di Vi dico la mia
Il partitone degli omofobi
Andreotti -
"Le nozze gay sono inaccettabili non solo per chi ha il dono della fede ma per chiunque rispetti la Costituzione e le regole più normali. Sono state tolte e non credo che verranno rimesse perché, uscendo da una situazione così difficile, staranno tutti più attenti». (letto su La Stampa).
«Ora capisco perché mia madre da ragazzino non voleva mandarmi al cinema. Temeva facessi brutti incontri, perfino in quel cinemetto in via dei Prefetti, dove ti davano anche la merenda» (letto su Il Messaggero).
La polemica sui Dico ha scatenato considerazioni di ogni genere.
Per la Carfagna sono «costituzionalmente sterili».
Sandra Mastella, presidente del consiglio regionale campano e moglie di Clemente, si vantava di invitare a casa il suo parrucchiere gay di Ceppaloni «ma che metta su famiglia proprio no».
Volontè, capogruppo Udc alla Camera dice che vogliono «piegare il diritto in funzione di desideri insaziabili.
Un anno fa Calderoli denunciava «le assurde pretese di privilegi dei culattoni».
Come non ricordare Rocco Buttiglione attaccato nel parlamento europe per aver definito gli omosessuali «peccatori».
In sua difesa Mirko Tremaglia commentò «povera Europa! I culattoni sono in maggioranza».
Perfino Berlusconi, in un impeto di cabarettismo politico, ha buttato lì un
«I gay sono tutti dall’altra parte».

10 commenti:
Gio 1 Mar 2007
http://notizie. alice.it/ notizie/search/ index.html? filter=foglia& nsid=12410021& mod=foglia_ topnews
Contro i Dico si prega a Montecitorio
Gruppo di laici consacrati a Maria condanna 'perversioni'
(ANSA) -ROMA, 28 FEB -Un gruppo di fedeli sta pregando davanti a Montecitorio contro il ddl sui Dico e in difesa della famiglia:'la Madonna fara' cadere il governo' (ma perchè? vota anche lei con Andreotti e Pallaro?).A esprimere l'auspicio, nel giorno della fiducia al Senato,una ventina di laici consacrati a Maria, con in mano solo la coroncina del rosario. Vengono da Treviso, Parma, Udine e Padova e pregano in difesa del valore della vita e 'contro queste forme di perversione' . 'Questo governo - dicono- va contro natura e contro Dio, ha i piedi d'argilla e cadra''.
dal Corsera online
2 Mar 2007
POLITICA E SESSO
E Giulio «usa» i contadini
e guida il partito degli omofobi
E i contadini gay? Non ci pensa nessuno ai contadini gay? Giulio Andreotti è uomo all'antica, si addolora perché ai suoi tempi si lavorava alla riforma agraria per dare la terra ai contadini mentre ora «vogliono dare il contadino al contadino». Escludiamo che il pluripremier pluriassolto sogni di andare a combattere nel Chiapas, dove la terra ai contadini è ancora un problema; diamo per scontato che i nuovi diritti non lo interessino per motivi anagrafici e religiosi; diamo per sicuro che non abbia visto il bacio tra cowboy in «Brokeback Mountain». Dato tutto questo, qualche agricoltore omosessuale potrebbe offendersi. Però non gli si darebbe granché retta: Andreotti, si sa, è spiritoso, e da noi battute che altrove costringerebbero un politico a scuse pubbliche o dimissioni vengono accettate allegramente.
Anzi, la polemica sui Pacs poi Dico ha silenziosamente legittimato considerazioni di ogni genere sui cittadini gay. Simpaticamente patrocinati da Sandra Mastella, presidente del consiglio regionale campano e moglie di Clemente; il suo parrucchiere gaio di Ceppaloni lo ha invitato addirittura a pranzo, «ma che metta su famiglia proprio no». Oscuramente temuti dal capogruppo Udc alla Camera Luca Volontè; accusa le lobby gay di voler «piegare il diritto in funzione di desideri insaziabili (wow, ndr) e contrari alla natura». Mazzolati dalla deputata berlusconiana Mara Carfagna, che li boccia in quanto «costituzionalmente sterili». Condannati a lunghe cure e a psicoterapie persino «Alle falde del Kilimangiaro» , su Raitre: Licia Colò, in genere dedita a bradipi e opossum, ha ospitato una sessuologa egiziana che ha spiegato quanto i gay siano malati e quanti ne ha guariti; Colò ha coraggiosamente difeso il suo punto di vista nonostante molte telefonate indignate.
