia di amicizie, di amori, di sesso, di avventure, ma anche di povertà, di sensi di colpa e di peccati. E’ la storia di una Bit Generation all’italiana, tra i cui protagonisti, oltre a Bellezza, vi sono i nomi indimenticabili di Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Sandro Penna.
Dario Bellezza, sebbene poco elogiato, è stato tra i poeti italiani più importanti degli ultimi cinquant'anni del Novecento. La sua produzione, a differenza di quella pasoliniana, non ha mai avuto la finalità di veicolare messaggi socio-politici, ma ha sempre rappresentato uno spazio del tutto personale, lontano da qualsiasi militanza politica ed ideologica, in cui dare libero sfogo al dolore esistenziale che ha segnato l’intero corso della vita di Bellezza. Cattolico convinto, l’autore vive la propria omosessualità in solitudine e con un senso di angoscia che non lo abbandonerà mai.
Sono gli anni in cui Roma è stretta dalla morsa del cattolicesimo intransigente e del comunismo omofobo. L’omosessuale è un personaggio maledetto, ai margini della società, che abita squallidi bassifondi e che non riesce a vivere all’insegna della normalità, spesso condannato ad una fine tragica.
Pasolini morì ammazzato e Bellezza dopo una lunga e dolorosa malattia. Ciò nonostante questi ragazzi di ieri hanno rappresentato la prima, flebile voce del mondo gay, però destinata a risuonare nel tempo e negli spazi, come una eco implacabile.
Eppure Dario Bellezza scrisse per sé e solo per sé. Egli abbandonò da subito un certo maledettismo rimbaudiano appioppatogli più per semplicità di definizione che per reale congenialità col massimo poeta francese. Pur condividendo con Pasolini la volontà di non accettare passivamente una società codificata e standardizzata negli atteggiamenti, Bellezza predilige la strada dell’espressione poetica, della descrizione del suo io lacerato o “sbudellato”come lui stesso lo definisce, a quella dell’attivismo.
La riflessione personale degli autori del libro e degli intellettuali che hanno vissuto la storia del mondo gay in Italia, è rivolta a domandarsi se, nonostante l’evoluzione storica della civiltà, quel clima di oscurantismo respirato allora, tutto sommato, non si respiri ancora oggi.
A me pare che la società italiana, sebbene ostenti un dibattito aperto e progressista in linea con l’Europa, in realtà fatichi a riconoscere pubblicamente diritti di libertà, propri di uno Stato laico e liberale.
Consoli Massimo, Priori Daniele: Diario di un mostro - Omaggio insolito a Dario Bellezza, Anemone Purpurea Editrice, pp. 160, euro 14,00,
www.anemonepurpurea.it
Mariapaola Leporale
mariapaola.leporale@voceditalia.it

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