LETTERA APERTA DI UN GAY DI DESTRA
A SILVIO BERLUSCONI
Carissimo Presidente;
Eccomi qua, a sei mesi dalla mia prima lettera aperta, costretto a scriverle di nuovo dalla mia piccola tribuna di vicepresidente dell’unica associazione dichiaratamente gay e dichiaratamente di centrodestra.
Sì, ora glielo dico a brutto muso.
Che Lei lo voglia o meno ci siamo anche noi. Qui. Nella Casa delle Libertà. Noi come quelle tante donne non avvenenti o, peggio, che hanno voglia di dire la loro, di fare politica come ha fatto in maniera forse discutibile ma certo non equivocabile sua moglie Veronica.
Molte donne si sono rifatte a lei e come lei, citando Catherine Dunne, hanno fatto capire a troppi uomini che nelle loro vite, più spesso del dovuto, si sono sentite La metà di niente.
Così noi. Purtroppo e con una tristezza che non immagina siamo costretti a farle sapere che ci sentiamo addirittura meno della metà di niente.
E’ vero. Nel centrodestra i gay sono meno che nel centrosinistra o forse, semplicemente, meno visibili perché meno assidui ai gay pride, più attaccati a quegli ideali e a quei valori di destra come la famiglia e il rispetto di un certo pudore nel porsi di cui, invece, Lei magari ci immagina privi.
Stiamo vivendo, glielo dico, un periodo se possibile ancor più sconcertante di quello in cui Lei ha governato. Cinque anni durante i quali anche noi, gay attivisti della Casa delle Libertà, avevamo bene in mente che programmaticamente non potevano esserci speranze.
In quei cinque anni, però, così come lo scorso 2 dicembre a piazza San Giovanni non abbiamo smesso di sentirci parte di quel popolo delle libertà al quale con il cuore e con la mente apparteniamo convinti, credendo nella possibilità di trovare, senza esibizionismi o azioni eclatanti, almeno qualche forma di collaborazione possibile.
Fino allo scorso 2 dicembre, caro Presidente, Le confesso che, io per primo, non avrei mai pensato di udire da parte sua, sempre stimato come un vero liberale, parole irriguardose contro una comunità che per una parte, sia pure minoritaria, l’ha seguita, difesa e soprattutto votata sin dalla sua discesa in campo.
Invece no. Tristemente ora siamo passati allo scherno.
Forse, chissà, per essere di centrodestra nella sua testa che, ce lo consenta e ci dispiace, ci pare sempre più lontana dalla realtà viva che è la società italiana, per essere di centrodestra si deve fare come quel tale che gira tra pagine internet e tv locali del Mezzogiorno col cartello “Maschio 100%”.
Non basta più, evidentemente, essere cittadini liberi che vogliono restare liberi, come Lei stesso affermava nel 1994.
Che tristezza profonda, signor Presidente, vivere in un Paese in cui quasi si deve essere discriminati se si vuole essere accettati.
Noi, questa esigua minoranza, molto meno della metà di niente, molto più che innamorati, inebriati addirittura di quell’ideale splendente che è la Libertà non smetteremo un istante di credere e lottare dalla parte giusta: il centrodestra.
Quel centrodestra che in tutta Europa, tranne che in Italia, è sveglio e maturo.
Non ha paura e riconosce i diritti e i doveri fondamentali degli individui e persino di quelle entità che in Italia paiono diventate marziane che sono le “coppie”, per favore ma senza indugi anche omosessuali.
Così, caro Presidente, prima di assistere all’aborto legislativo che si preannuncia sarà la proposta del centrosinistra, prima di dover andare in esilio in quanto cittadini italiani gay discriminati per legge, solleviamo la testa con l’ultimo spunto di orgoglio e anche noi come Veronica chiediamo le sue scuse sentite e, mai come stavolta, motivate.
Non permetteremo, infatti, mai a nessuno, signor Presidente, di mettere in dubbio la nostra legittimità, la nostra esistenza né tanto meno le nostre idee.
Con una stima profondamente decrescente
Daniele PrioriVicepresidente GayLib
1 commento:
Condivido appieno il contenuto della lettera.
Sarebbe un'ottima cosa che da parte della destra politica provenisse un segno di riscontro ad una simile richiesta di riconoscere un credo politico orientato verso i valori liberali, ancorché da parte di noi omosessuali.
Ma sono sufficientemente realista al punto di ritenere che, per necessità di mantenere determinanti equilibri politici, questa risposta non potrà mai provenire. E me ne rammarico.
Sul piatto della bilancia pendono interessi di un certo tipo; e la compagine che rappresenta i portatori di questi interessi (l'elettorato di centrodestra), non credo possa essere messa nelle condizioni accettare un'ipotetica mano tesa verso la nostra"categoria".
Ma un giorno, spero presto, capiterà...
"Marco Antonio"
Gio 8 Feb 2007
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