E in effetti. Su quotidiani prestigiosi escono interviste degne di un bollettino dell'ultradestra cristiana, con racconti di giovani ex gay guariti dall'Opus Dei a suon di rosari (e Dio sa che altro, conoscendo le cruente pratiche di mortificazione opusdeesche) e ora fidanzati con femmine. In città governate da sindaci buonisti e in eccellenti rapporti coi cattolici come Roma parte dell'opposizione si infuria perché il Comune dà il patrocinio a una manifestazione dell'Arcigay (e pensare che Veltroni nel 2001 era andato al Gay Pride, se pure per poco, all'inizio di viale Aventino aveva svicolato scavalcando una transenna). E pazienza se ricerche su ricerche indicano come l'Italia sia in alta classifica nel primo mondo in fatto di discriminazioni, bullismo antigay a scuola, ecc., e forse un po' di educazione al reciproco rispetto potrebbe servire. La sola ipotesi di una proposta di legge che consenta patti civili ai gay ha scatenato — ancor prima delle elezioni — gli
oppositori più brillanti. Come Roberto Calderoli della Lega; già nel gennaio 2006 denunciava «le assurde pretese di privilegi dei culattoni». Ripetendo felice il termine in una successiva e profonda analisi socioculturale: «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni», e son problemi.
La stessa definizione era stata usata da Mirko Tremaglia, allora ministro per gli Italiani all'estero, quando il Parlamento europeo votò contro la nomina di Rocco Buttiglione a commissario Ue. L'Europa non è l'Italia, e l'insistenza di Buttiglione nel definire gli omosessuali «peccatori» (disse anche che le mamme singole erano «madri non molto buone» e altre amenità che oggi da noi sembrano tacitamente condivise da molti, forse era un precursore) furono giudicate inaccettabili. Tremaglia commentò «povera Europa! I culattoni sono in maggioranza». In Italia no, pare, e si ride piamente a certe battute. Ridono anche gli oggetti delle battute, ogni tanto: «Ce l'hanno messa al centro», si leggeva ieri sul sito gay.tv; e magari non ne sentivano un «desiderio insaziabile», per dirla alla Volontè.
Maria Laura Rodotà
02 marzo 2007
DICA? DICO
L'ironia pungente di Messina si abbatte sui DICO
sabato 10 febbraio 2007 , di la Repubblica
di SEBASTIANO MESSINA
Nel corridoio dell´anagrafe di Roma, il primo giorno di entrata in
vigore
della nuova legge. Usciere: «Dica». Signora: «Dico». «Dica,
dica». «Gliel´ho
detto: Dico». «Che, fa la spiritosa? Io sto a lavora´, signora. Che
deve
fare?». «La dichiarazione di convivenza». «Ah, il
Pacs». «Dico». «Dica».
«Dico, non Pacs: si chiama Dico». «Ah, pensa te. Eccole il
modulo». «E dopo
che l´ho compilato?». «Vediamo... Ecco: articolo 3, deve darne
comunicazione
all´altro convivente». «E cosa gli comunico, scusi? Che conviviamo?».
«Signora cara, e mica l´ho fatta io la legge. Qui c´è scritto che
glielo
deve comunicare. Legga: "mediante raccomandata con avviso di
ricevimento"» .
«Cioè io devo andare alla posta e spedire una raccomandata a casa
mia». «Sì,
al suo convivente». «E se lui non c´è, quando viene il
postino?». «Beh, lei
è la convivente, no?». «Certo». «E allora può firmare lei la
ricevuta».
«Cioè dichiaro di ricevere una lettera spedita da me. Non le pare
assurdo?».
«Signora bella, quello che pare a me non conta niente». «E la
ricevuta?».
«Se la riprende il postino. Poi gliela spediscono». «E se non
arriva?». «Può
fare reclamo. Intanto compili il modulo, che la fila è lunga. Avanti
il
prossimo. Dica, signore». «Dico». «Aridaje...».
festeggiare l'8 marzo "alla cattolica" ?
divertitevi, se ci riuscite
http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=10867
Il partito degli omofobi
Nel Paese europeo al primo posto per le discriminazioni, si distingue una forza politica trasversale, che si fa strada tra le bonarie risate del pubblico
In un altro Paese certe espressioni avrebbero portato alle immediate dimissioni dell'onorevole dalla favella irriverente, o nei casi di epiteti più "soft", almeno a delle pubbliche scuse.
Ma gli italiani, si sa, sono un popolo che fa delle "espressioni colorite" il proprio fiore all'occhiello e tutto si risolve con una bonaria risata.
Il politically correct è un'idea anglosassone, da noi non ha mai riscosso grandi consensi, non a caso all'Italia va il primato europeo delle discriminazioni, come riporta la ricerca di Eurobarometer.
Qualcuno forse ritiene che i parlamentari dovrebbero adottare scelte lessicali diverse da quelle in uso nei lupanari?
L'insulto teletrasmesso, in questo caso, è garante di una certa democrazia.. .
