Thu, 1 Feb 2007 11:04:18 +0100
angela s....
Ciao. Vista la bozza proposta dall'Unione ieri credo si debba riflettere.
Non sarebbe meglio dire "Tenetevela una proposta così?".
Domanda: bisogna sempre accettare il meno peggio?
Che cosa si ricava in termini di dignità politica dal fatto di poter contare su un riconoscimento di diversità?
Questo sarebbero i certificati ad hoc.
Se diversità è, se diversità deve rimanere, teniamola fuori dalle beghe parlamentari.
Io credo che ci sia un bisogno, lasciatemelo dire, dietro il nostro desiderio dei Pacs, un bisogno legittimo di stare comodi, comode nell'esistenza.
Il bisogno di non doversi difendere, di non dover sempre combattere.
E invece mi pare che questa legge vada proprio nella direzione contraria.
Certo attraverso i certificati ci viene data una possibilità minima in più di potersi difendere, ma sempre in quanto diversi.
I certificati ad hoc.
Prendiamo quello per la prosecuzione di un affitto, per esempio..
Esempio.
Sto con una compagna. lei se ne va, ci lasciamo.
Io resto in casa.
L'affitto non mi spetta di diritto.
Non siamo sposate, non siamo come una coppia garantita.
Io devo andare in comune, fare la mia richiesta del certificato ad hoc che dimostra in qualche modo che abbiamo convissuto
(badate non tramite un pubblico registo, in modo nascosto, provato, il certificato lo dimostra), e con quello incominciare una battaglia.
No. Io voglio una legge in cui riconoscere il mio diritto a stare comoda come una etero qualsiasi.
Lasciamo perdere i singoli problemi (eredità, affitto...quelli secondo me si risolvono anche adesso, con un buon avvocato, a).
Io voglio che la mia diversità ( a meno che non lo decida io) non sia più tale, e qui sta il punto.
I certificati ad hoc sarebbero una continua (parziale) attestazione della mia diversità.
I certificati ad hoc sono un modo per confermare la mia diversità, e (paradosso) certi diritti mi spettano proprio in quanto diversa!
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