Intervista a Vladimir Luxuria | Dico: cosa ne pensi? | Le unioni omosessuali |
Ing. Antonella Faiella, all’anagrafe Antonio
http://213.215. 144.81/public_ html/articolo_ index_30141. html
PAOLO POLI, GRANDE UFFICIALE E OMOSESSUALE - DAL QUIRINALE L'ONORIFICENZA AL GRANDISSIMO ATTORE, CHE SE LA RIDE, ATTACCA I DICO E GAY PRIDE - "QUESTO BISOGNO DI TENERSI PER MANO COME FINOCCHIE CONTENTE È ROBA DA PSICOANALISTI" .
Vasco Pirri Ardizzone per "Panorama" in edicola domani
Paolo Poli, attore di teatro dichiaratamente gay, è stato nominato il 2 marzo dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, grande ufficiale della Repubblica. Poli, classe 1929, è considerato uno dei più grandi interpreti italiani di teatro del dopoguerra. Narratore di favole per bambini alla Rai nei primi anni Settanta, è stato la voce critica del teatro italiano dagli anni Cinquanta in poi con spettacoli di grande successo, caratterizzati da una forte connotazione comica e che si rifanno alla tradizione delle commedie brillanti. Insomma, una maschera vivente, anche per i suoi mille travestimenti e la sua splendida voce in falsetto.
(Paolo Poli)
Dal Quirinale smorzano i toni e sottolineano a Panorama: «Si tratta del riconoscimento a un grande attore, a un particolare interprete del teatro italiano». Non si tratta della prima onorificenza quirinalizia conferita a un gay, ma la nomina di Poli non mancherà di avere ripercussioni nel dibattito sui Dico (la legge sulle unioni di fatto) e potrebbe apparire una risposta ai duri giudizi espressi dalle gerarchie ecclesiastiche e da parlamentari cattolici sull'omosessualità . Nei mesi scorsi al Quirinale fu indirizzato un appello corredato da 1.500 firme di gay, lesbiche e transgender per esprimere «disagio» a causa del trattamento subito anche da parte dello Stato. «Secoli di illuminismo, razionalità scientifica, democrazia non contano nulla», vi si leggeva. «Siamo nel Medioevo e non vogliamo uscirne».
(L'eclettico Palo Poli)
Poli è certamente un'icona gay, ma anche uno che in passato ha dichiarato: «Non capisco gli omosessuali che chiedono un riconoscimento ufficiale. Mi pare un atteggiamento conservatore. I Gay pride mi mettono una tristezza infinita: il sesso non è tra le gambe, ma nel cervello, il giudizio morale non esiste, siamo tutti buoni e cattivi, casti e perversi. Questo bisogno di tenersi per mano come finocchie contente è roba da psicoanalisti» .
Dagospia 08 Marzo 2007
A proposito della senatora Binetti...
IL CILICIO DELLA BINETTI…
Antonino D'Anna per "Affari italiani" http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/coriglianobinetti0603.html
E' bufera sul cilicio di cui Paola Binetti, senatrice della Margherita e membro dell'Opus Dei, la prelatura personale della Chiesa cattolica, ha ammesso di fare uso. Pippo Corigliano, portavoce dell'Opera, parla con Affari e spiega scopo e uso dello "strumento penitenziale", precisando come non sia un'invenzione dell'Opus.
E non è affatto obbligatorio: "Al contrario, - dice - il Fondatore dell'Opus Dei, San Josemaría ne sconsigliava l'uso alla maggior parte dei fedeli" e lo consentiva "solo a un piccolo numero, in particolari circostanze e per poco tempo". Questo perché "non voleva che si desse troppa importanza alla mortificazione corporale, sottolineando invece come i fedeli dell'Opera - diceva lui - sono seminatori di pace e di allegria".
Corigliano, si fa un gran parlare del cilicio di Paola Binetti. Ci spiega che cos'è?
"Il cilicio è nominato più volte nella Bibbia, a cominciare dal libro del Genesi. La parola deriva dalla regione della Cilicia le cui capre fornivano un pelo con cui si intessevano vesti ruvide".
E nella Chiesa cattolica che ruolo ha?
"E' da millenni considerato uno strumento penitenziale ed è stato usato da quasi tutti i santi della Chiesa cattolica, da San Bernardo a Tommaso Moro e a Madre Teresa di Calcutta. Non è un'invenzione dell'Opus Dei".
Ma nell'Opus Dei è obbligatorio come dicono?
"Al contrario, il Fondatore dell'Opus Dei, San Josemaría ne sconsigliava l'uso alla maggior parte dei fedeli dell'Opus Dei e lo consentiva solo a un piccolo numero, in particolari circostanze e per poco tempo".
Perché?
"Non voleva che si desse troppa importanza alla mortificazione corporale. Sottolineava invece l'impegno per rendere amabile la vita agli altri, la mortificazione del sorriso anche quando non se ne ha voglia. I fedeli dell'Opera, diceva lui, sono seminatori di pace e di allegria".
http://213.215. 144.81/public_ html/articolo_ index_30258. html
COSSIGA: DOPO PAROLE PAPA VOTERO' CONTRO I DICO.
(Agi) - "Ho udito e letto le parole del Santo Padre su le leggi contro la legge naturale rivolte come un duro ammonimento anche ai parlamentari cattolici. Sulla scia del Card. Carlo Maria Martini S.J., Arcivescovo Emerito di Milano, che a proposito dei Di.Co. ha detto in televisione: " L'argomento e' complesso ed io non me ne impiccio!", confuso dai comportamenti pasticcioni e superficiali del Card. Bertone, Segretario di Stato, e dell'inesperto nuovo Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Mons. Bagnasco, avevo deciso di astenermi dal voto e dalla votazione se verra' all'esame dell'assemblea del Senato il progetto di riconoscimento delle unioni di fatto anche tra non eterosessuali che sara' licenziato dalla Commissione Giustizia.
Ma essendo fedele della Diocesi della Capitale, avendo parlato forte e chiaro il mio vescovo, il Vescovo di Roma che e' anche Papa! votero' contro, e nulla mi importera' se la Conferenza Episcopale emanera' in materia, direttive o meno, piu' o meno confuse, dato il Presidente che essa si ritrova."
Lo dice il Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga.
15/03/2007
LA GAFFE DI BUTTIGLIONE: SENZA FIGLI NON C?? FAMIGLIA
Il filosofo senatore dell?Udc Rocco Buttiglione, cattolicissimo,
pronuncia la frase con il suo sorrisino, mentre prende parte ai lavori
della Commisisone Giustizia al Senato dove inizia la discussione
generale sulla legge sulle coppie di fatto. Sconcerto, all?inizio. Che vuol
dire ?niente figli, niente famiglia??. Cosa sono allora tutte quelle
coppie che vivono insieme da anni, sposate o no, che per i pi? svariati
motivi non hanno figli (compreso quello di non riuscire ad averne)?
Buttiglione all?inizio, va dritto per la sua strada: ?Di questa
legge non si sente un gran bisogno in Italia, perch? oltre il 96% delle
coppie sono tradizionali, il 3% di quelle che convivono si sposano
entro tre anni e gli altri sono separati e divorziati a cui non interessa
ristabilire questo tipo di vincolo?. Discorso a parte i gay.
Riconoscergli i diritti riconosciuti alle famiglie sarebbe come ?riconoscere loro
un privilegio perch? ? prevista un'azione di sostegno e riparazione da
parte dello Stato solo verso la famiglia riconosciuta dalla
Costituzione perch? in questa famiglia c'? qualcuno, nella maggior parte dei casi
la donna, che si prende cura dei figli e che a parit? di merito
rispetto agli uomini ? destinata a raggiungere obiettivi professionali
inferiori?. Cio?, ?se non c'? una struttura ordinata ad accogliere i figli,
sia che i figli ci siano sia che non ci siano, non si pu? parlare di
famiglia?. Poi, dopo qualche richiesta di chiarimento, il senatore fa
marcia indietro: ?Il matrimonio ? fatto per creare l'ambiente ideale per
generare ed educare i figli. ? ovvio poi che se i figli non arrivano la
famiglia c'? lo stesso. ? altrettanto vero - aggiunge per? - che una
convivenza che, a priori, non pu? avere figli, non ? famiglia?.
Fonte
L'Unit?
(AGI) - Roma, 12 mar. - "La famiglia e' tra un uomo e una donna e
quindi il desiderio di maternita' e di paternita' un omosessuale se lo deve
scordare". Cosi' il ministro per le Politiche della famiglia, Rosy
Bindi, intervenendo ai lavori del convegno 'tempi moderni e...famiglia',
promosso da Data Management e da Rosanna Lambertucci.
La Bindi ha inoltre precisato di "non essere favorevole al
riconoscimento del matrimonio fra omosessuali.
Quanto alla manifestazione di sabato scorso a Roma "a tutti chiedo di
abbassare i toni - ha detto il ministro - perche' a me le piazze come
quella dell'altro ieri non piacciono, e infatti non ci sono andata".
(ANSA)Il ministro Bindi, ribadendo il sostegno al ddl sui Dico ha
tenuto a precisare che: 'Non sarei mai favorevole al riconoscimento del
matrimonio fra omosessuali'. 'C'e' un fatto invalicabile - ha continuato il
ministro - che il rapporto delle persone con i minori. Ecco perche' il
legislatore deve tutelare il bambino. E' vero si' che ci sono disagi
tra i bambini nelle comuni famiglie, ma non si possono creare in
laboratorio dei disadattati'. Per il ministro 'e' meglio che un bambino cresca
in Africa piuttosto che con due uomini o due donne'.
Fonte
Redazione Di'GayProject
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